In vista dell’ormai imminente seminario dedicate alle tecniche del Risveglio, della Consapevolezza e della Forza interiore, appunto il la Mindfulness, che si terrà a Villa Piccolo di capo d’Orlando, dal 19 al 21 febbraio, scopriamo cosa racchiude in se questa attività.
La Mindfulness è uno stato mentale,“una modalità dell’ essere, non orientata a scopi, il cui focus è il permettere al presente di essere com’è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente” (Teasdale).
Stato mentale che può essere coltivato e stabilizzato attraverso particolari tecniche.
E’ uno stato mentale non concettuale, non-discorsivo, non-linguistico, e che soprattutto “apre” a degli insight che portano alla comprensione profonda del funzionamento della mente stessa.
Questo modo di essere può offrire un luogo di sicurezza e pace ”una base sicura” – che è innata nella nostra naturale costituzione.
“E’stupefacente quanto sia liberatorio l’essere capaci di vedere che i tuoi pensieri sono solo pensieri e che non sono “te stesso” o “la realtà”… il semplice atto di riconoscere i tuoi pensieri come pensieri, può renderti libero dalla realtà distorta che essi spesso creano e genera un maggior senso di chiarezza e di padronanza sulla tua vita”
Kabat-Zinn (1990, pp.69-70)
Non è facile rendere a parole ciò che si riferisce innanzitutto ad un’esperienza vissuta, a uno stato mentale, ad uno stato di coscienza.
Proprio per tale motivo, cioè per favorire una comprensione diretta attraverso l’esperienza, spesso si sceglie di non tradurre il termine inglese mindfulness (a sua volta derivato dall’originario termine sati in lingua pali).
Le traduzioni più immediate, ossia “consapevolezza, attenzione, attenzione sollecita, presenza mentale, piena presenza”, rischiano infatti di dare il via ad una serie di associazioni semantiche svianti e non esaustive.
Tuttavia, qui di seguito si riportano alcune tra le definizioni più utilizzate, utili alla comprensione del suo significato:
… consapevolezza che emerge attraverso il prestare attenzione allo svolgersi dell’esperienza momento per momento: a) con intenzione b) nel presente c) in modo non giudicante
(Jon Kabat-Zinn)
…”attentional control”
(Teasdale, Segal, Williams)
...”osservazione non giudicante dell’incessante flusso degli stimoli interni ed esterni, così come arrivano”
(Baer)
…una sorta di attenzione saggia, nuda ed equanime, una presenza mentale che osserva il continuo e mutevole flusso di sensazioni, emozioni, pensieri nel qui ed ora, distinta quindi dall’attenzione funzionale, cioè finalizzata ad uno scopo (condizionata da ciò che è utile e da ciò che non lo è).
… una modalità di coscienza che si può coltivare e stabilizzare in maniera sistematica, tramite la pratica meditativa.
... una “modalità dell’ essere”, non orientata a scopi, il cui focus è il permettere al presente di essere com’è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente
(Teasdale).
...autoregolazione dell’attenzione (intenzionalmente e con amorevolezza verso se stessi) e orientamento verso l’esperienza (con curiosità, con l’atteggiamento mentale del fanciullo) (Bishop).
Nell’ottica di inquadrare concettualmente il fenomeno e sfatare alcuni possibili fraintendimenti, può essere utile dire cosa la Mindfulness non è:
una modalità di rilassamento: anzi la mente minful è in grado di “contenere” tensione, stress e sofferenza
Praticare….
Se ti perdi in un pensiero, semplicemente ritorna dolcemente all’esercizio.
Quando inizi a essere consapevole dei pensieri e delle sensazioni che si verificano nella tua mente e nel tuo corpo, noterai dei momenti in cui comincerai a seguire il pensiero piuttosto che semplicemente guardarlo. Praticamente tutti quelli che fanno quell’esercizio finiscono prima o poi in uno dei treni. Tu stesso ne hai probabilmente fatto esperienza, è perfettamente naturale. Per praticare questi esercizi, quando ti ritrovi tirato dentro in un pensiero, o lo segui dove và, semplicemente osserva cosa sta succedendo e dolcemente riportati indietro alla posizione dell’osservatore. Poi continua con la pratica.
Defonditi dai tuoi giudizi.
Mentre pratichi la mindfulness, una delle cose che noterai immediatamente è che la tua mente comincia a produrre giudizi. Se rimani intrappolato nei tuoi pensieri magari comincerai a dirti: “Dannazione. Sono un fallimento. Non riesco neanche a fare bene questi maledetti esercizi”. Oppure quando ti senti particolarmente consapevole, ti dici: “Wow! lo sto facendo veramente, io sono proprio bravo in questo esercizio di mindfulness!”. Oppure puoi pensare che questi esercizi sono una perdita di tempo, dicendo tra te e te “Perchè sto perdendo il mio tempo con queste sciochezze? Ho tante cose da fare!”. Questi sono solo alcuni esempi della miriade di giudizi che la tua mente può produrre.
Ognuna di queste affermazioni ti offre alcune importanti informazioni. Ti dice che ti stai rinchiudendo nella tua macchina delle parole. Non è importante la forma del giudizio o la prova della sua veridicità o falsità, quello che è importante è che ti stai ingabbiando e invischiando in un giudizio.
Quando ti trovi preso all’amo del giudicare, prendi dolcemenete nota che la tua mente sta producendo dei giudizi, riconoscile gli sforzi che sta facendo per te, e poi ritorna a fare l’esercizio come prima.
Accetta le tue emozioni.
Quando farai questi esercizi, incontrerai alcune delle emozioni negative con cui hai lottato tutto questo tempo. A dire il vero, alcuni esercizi sono stati progettati per portarti in contatto con queste emozioni. Se, per esempio, stai soffrendo di depressione o di ansia, questo potrebbe essere a volte difficile.
Se hai un disturbo da attacchi di panico e spendi un sacco di tempo ed energie a controllare le tue sensazioni corporee. Forse sei particolarmente preoccupato della velocità del tuo ritmo cardiaco, molte persone che soffrono di panico sono convinte di avere un infarto anche quando non è così.
Questa paura ti può prendere mentre svolgi questi esercizi.
Magari sei depresso e lotti per liberarti dai cicli di rimuginazione ossessiva.
Quando entri in contatto con le emozioni o con i pensieri negativi, rimani bloccato in questi. Allora cominci a credere che pensieri ed emozioni negative siano le uniche cose che accadono nel momento presente.
Lo scopo di questi esercizi è quello di aiutarti a vedere che il presente è un evento in cuntinuo divenire e cambiamento, un processo che accade in momento in momento. Quando cominci a lottare con le sensazioni di panico, o ti intrappoli nelle rimuginazioni negative, questo è un segno sicuro che tu stai entrando nuovamente nella zona di guerra. Ancora una volta, tranquillamente, nota che sei qui come essere umano consapevole che osserva e prova ad aprirti a questi sentimenti e pensieri come a dei semplici sentimenti e pensieri. Non metterti a discutere con loro o non cercare di mandarli via.
La mindfulness non è una tecnica di distrazione
Gli esercizi di mindfulness non hanno lo scopo di distrarti dai contenuti negativi della tua mente: infatti, mindfulness e tecniche di distrazione sono antitetiche. Pensare di essere “abbastanza consapevoli da non sentire più il dolore” è solamente un’altra storia che la tua macchina delle parole ti sta raccontando. Utilizzare le tecniche in questo modo è semplicemente un’altra forma di evitamento che ti riporta immediatamente al dolore che stai cercando di evitare. Non cercare di scappare dalla tua ansia, dal tuo stress o dalla tua depressione attraverso la mindfulness.
Se arrivano sensazioni dolorose semplicemente notale e vai avanti.
La pratica.
La mindfulness è probabilmente una “posizione” che tu non sei abituato a tenere. Per sviluppare questa abilità, hai bisogno di praticarla. Nel momento in cui cominci a capire i punti chiave della pratica della mindfulness, la porterai naturalmente con te nel tuo contesto di vita. La mindfulness è una pratica che puoi intraprendere ogni giorno e in ogni momento della giornata.
Chi conosce la meditazione Vipassana capisce subito che la mindfulness in fondo non è nient’altro che quello. Queste sono alcune indicazioni su come procedere al meglio.
Per saperne di più e partecipare al seminario che è organizzato da Marinella Ricciardello e Sabrina Provasoli
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