Giornata della Memoria Siciliana. Nel 65° Anniversario dei Martiri dell’Evis.
Murazzu Rutto: un bivio sull’aspro declivio etneo, su cui si annodano le strade che da Randazzo conducono a Cesarò e Bronte, segnato da un umile cippo di pietra lavica a ricordo di quanto vi accadde la mattina del 17 giugno 1945.
Mentre l’Italia festeggiava l’illusoria disfatta del nazifascimo, a meno di un mese di quel famoso 25 aprile, un’imboscata interruppe per sempre l’elaborazione del processo di emancipazione nazionale e sociale intrapreso da Antonio Canepa.
Ma dal suo assassinio nacque il mito a cui generazioni di siciliani hanno attinto per rigenerare la speranza di una Sicilia libera, “senza tiranni e senza sfruttatori”. Quel mito che ogni anno, in quella data, richiama patrioti da ogni angolo della Sicilia.
Il mito spesso, nella sua ineffabile trascendenza, dimentica l’umile concretezza che lo generò, e prestandosi a docile pretesto per qualsivoglia sofisma lascia vittima – ancora una volta – l’uomo.
La scaltra organizzazione delle celebrazioni di quest’anno ha spiazzato ogni deriva (falsamente) ideologica, recuperando l’umanità di quelle giovani vittime. Per le quali si è levata la preghiera corale dei partecipanti attraverso la celebrazione eucaristica, momento che – come ha ricordato il celebrante, Mons. Michele Antonino Crociata (Consulente Spirituale del Mis) – chiama ad unità, invita al reciproco ascolto e rinvigorisce la comune azione.
La partecipazione di una nuova generazione di indipendentisti del Mis, per la prima volta lì pellegrini, ha saputo recepire e costruire un clima di cordialità capace di umiliare l’insignificante uso dell’ostentazione di fasulli primati ideologici: un buon auspicio di cui si ringrazia l’organizzazione, che ha visto affiancare al tradizionale impegno di Pippo Scianò (Segretario Nazionale Fns) la nuova energia di Salvatore Musumeci, Presidente Nazionale Mis (Movimento Storico Siciliano), nonché quella di tutti i singoli partecipanti.