– di Saverio Albanese –
Orbassano (Torino)– Bellezza e simpatia, con estrema sincerità e franchezza, quasi mai vanno a braccetto, ma quando si parla di Cristina Chiabotto, è tutta un’altra cosa. È difficile, infatti, non rimanere affascinati dalla sua vitalità dirompente, da quel sorriso solare, così vero e proprio per questo disarmante, che non abbandona mai il suo volto radioso, la sua innata simpatia e semplicità.
E’ stata eletta Miss Italia nel 2004, ha vinto l’edizione 2006 di “Ballando con le stelle” in coppia con il ballerino Raimondo Todaro, ha presentato trasmissioni di successo come “Le Iene”, ”Festivalbar”, “Scherzi a parte”, i “Wind Music Awards”, ha condotto su Radio Kiss Kiss il programma “Pronto chi sei?” con Joe Violanti ed è stata la protagonista con Alessandro Del Piero dello spot pubblicitario di una famosa marca di acqua. Nel 2013 è stata il volto di JTv, canale tematico della Juventus e ha da poco pubblicato il suo primo bellissimo romanzo dal titolo “Di notte contavo le stelle”, edito da Rizzoli.
Siamo sempre stati abituati a vederla con un caschetto pari e i capelli tutti della stessa lunghezza. Da un paio di giorni, invece, Cristina sfoggia un nuovo taglio di capelli: bellissimo, asimmetrico e con una nuova tonalità biondissima, che le dà un’aria sbarazzina e un nuovo look.
Alla XVIIesima edizione della fiera del libro di Orbassano (16– 19 aprile) abbiamo incontrato Cristina Chiabotto in veste di autrice, che ha presentato la sua prima fatica letteraria “Di notte contavo le stelle” e ci ha anche parlato della vittoria a Miss Italia nel 2004, di “So glam so you”, la trasmissione che sta conducendo su La5 e della Juve, la squadra di cui è una grande tifosa.
–Come è nata l’idea di scrivere questo tuo primo romanzo ?
«Ho scelto di celebrare i miei dieci anni di carriera in questo modo, con un romanzo. In realtà ho preso spunto dalla mia vita però ho trasformato alcune cose. Ho scelto di utilizzare un alter ego, che in questo caso si chiama Clara, una ragazza semplice, che viene da un paese in provincia di Torino, e arriva a vivere un sogno più grande di lei, una vera favola. Io l’ho definita una favola moderna, perché in realtà per quanto sia qualcosa di straordinario ciò che è capitato nella mia vita, se ti soffermi tra una riga e l’altra, veramente può regalare un sogno a chiunque. Cioè ognuno di noi può aggrapparsi anche a una sola parola».
–Dal tuo libro emerge un chiaro messaggio al lettore: non importa chi sei o da dove vieni, non devi mai smettere di sognare…
«In un momento in cui ci sono tante persone che vivono in maniera disagiata, lottano per la sopravvivenza, pensano al futuro con difficoltà, oggi secondo me il concetto del sogno può far stare meglio, anche semplicemente guardare il cielo e respirare può regalarti dell’ossigeno puro per andare avanti».
–Che emozioni ti ha regalato questa tua prima esperienza letteraria?
«Un’emozione unica. In particolare soffermarsi su quello che ho vissuto in questi dieci anni, che nel mio caso sono stati importanti, non è un punto di arrivo, ma una semplice fermata. Io adesso sono sul treno e infatti l’ho paragonato a un vagone di un treno, ti fermi in una città per poi ripartire, il mio decimo anno per me è stato questo. Quindi è stato molto emozionante cominciare da quel 19 settembre 2004, però partendo ancora da prima, da quando ero una ragazzina e avevo voglia sicuramente di qualcosa di diverso, ma non sapevo cosa fosse. Una ragazza molto timida, come descrivo nel libro, una persona che stava in un angolo pur di non dire la propria, quindi è stato strano il cambiamento della mia vita».
–Quanto ti somiglia la protagonista del tuo libro. Immagino tanto da giudicare il tuo libro?
«Clara mi assomiglia tantissimo a partire dalle iniziali, per proseguire dall’aspetto introspettivo e da alcune cose capitate nella sua vita che gli e l’anno completamente cambiata».
–Sai bene che il mondo dei libri, della scrittura, e abbastanza snob e anche un po’ refrattario su coloro che scrivono ma che non fanno lo scrittore e la scrittrice di professione. Come sei percepita per il momento visto che il tuo libro è uscito da pochi mesi: le recensioni, il pubblico, quando incontri i lettori?
«Ma guarda, sono arrivati dei commenti positivi, ma c’è stata qualche critica, ma credo sia normale prima di tutto perche si dice che il libro lo scrivono tutti e quindi fa un po’ notizia e questo porta alla critica automatica. Poi, io non pretendo di piacere a tutti, ripeto è una favola dove ognuna si può immedesimare, dico che ognuno può essere secondo me protagonista della propria favola e puoi aggiungere e togliere pezzi».
– Perché continui a usare questa parola che nel romanzo è proprio l’aspetto fondante “Favola” ?
«Semplicemente perché io mi sento parte di una favola, legata strettamente alla realtà del mio quotidiano. Amo sognare, mi piace giocare con la fantasia e mi sono accorta che poi il sogno e diventato all’improvviso realtà ed è giusto goderselo, però, anche raccontandolo. Fine a se stesso, secondo me, non avrebbe alcun senso».
–La tua meravigliosa favola è iniziata domenica 19 settembre 2004, quando sei stata incoronata Miss Italia. Che ricordo hai di quella serata?
«Un ricordo unico. Un po’ confusionale, nel senso che non capisci tantissimo quello che ti sta per capitare. E’ stato un momento pieno di emozione, che non potrò mai cancellare dalla mia vita, e che ha segnato l’inizio della mia favola. La vittoria a Miss Italia è stata una porta d’accesso davvero importante per il mondo dello spettacolo. Ci tengo a sottolineare, però, che non basta solo la bellezza, occorre anche un pizzico di fortuna – che nel mio caso c’è stata – e la capacità di mostrare il proprio carattere in maniera autentica».
–A proposito di Miss Italia, da decano del concorso, è una mia sensazione che si percepisce meno l’importanza del concorso di bellezza, arrivato quest’anno, al suo 76esimo anno di vita?
«Credo di si, perché c’è stato un cambiamento, l’evoluzione del concorso. Il concorso ha cambiato immagine, ha cambiato faccia, non è più su Rai Uno, ha cambiato rete, e questo ha portato ovviamente i suoi pro e i suoi contro. A me dispiace ti dico la sacrosanta verità, perché credo sia un concorso che appartiene alla tradizione del nostro paese un po’ come il Festival di Sanremo per la musica. Anche se mi accorgo che la ragazza è cambiata, ci sono delle esigenze diverse ed altri concorsi diversi da Miss Italia, comunque, hanno contribuito a spostare un po’ l’attenzione. Io lo seguo sempre perché sono emozionatissima e perché rivedo un po’ quello che ho vissuto io anche se in maniera diversa».
–Dal teatro alla radio, dalla pubblicità alla conduzione di importanti programmi come “Scherzi a parte”, “Festivalbar”, “Le Iene”, hai partecipato e vinto “Ballando con le stelle” nel 2006, sono state davvero numerose le tue esperienze televisive. Quale è il programma al quale ti senti più legata?
«Difficile farti solo un nome perché sono state tutte esperienze molto importanti. “Ballando con le stelle” è stata la vetrina fondamentale per farmi arrivare a tutto il resto. È stata un’esperienza unica, averlo anche vinto nel 2006 mi ha dato tantissimo, è un programma che ricordo con grande affetto. E’ una pista magica quella di Ballando, che ti fa volare. “Le Iene” è stata invece la mia prima vera e propria conduzione in diretta, dopo quattro anni di Alessia Marcuzzi, quindi con un’eredità molto forte».
–Attualmente conduci su La5 la trasmissione “So glam so you”…
“E’ un programma completamente diverso da quello che offre la tv generalista, parliamo di La5, il canale femminile del digitale terrestre. “So glam so you” è un programma velocissimo che va in onda la domenica mattina alle 10.40 che dura venti minuti, un magazine tutto al femminile dedicato alle donne, dove si parla di bellezza, c’è anche una rubrica di cucina, “I love cooking”… Un programma finalmente dedicato in tutto e per tutto alle donne, un pubblico che amo molto…tutto ciò che non ti riguarda caro Saverio».
–Che consiglio ti sentiresti di dare ad una ragazza che volesse lavorare nel mondo dello spettacolo?
«E’ difficile dare un consiglio, nella mia vita è accaduto qualcosa di eccezionale, io posso trasmettere eventualmente, tramite il mio sorriso, la gioia e il concetto che dovrebbe essere applicato ad una favola, che è quello dell’umiltà, di rimanere con i piedi per terra, di cercare di mantenere le proprie basi, un concetto che oggi è diventato sempre più raro, che può darti solo una famiglia o comunque i valori in cui credi».
–Su Twitter hai 461.000 Follower e oltre 150.000 su Instagram: come è il tuo rapporto con i social network e cosa ti piace postare?
«Ho un buon rapporto con i social, ma non ne sono dipendente. Mi spiego meglio: considero sia Twitter che Istagram un ottimo mezzo per comunicare con i fan, ma non posto ogni secondo della mia giornata, a costo di rovinarmi del tutto la privacy. Mi piace molto pensare di essere in contatto diretto con chi mi vuole seguire, condividendo le foto – ammetto di adorare i selfie! -, la citazione, uno stato d’animo del momento».
–Perché su Twitter ti firmi @vanillagirl_86 ?
«Vanillagirl perché è il lato della dolcezza è un lato della dolcezza che mi appartiene tantissimo e soprattutto la voglia di non crescere. Quindi vanillagirl credo sia un nickname giustissimo; mi piace ironizzare molto anche i nickname, non presentarti con nome e cognome scontatissimo, però, mettere qualcosa che può raccontare di te. E’ il numero 86 per il momento lo mettiamo e tra qualche anno sparirà».
–Quale è il sogno nel cassetto che Cristina Chiabotto vuole ancora realizzare…?
«Io mi auguro che la mia favola continui il più a lungo possibile. Il sogno non è però legato al lavoro, ma alla mia persona, spero di riuscire a realizzarmi in quanto donna, è ciò che più conta nella mia vita. Il successo è importante ma non è tutto».
– Sei sempre in movimento: c’è un viaggio che ti ha segnata particolarmente?
«Il viaggio in Madagascar, dove sono andata con Nutriaid Onlus, un’organizzazione medico-umanitaria indipendente, impegnata nella lotta contro la malnutrizione infantile. È stata una esperienza fortissima, perché oggi dò un senso diverso alla vita. In modo particolare mi ha colpito l’incontro con Manieva, una bambina di 12 anni. Pensa che non ci capivamo, perché non parlavamo la stessa lingua, ma bastava uno sguardo. Ci cercavamo e al volo comprendevamo il bisogno di stare insieme. La cosa che mi ha colpito è che loro sorridono nonostante tutto».
–Ci sono delle cose alle non rinunceresti mai?
«Agli affetti, all’amore, ai sentimenti».
–In questi tuoi primi dieci anni nel rutilante mondo dello spettacolo, come ti hanno incoraggiata e sostenuta i tuoi genitori?
«Con un grande equilibrio interiore: da una parte mia mamma con la sua gioia di vivere e dall’altra papà con la sua diplomazia e il suo essere politicamente corretto».
–Sei un esempio di moda a 360°: vari dall’essere elegantissima e super sexy, mostrandoti anche casual e acqua e sapone. Qual è il tuo stile, o quello che preferisci?
«Nella quotidianità sicuramente preferisco la semplicità, poi mi piace essere come un camaleonte e trasformarmi in base al contesto, variando da un look elegante a magari un look più rock».
–La tua fede juventina è innata: ci dai un giudizio sulla squadra di Allegri?
«Inizialmente mi ha colpito molto il congedo di Conte, quindi aspettavo con curiosità questa grande novità, l’arrivo di Allegri. I risultati sono più che soddisfacenti: scudetto in ghiaccio, finale di Coppa Italia e siamo molto vicini alla semifinale di Champions…Meglio di così…?».