Dopo 51 anni sarà riesumata il prossimo 28 ottobre la salma del bandito Salvatore Giuliano. Lo ha disposto la Procura di Palermo che ha dato l’incarico all’anatomopatologo Livio Milone. Lo scopo è verificare se quelli sepolti siano effettivamente i resti del “re di Montelepre”.
Milone, con la riesumazione e la nuova autopsia sulla salma dovrà accertare se sia ancora possibile prelevare il dna e confrontarlo con il codice genetico dei familiari in vita di Giuliano.
Tra i discendenti ancora viventi di Salvatore Giuliano, c’è un nipote, figlio di una sorella.
La Procura ha aperto un’indagine a carico di ignoti per omicidio e sostituzione di cadavere per verificare la fondatezza dei dubbi avanzati dallo storico Giuseppe Casarubea, secondo il quale il bandito in realtà sarebbe stato fatto fuggire all’estero e il cadavere esposto sarebbe di un sosia.
La Procura ha aperto un’indagine a carico di ignoti per omicidio e sostituzione di cadavere per verificare la fondatezza dei dubbi avanzati dallo storico Giuseppe Casarubea, secondo il quale il bandito in realtà sarebbe stato fatto fuggire all’estero e il cadavere esposto sarebbe di un sosia.
Secondo Casarubea, che ha presentato un esposto, il corpo apparterrebbe a un uomo ucciso proprio per nascondere la fuga di Giuliano.
Nei mesi scorsi i pm Francesco Del Bene e Marcello Viola hanno interrogato, oltre allo storico, alcuni giornalisti che si sono occupati nel tempo della vicenda.
A rendere più fosca la vicenda ora c’è anche il “caso Pisciotta”.