George V Johnson Jr. rimane un simbolo di passione e perseveranza nel mondo del jazz. I suoi contributi lo hanno reso una figura fondamentale nel preservare e promuovere la cultura jazz a Washington D.C. e nel mondo.
Nonostante gli ostacoli incontrati lungo il percorso, la storia di George è una testimonianza duratura del potere della musica, della determinazione e dell’amore per le proprie radici.
Il musicista è stato scelto da Anita Vitale, direttrice artiscxa del Festiva Jazz brolese per la serata finale. Il concerto, questa sera alla villa comunale brolese alle ore 22,00.
George V Johnson Jr. nato nel cuore di Washington D.C. era destinato a riempire il mondo con il suo distintivo stile vocale. Dalle sue radici nella capitale della nazione, Johnson sarebbe diventato una delle figure più rispettate e influenti nel mondo del jazz. Questa biografia cerca di tracciare la vita, la carriera e l’eterno lascito di questo unico artista jazz.
George è stato introdotto alla musica fin da giovane, crescendo in un quartiere vibrante, pulsante di gospel, rhythm and blues e jazz.
Suo padre, George Sr., era un appassionato di jazz che riempiva la loro casa con le melodie di artisti come Ray Charles, Frankie Lymon, Sam Cook, Charlie Parker, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, King Pleasure, James Brown e in particolare Eddie Jefferson, il fondatore dell’arte del canto jazz vocalese (scrivere e cantare testi per assoli improvvisati). Questa precoce immersione ha giocato un ruolo vitale nel plasmare i gusti musicali e le ambizioni di George.
Dopo essersi diplomato alla Spingarn High School nel 1968, George aveva già iniziato a guadagnarsi una reputazione locale per la sua voce morbida e distintiva. Inizialmente lavorò come autista di autobus per WMATA, ma era determinato a farsi strada nella scena jazz di Washington D.C. e trovò la sua prima opportunità quando iniziò a esibirsi in un locale jazz locale di proprietà del chitarrista Bill Harris chiamato “PIGFOOT”.
Con John Malachi, George perfezionò le sue abilità vocali, creando il suo unico marchio di vocalese che omaggiava il suo eroe, Eddie Jefferson, introducendo al contempo il suo dinamico stile personale. In breve tempo, guadagnò popolarità esibendosi a livello locale nel DMV e portando George sulla mappa del jazz.
Nel 1980, George attirò l’attenzione del leggendario sassofonista James Moody e gli fu chiesto di unirsi alla band di Moody. Questa opportunità permise a George di espandere la sua musicalità, diventando noto per la sua impressionante capacità di improvvisare e cantare complesse melodie bebop. Continuò a lavorare come macchinista/conducente per NJT Rail, e con Moody per quasi un decennio, diventando un cantante jazz riconosciuto a livello internazionale.
Negli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000, George continuò a seguire la sua strada. Collaborò con una moltitudine di artisti e partecipò a vari progetti, rimanendo sempre fedele al suo amore per il jazz. Nel 2008, fondò “Jazz in Washington DC”, radunando musicisti jazz provenienti da tutto il mondo nella sua amata città natale.
Oggi, George V Johnson Jr. rimane un simbolo di passione e perseveranza nel mondo del jazz. I suoi contributi lo hanno reso una figura fondamentale nel preservare e promuovere la cultura jazz a Washington D.C. e nel mondo. Nonostante gli ostacoli incontrati lungo il percorso, la storia di George è una testimonianza duratura del potere della musica, della determinazione e dell’amore per le proprie radici.
La sua carriera si estende per oltre 45 anni.
Dopo 3 anni di stretta guida e mentorship nel 1977, fu nominato “erede apparente” e “Prossimo Nella Linea” dal padre del vocalese Eddie Jefferson.
Ha condiviso il palco con molte leggende del jazz, tra cui James Moody, Lou Donaldson, Dizzy Gillespie, Wallace Roney, Bobby Watson, Benny Golson, Rodney Whitaker, Jimmy Heath, Buck Hill, Marcus Belgrave, Cliff Monear e altri.
Il suo primo CD autoprodotto “Next In Line” inizia con una registrazione di 16 secondi in cui Eddie Jefferson lo proclama “Prossimo nella Linea”, con la partecipazione di Herman Foster e Arnold Sterling.
con lui questa sera sul palco
Carmelo Graceffa
Batterista e percussionista inizia lo studio della batteria da autodidatta iniziando a suonare in varie formazioni musicali e al contempo si dedica allo studio delle percussioni a cornice tipiche della musica popolare dell’Italia meridionale. Nel 2001 si trasferisce a Palermo per studiare Discipline Della Musica alla facoltà di Lettere e Filosofia e nel frattempo segue i corsi alla scuola di musica jazz “The Brass Group” . Nel 2005 partecipa ai seminari estivi di musica jazz presso la fondazione “Siena Jazz” “e dal 2006 al 2008 fa parte del Laboratorio di Etnomusicologia “Aglaia” dell’Università di Palermo .
Dal 2007 al 2009 collabora con l’Orchestra Jazz del Conservatorio “V. Bellini” di Palermo e subito dopo si trasferisce a Groningen (Paesi Bassi) dove studia batteria presso il Dipartimento di musica jazz del Prins Claus Conservatory di Groningen (Olanda) sotto la guida di insigni maestri tra i quali Ralph Peterson jr, Gene Jackson, Michael Moore Kurt Weiss, Joost Van Schaik e Steve Altenberg. Nello stesso periodo prende parte a progetti musicali in Olanda tra i quali i. “3 is a Good Number” un trio con il quale partecipa a prestigiosi festival come il “Green Hours International Jazz Fest” di Bucarest, “Alba Jazz” ad Alba Iulia (Romania).
Dal 2010 al 2012 è il batterista della PCC Big Band ( orchestra jazz del Prins Claus Conservatory) con la quale svolge un’intensa attività concertistica in giro per i Paesi Bassi ed anche prestigiose collaborazioni con artisti del calibro di Benny Golson in occasione dello “Swingingroningen Festival 2011” . Dal 2008 al 2018 fa parte in qualità di batterista e compositore del progetto “Manziluna” un quartetto con due lavori discografici usciti rispettivamente nel 2011 per la Fitzcarraldo records ed il secondo “L’Intrigo” nel 2014 per l’etichetta olandese Cantina Records. e numerose collaborazioni artistiche in ambito nazionale internazionale.
Conseguita la laurea nel 2013 presso il conservatorio olandese, ha all’attivo diversi progetti: batterista del “Magnetic trio”. “Elettromagnetico3” e del “Polish Quartet” del sassofonista Gianni Gebbia , poi il“Duo Saimè” che è un progetto di musica classica araba con il maestro di Oud Said Senmsafer e dal 2015 è alla guida del “Jeweil Quartet”, una collaborazione nata a Berlino insieme a Johannes Fink, Gabriel Coburger e Gerhard Gshloessl, quartetto con il quale ha inciso un disco di composizioni originali che prende il titolo dell’omonimo progetto uscito nel settembre del 2016 per l’etichetta olandese “Cantina Records”. Dal 2019 è il batterista del Claudio Cojaniz “Afroblue”Trio.
Gabrio Bevilacqua
Contrabbassista\Compositore nasce a Palermo il 06\09\1975. Inizia a suonare il contrabbasso nel 2000 presso il Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo proseguendo gli studi privatamente con Paolo Dalla Porta e Piero Leveratto. Dal 2005 continua ad approfondire la sua formazione con il pianista Salvatore Bonafede con cui intraprende poi un’intensa attività concertistica all’interno del suo trio e del
progetto originale “Stupor Mundi”.
Dal 2011 fa parte del trio del pianista palermitano Mauro Schiavone con cui incide il disco Ufo al fianco di Roberto Pistolesi, edito dall’etichetta Improvvisatore Involontario. Collabora al progetto Joraku 4 di Gianni Gebbia, insieme a Mauro Schiavone ed al batterista polacco Jacek Kochan (Tomas Sztanko, Seamus Blake, Jerry Bergonzi, George Garzone). Con questa formazione svolge una assidua attività concertistica in club e festival tra cui il Castellammare Jazz Festival 2012.
E’ ideatore insieme a Luca Lo Bianco di O.L.G.A(Orchestra libera Garibaldi Aperto). Collabora stabilmente con l’orchestra “Macchina dei Suoni” diretta da Marvi la Spina. E’ inoltre contrabbassista dell’Orchestra Instabile Disaccordo diretta da Luca Lo Bianco. Nel 2011 incide il disco Below Sea Level con il trio Even 3 e nel 2010 Arie di Sicilia insieme a Maurizio Curcio e Oriana Civile.
Ha collaborato con: David Kikoski, Salvatore Bonafede, Flavio Boltro, Marco Tamburini, Orazio Maugeri, Marcello Pellitteri, Francesco Guaiana, Jacek Kohan, Gianni Gebbia, Tarek Yamani, Dario Carnovale, Stefano D’Anna, Mario Raja.
Valerio Rizzo – Pianista
Valerio Rizzo, nato nel 1992, comincia a suonare il pianoforte e la fisarmonica fin dall’età di sei anni sotto la guida amorevole del padre; a partire dai sette anni viene seguito dal M°Maria Zancana affrontando da esterno esami presso il Conservatorio “A.Scontrino” di Trapani e conseguendo nel 2009 il titolo di diploma in performance da solista classico per conto della Associated Board of the Royal School of Music.
Affrontando un vasto repertorio, fin da bambino partecipa a numerosi concerti e rassegne locali, mentre nel 2009 comincia specularmente lo studio della musica jazz presso la Open Jazz School di Palermo, esibendosi al Langnau Jazz Festival in Svizzera già nell’estate del 2010.
Nel Luglio 2014 consegue con Lode il Diploma Accademico di primo livello in Pianoforte Jazz presso il conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara; la sua tesi di laurea, una disamina esteticofilosofica di influenza schopenhaueriana intitolata “Il Jazz come Volontà e rappresentazione”, riceve un plauso particolare da parte della commissione. In quegli anni è infatti anche studente di Filosofia presso l’università di Bologna, ma si esibisce regolarmente in vari contesti come jazz club, festival e teatri (collaborando con artisti come Alfio Antico, Maurizio Giammarco, Antonio Marangolo, Teo Ciavarella e altri – va in scena anche in ambito teatrale con alcune produzioni dell’attore partenopeo Tommaso Bianco).
Coinvolto in varie formazioni (è ad esempio pianista stabile della Alma Jazz Orchestra), incide e pubblica con altri tre artisti siciliani un album – “Cialomi” dei Trinacria Express – che rimodula con sonorità Jazz e Funk alcuni canti popolari siciliani; con il progetto Indian Jazz trio risulta invece vincitore, sia come primo premio della sezione gruppi che come primo premio assoluto, del premio Pippo Ardini e nel 2016 vince la borsa di studio per le “Umbria Jazz Clinics” partecipando come finalista al Premio Internazionale Massimo Urbani.
Proseguendo specularmente lo studio del repertorio classico – affrontando in sporadici concerti un repertorio da solista che include musiche di autori come S. Rachmaninoff, S. Prokofiev, A. Scriabin, C. Debussy, M. Ravel –, consegue nel Giugno 2017 il Diploma accademico di secondo livello in Pianoforte Classico presso il conservatorio “A. Scarlatti” (già V. Bellini) di Palermo ottenendo Lode e Menzione d’onore. Collaborando ed esibendosi con moltissimi artisti (Simona Molinari, Bebo Ferra, Lauren Henderson, Rosalba Bentivoglio, Rosario Giuliani, Stjepko Gut, Ricky Portera, Giuseppe Milici e molti altri), si esibisce negli anni in numerosi jazz festival e rassegne culturali come, solo per citarne alcuni, il Cheltenham Jazz Festival, il Palermo Jazz Festival, il Pisa Jazz Festival, il Castelbuono Jazz Festival, Mixxer di Ferrara ecc.
Numerose le esperienze anche in Orchestre e Big Band, si esibisce più volte infatti come pianista della Orchestra Jazz Siciliana, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, la Frescobaldi Big Band, l’Orchestra Sinfonica “V.Bellini”, la Balarm Orchestra, la Tatum Art Orchestra e la già citata Alma Jazz. Pianista poliedrico e sensibile, porta avanti inoltre alcune collaborazioni che innestano la Musica nel Teatro, andando più volte in scena sia con Ugo Giacomazzi e Serena Ganci con lo spettacolo “Canzoni d’Amore” che con l’attore comico palermitano Sergio Vespertino.
Come pianista del Giuseppe Urso trio incide nel 2018 “Shapes” e nel 2020 “Nake”, entrambi editi dall’etichetta discografica Da Vinci Publishing; del 2022 invece la produzione discografica della cantautrice Serena Ganci “Non ti amerò per sempre” di cui è pianista e collaboratore negli arrangiamenti.
Fluente nella lingua inglese ed affascinato dalle esperienze e gli scambi culturali oltre i confini nazionali, dal Dicembre del 2018 lavora per alcuni periodi come pianista jazz per la Royal Caribbean International (a bordo della nave da crociera Allure of the Seas viene eletto “Employee of the month” nel Dicembre 2021) e tra il 2022 ed il 2023 si esibisce per tre mesi negli Emirati Arabi Uniti come pianista jazz residente al Belcanto Restaurant at Dubai Opera. È inoltre docente fin dall’Anno Accademico 2018/2019 di Pianoforte Jazz e Pianoforte Complementare Jazz presso il conservatorio (già ISSM) “Arturo Toscanini” di Ribera (AG)
fotogallery:
George V Johnson Jr. protagonista, a Brolo, di uno splendido caffè jazz.