di Chiara Celona.
Anche se, nell’immediato, non avete in programma una vacanza a Londra, patria di questo modello di stivali, sembra che un paio di Wellington (chiamati anche “wellies”) si possano davvero rivelare un acquisto azzeccato.Il nome deriva proprio da un’idea del primo duca di Wellington, che se ne fece realizzare un paio, ancora in pelle, nel 1800. Fu solo più tardi, in America, che venne sperimentato il modello in gomma.
Le più patinate riviste di moda suggeriscono gli stivali da pioggia come un’alternativa chic nelle giornate di maltempo e non si fanno mancare nemmeno accostamenti dai forti contrasti con abiti dall’animo romantico.
Hunter, la storica marca di rainboots, pubblicizza i vari ambiti in cui è possibile sfruttare questi stivali: lavoro, sport e tempo libero, ma anche, semplicemente, “for fashion”.
Non è difficile accorgersi dell’ormai pacifica presenza di questa calzatura fra i must-have della stagione piovosa e ne sono un esempio lampante i numerosi modelli proposti da Burberry, Valentino, Dolce&Gabbana e da molti altri.
Non si sottraggono alle tendenze modaiole ammirate in passerella e si tingono volentieri di maculato, di decorazioni che ricordano il pizzo o di stampe floreali e coloratissime, per prendere le giornate grigie con un po’ più di allegria.
Una delle cose più particolari in materia di lotta-fashion a pioggia e fango?
Si chiama “Shuella” ed è una sorta di impermeabile, disegnato appositamente per le scarpe con il tacco, da portare sempre in borsetta. Se la cosa vi incuriosisce, date un’occhiata al sito www.shuella.it (che include anche lo shop online) o alle video review che trovate su youtube.
Immagini: Hunter; Burberry; Rain Level