di Iryna Chumakova
Proprio In questi ultimi tempi si parla della cosiddetta “minaccia cinese”, la Cina infatti ha fatto prepotentemente irruzione nella scena internazionale, e tutto questo provoca, nell’animo dell’Europeo D.O.C., una profonda inquietudine.
Gli esperti hanno preventivato che nel 2030 circa, il PIL della Cina avrà  sorpassato di gran lunga quello degli Stati Uniti e del Giappone. Sarà  insomma la prima potenza mondiale, grazie alla loro mentalità Confuciana del lavoro, obbedienza e senso del dovere, davanti agli USA ed al Giappone, al quarto posto resterà  l’India, poi verrà l’Europa. Non sto qui ad elencare tutti i passi storici ed economici della grande Repubblica Popolare Cinese, ma di certo l’Europa è stata invasa da parecchi “occhi a mandorla” ed il suo mercato ben presto verrà assorbito da questi asiatici che contano 102 milioni di utenti su Internet e 480 milioni di utilizzatori di cellulari, un paese dotato di un serbatoio di forza lavoro e di materie prime illimitato, con i suoi 1miliardo 330 mila abitanti. In Italia la comunità cinese risulta essere poco appariscente, silenziosa, discreta, ma è assai attiva, occupa infatti una posizione di rilievo nel panorama complessivo degli insediamenti stranieri, cominciati per la prima volta a Milano e poi via via in tutta Italia, e si colloca al secondo posto fra le comunità asiatiche presenti nel nostro territorio.
I cinesi sembrano avere strade ben definite e molto più efficaci di altri gruppi etnici, specialmente nel campo commerciale e la facilità  della nascita di locali di abbigliamento cinese, tutti con la stessa caratteristica d’arredamento e li stessi colori rosso dragone, ci lascia perplessi. Non si vedono in giro, e non hanno punti di aggregazione al di fuori dei propri negozi. Ed ecco che nascono quegli stupidi luoghi comuni: “Non muoiono mai”, “vivono sottoterra”, “mangiano carne di cane, ecc.”!
la maggior parte di loro ha spesso un grado di istruzione molto basso (parlano spesso solo il cinese o il dialetto della zona da cui provengono) e questo determina anche il loro isolamento. E’ difficile avvicinare un immigrato Cinese, non so dove, nella mia città , essi vivano e si muovano; so per certo che non si vedono agli sportelli per l’immigrazione, o a fare la fila alla questura, ed ottengono, con una facilità estrema licenze di vendita e permessi di soggiorno, tanto da farci riflettere. Solo grazie alle loro seconde generazioni, che timidamente riusciranno ad affacciarsi nel panorama Italiano. Infatti, una società multietnica secondo me, si costruisce soprattutto nelle scuole. Le scuole sono, o meglio dovrebbero essere l’unico luogo in cui le famiglie italiane e straniere entrano in stretto contatto, ed è a scuola che i giovani figli di immigrati conoscono o dovrebbero conoscere la società che dovrebbe ospitarli e quindi integrarli; uso il condizionale grazie alla recentissima ed assurda direttiva, suggerita dal ministro Gelmini, che limiterà le classi di scuola Italiane, con il solo 30% delle presenze straniere. Ed intanto, mentre il Made in China imperversa, sarà solo l’incremento e l’apporto del PIL, creato dalla presenza e dal lavoro degli immigrati, che salverà  l’Italia e l’Europa dal precipizio!!!