A Monforte San Giorgio proseguono le attività di tutela e valorizzazione del ricco patrimonio storico-artistico.
Nelle due giornate del 28 e 29 Gennaio dedicate alle rievocazioni medievali correlate alla tradizione millenaria della “Katabba”, evento magnificamente organizzato dall’ associazione che da essa prende il nome; molte attività inerenti la salvaguardia di alcuni Beni Culturali, materiali e immateriali, hanno avuto seguito.
Durante la giornata di domenica 29 gennaio, alla presenza del Presidente dell’Assemblea Regionale On. Giovanni Ardizzone nella scenografica Chiesa della SS. Trinità si è svolto il convegno “Da Ruggero a Federico II – la Tradizione Storica della Katabba” in cui sono stati affrontati temi culturali inerenti il periodo storico dei due regnanti in Terra Siciliana e l’importanza strategica e militare assunta da Monforte in quelle ere con le evoluzioni della sua fortificazione e il controllo sul territorio Tirrenico e Peloritano con il supporto di Giuseppe Ardizzone Gullo dopo i Saluti Istituzionali dell’On. Giovanni Ardizzone e del Sindaco Giuseppe Cannistrà.
Sulla monetazione svevo-normanna e la sua circolazione nella Sicilia Nord Orientale il Presidente dell’ARS ME, Mauro Pirrone ha illustrato una serie di monete coniate dalle reggenze di Ruggero sino a Manfredi di Sicilia, esponendone le caratteristiche tecniche e alcune loro peculiarità.
Subito dopo la fine del convegno, si è tenuto nella chiesa del SS. Sacramento, l’esposizione dei rinvenimenti della “Caccia al Tesoro” organizzata dall’ARS ME, avvenuta il giorno dell’Epifania nel territorio Monfortese.
Grande soddisfazione e apprezzamento da parte dell’On. Ardizzone e del Dott. Giovanni Scaduto della Fondazione Federico II per il successo della manifestazione e per il ritrovamento di questi Beni, che verranno custoditi dall’Ente Comunale.
“Si è soliti dipingere la tradizione come ciò che viene trasmesso dal passato al presente. – ha commentato il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone – Gli oggetti materiali, le credenze, le immagini e le abitudini, le pratiche possono essere tramandate, e questo stesso gesto della loro consegna alle generazioni future costituisce una tradizione. Per essere tale, però, è fondamentale – conclude Ardizzone – una certa persistenza o la reiterazione attraverso la trasmissione. Tutto ciò a Monforte San Giorgio avviene con la Katabba”.
La giornata è proseguita con il premio “PRO MONFORTE” donato all’ On. Ardizzone a cura dell’Associazione Maria Immacolata e il gruppo di preghiera San Pio presso i locali del Convento delle Ancelle Riparatrici. Successivamente in Piazza IV Novembre ha avuto svolgimento il corteo storico e le rievocazioni medievali a cura dell’Associazione Katabba, mentre alle ore 19:00 è stato possibile udire il suono di campane e tamburo riecheggiante per circa trenta minuti dal campanile della Chiesa di Sant’Agata riportando indietro nel tempo i visitatori e i cittadini Monfortesi custodi della rimembranza dalla liberazione del dominio Saraceno grazie alla conquista Normanna avvenuta nel 1061 e che ancor oggi affascina chiunque l’ascolti, una tradizione tramandata da secoli per generazioni, solo oralmente e mai trascritta rendendola ancor più suggestiva.
Durante la giornata di Sabato 28 gennaio, un’antica vara, con finiture a decoro floreale è stata recuperata insieme a un pulpito ligneo, entrambe fino a quel momento, abbandonate all’interno del Convento di San Francesco di Paola, sommerse di detriti e sottoposte all’azione continua delle intemperie. I due manufatti, risultano in discreto stato di conservazione con alcune mancanze e leggere lesioni; dopo il “recupero” sono state trasportate in via temporanea in altri locali comunali nell’attesa di un restauro e una nuova collocazione con il fine di poter essere visionati dal pubblico.
Importante anche il rinvenimento dell’originaria acquasantiera in pietra di Mirto, della Chiesa di S. Francesco di Paola (XVII sec.), trovata nei depositi dello stesso Convento. Detta opera dopo i lavori di restauro della Chiesa avvenuti nel 2005 era stata divelta al fine di poter eseguire il restauro e di conseguenza essere ricollocata nell’originaria posizione, invece la stessa giaceva nei depositi del Convento come materiale di scarto; Il corpo lapideo è stato immediatamente consegnato alla Parrocchia di San Giorgio Martire al fine di essere custodito in condizioni migliori, ed adesso è visibile al pubblico all’interno della stessa Chiesa.
Tutto ciò si è reso possibile grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione ARS ME, la quale sta portando avanti il percorso di tutela e salvaguardia insieme all’Amministrazione Comunale, alla parrocchia di San Giorgio Martire e alla gentile collaborazione di Clemente Bitto e Antonino Midili.
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