Mostre – Da vedere quella alla Multimediale di Brolo tra “scatti” e sculture
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Mostre – Da vedere quella alla Multimediale di Brolo tra “scatti” e sculture

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Un bel regalo alla “Famiglia”, al cuore, al territorio, al tempo, agli affetti, che ben si incastona nel momento dell’anno dedicato ai “ricordi” quello che Giuseppe e Tindaro Pidonti con Ninni Iannazzo rispettivamente fotografi e artista, ci regalano con questa mostra visitabile fino all’8 novembre. Foto inedite di gruppi familiari di Brolo, ma anche Ficarra e Sant’Angelo di Brolo che segnano moda, costume, tratti somatici, antiche fierezze, sguardi, anche impauriti davanti l’obiettivo, non sfacciati come quelli degli attuali selfie, ma anche costumi, sogni e speranze.. e poi le sculture morbide e sinuose di Iannazzo che evocano sentimenti e voglia di abbraccio. … Una mostra da vedere.

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Una mostra. quella inaugurata ieri a Brolo, che come una statua ha una sua tridimensionalità, va guardata a 360 gradi, senza fretta. Così foto e sculture si uniscono in un unico percorso che ha come filo conduttore la “Familias”, ma poi conducono il visitatore su percorsi autonomi, anche con tratti coincidenti, ma emozionalmente diversi.

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I temi della storia dei luoghi, quelli che dai primi del novecento portano agli anni sessanta,  tra la marina di Brolo e le sue contrade sino ai centri collinari di Sant’Angelo di Brolo e Ficarra sono fissati sui “vetrini” di Giuseppe Pidonti – senior – .

Ne disegnano i contorni e i personaggi dalle mani – tipiche nella pittura del Migneco e di Gianmbecchina, grosse e callose per il  lavoro quotidiano, ma inanellate per la posa fotografica.

Abiti lisi, coperte da mostrare come corredo per future spose, a mò di fondale, volti bruciati dal sole, sguardi fieri in facce che mostrano età mature su corpi di fanciulle.

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Così quelle foto disegnano l’archeologia dei luoghi e sono alla base della ricerca artistica di un fotografo, il Pidonti, che aveva l’animo dell’artista, la sensibilità del pittore.

Sono foto che si osservano, senza tuttavia indurre a guardare quel passato con atteggiamento nostalgico, ma piuttosto con un’esortazione a non dimenticare e a ristabilire un contatto con il mondo apparentemente lontano, ma distante appena ottant’anni e con il quale spesso ancora oggi continuiamo ad aver legami.

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Le foto in mostra ora – molte inedite – ci parlano di matrimoni, di domeniche  a mare con improbabili costumi, di persone andati in argentina ed in america, di stimati professionisti d’oggi, in abiti da ragazzi, ci segnano la differenze tra le famiglie di quella nuova borghesi brolese nascente con le famiglie contadine, di sguardi strabici, ma buoni per foto da mandare ai parenti in australia, di ragazzi che sembrano uscire dal ghetto, ma che impertinenti voglio “entrare” nella foto … ci fanno leggere in chiave storica e antropologica – come affacciandoci da una finestra aperta – quel mondo che è stato dei nostri nonni, e ci fanno scoprire l’empatia con il mondo antico che caratterizza le fotografi e che rivive in quei fotogrammi con lo spirito del tempo.

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Ecco emergere la famiglia allargata, e la voglia di questa.

Un desiderio che è l’elemento di congiunzione con le sculture di Ninni Iannazzo che parlando al pubblico presente all’inaugurazione non si soffermata tanto sul suo lavoro ma esterna l’esigenza di creare sempre più momenti di incontro e confronto, di scambio e contaminazioni, tra arte e cultura, tra idee e pensiero.

Un’esigenza avvertita da tanti e che proprio in un luogo fisico, la sala Rita Atria, potrebbe trovare ambiti e spazi giusti per tramutarla in fucina creativa.

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E tornando alle sculture del maestro Iannazzo, Roberto Santoro, dell’associazione Pathos, accogliendo l’invito a porgere una sua testimonianza, giunto da Massimo Scaffidi che ha presentato l’evento, ieri le ha così tratteggiate: “Le forme delle sue sculture , ci parlano di legami, egli, realizza un tutt’uno di due persone, di due menti e di  due cuori,  un figlio li unisce ancora di più, Ecco che la Rinascita generata da questi valori ha basi più solide e sinergiche a progetti ancora più grandi – concludendo – Il suo linguaggio appare espressione individuale, ma è senza dubbio  oggettivo”.

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Penso che sia una mostra che le scuole dovrebbero far visitare agli alunni.. che racconta tanto e sia i Pidonti che Iannazzo hanno già dato la loro disponibilità a raccontare e  raccontarsi alle giovani generazioni.

Penso – come ha anche evidenziato Flavia Pidonti – che sarebbe opportuno  quasi rendere obbligatorio un corso di fotografia in tutti i programmi scolastici perchè farebbe non solo vedere il mondo, ma anche guardarlo, osservandone mettendoli a fuoco i dettagli. …

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Orario mostra

da lunedì a sabato ore 9,00 – 13,00

martedì e giovedì anche dalle 15,00 alle 18,00

domenica dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 19,00

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2 Novembre 2015

Autore:

redazione


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