Dal 01 Febbraio 2020 al 20 Febbraio 2020, al Loc di Capo d’Orlando, gli artisti Felicia Lo Cicero e Alessandro Maio … “per una mostra agnostico razionalista”
Dal 01 Febbraio 2020 al 20 Febbraio 2020 a Capo d’Orlando
Allo Spazio LOC della Pinacoteca Comunale – via del Fanciullo, 2 – info:0941912946
Orari: da Lunedì al Sabato dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00
Verrà inaugurata il 1 Febbrario alle ore 18:00 nello spazio LOC della Pinacoteca Comunale di Capo d’Orlando, sede Centro Culturale Polivalente Via del Fanciullo, 2 (I piano), la mostra “L’infinito punto di Dio. Per una mostra agnostico razionalista” degli artisti Felicia Lo Cicero e Alessandro Maio, curata dall’ermeneuta dell’arte Felicia Lo Cicero.
L’evento, proponendosi in un intreccio metadiscorsivo tra arte, letteratura e scienza, si snoda esplicativo in un’installazione e da essa e attorno a essa, alla dimensione mitico-immaginativa delle opere di Felicia Lo Cicero e di Alessandro Maio.
Il momento dell’inaugurazione daterà l’inizio della messa in opera dell’allegoria cosmogonica: un Io narratore atemporale colloquierà con il suo pubblico; un Io biologico-storico, continuo e immortale reggerà l’imperfetto, mentre un Io contemporaneo, morendo confermerà la sua discontinuità; un Io lirico affiorerà prorompente nell’opera dei due artisti.
“L’infinito punto di Dio” è il punto di concentrazione vorticante tra intelligenza creativa, intelligenza intellettuale e intelligenza spirituale; il punto in cui il pensiero fugace obbedendo a un disegno invisibile, annullato nella stoltezza e corretto nell’ingegno, può inaugurare una forma segreta: chiave dell’iniziazione e della cosmologia. Rimando costante è a “Tutte le Cosmicomiche” di Italo Calvino, un gioco evocativo intrigante e raffinato nell’intento di unificare la generazione spontanea delle immagini all’intenzionalità del pensiero discorsivo.
Il viaggio dei due artisti traccia un volo dell’intelletto atto a definire un caleidoscopio di universi impossibili, invisibili e impenetrabili, traslati in una vita d’uomo. Con il “distanziamento” dal nostro mondo, nel tempo e nello spazio, affiora netta ed evidente una critica spietata all’uomo, che fa risaltare a uno a uno tutti i suoi limiti. Ciononostante, resta nel fruitore l’idea della tensione “dell’uomo superiore” verso il superamento di sé e delle proprie contraddizioni per assurgere al livello in cui, non occupandosi di se stesso, a trovare redenzione sarà l’Uomo in generale.
In questa ineffabile dimensione vedremo muovere in sospensione i due artisti lungo rette parallele nella possibilità d’incontrarsi all’infinito. Siffatto ente geometrico, pur invalidando la dualità, permetterà la comunicazione tra lo spirituale e il materiale nell’opportunità di organizzare alcune informazioni su se stessi nello sforzo di trovare la maniera migliore di abitare la tragicità.