MOSTRE – Oltre il buio. I disegni inediti di Carlo Levi
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MOSTRE – Oltre il buio. I disegni inediti di Carlo Levi

Dal 18 al 31 aprile all’interno della Chiesa di San Francesco di Paola di San Pier Niceto

 

La mostra promossa dal Sindaco Luigi Calderone e dall’Assessore al turismo del Comune di San Pier Niceto Francesco Certo con il supporto degli esperti Salvo Presti e Peppe Maimone si terrà, dal 18 al 31 aprile all’interno della Chiesa di San Francesco di Paola di San Pier Niceto.

La mostra antologica, curata da Nino Sottile Zumbo, dei ‘Disegni della cecità’, realizzati dal pittore e scrittore Carlo Levi( 1902-1975), di proprietà di Nino Milicia si terrà contemporaneamente a Milazzo presso il Palazzo D’Amico.

Nel 1973, al tempo della sua parziale cecità, Carlo Levi, costretto a letto, supino, con la testa in basso rispetto all’asse del corpo, sollecitato dall’amata compagna Linuccia Saba, si fa costruire un’ insolito strumento che, in omaggio ad una poesia di Rocco Scotellaro, battezza Quaderno a cancelli: un quaderno di legno a cerniera, munito di cordicelle tese tra le due sponde per guidare la mano, sì da riuscire a disegnare e scrivere.
Un non vedente è, per biologica vocazione, un veggente.
E dunque ogni sipario di nebbia, che gli ostruisca e annienti davanti agli occhi le occasioni e le sfide dei colori, non fa che spalancargli nello stesso tempo un teatro inesauribile di memorie, storie, affetti, eventi di vissuta e penata esistenza: fioriscono così i ‘Disegni della cecità’ e le poesie e prose, controcanto dei ‘Disegni’, raccolte nell’opera postuma Quaderno a cancelli, pubblicata da Einaudi nel 1979.
Rinchiuso entro le quattro mura della visione interiore, le sue opere pittoriche (disegni, tendenti all’astratto, tracciati con penna a sfera blu, lapis, pastelli) divengono dizionario di relazioni, computano, nel buio, il ricordo d’ogni creatura cara [Ritratto di Linuccia, Ritratto di Gian Paolo (Gian Paolo Berto, il suo assistente) L’eroe birmano, il ciclo degli Amanti, che comprende l’unica scultura in bronzo da lui realizzata, etc.] e l’ impietosa dissezione chirurgica di se’ stesso e della propria storia[ Autoritratti in blu, arancione, rosa, celeste; l’Autoritratto-Gufo con l’occhialino (“[…] Carlo Levi era un gufo, aveva gli occhi scrutatori dell’uccello della notte[…]”, Pablo Neruda), Il gufo Graziadio (Graziadio era il suo secondo nome ), L’ occhio torturato dalla luce, Della malattia, L’operazione all’occhio, Il secondo intervento chirurgico, Narciso e Narciso dormiente( emblema della conoscenza di sé), Perdita della madre, Perdita dell’immortalità, etc.].
Carlo Levi riesce ( come probabilmente pochissimi prima di lui) a sollevare la letteratura e l’arte e le loro imposture a una verità e luce di idee fatte carne.

 

16 Marzo 2018

Autore:

redazione


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