Attualita

MOSTRE – Wish Tree for Sicily di Yoko Ono all’Isola Bella di Taormina

Mostra a cura di Nino Sottile Zumbo per la Fondazione Mudima di Milano, dal 27 luglio al 30 settembre 2024. La mostra è stata promossa e finanziata dal Parco Archeologico Naxos – Taormina

Vista dal mare, appare come uno scoglio gigante e inaccessibile.

L’Isola Bella è come un guerriero ciclopico a guardia e protezione della grande isola, la Sicilia, alle sue spalle. L’impressione è enorme, l’emozione pure. Ci si trova sulla stessa costa, qualche decina di chilometri più a nord, dove i racconti poetici di Omero nell’Odissea ci fanno incontrare Ulisse, archetipo del viaggiatore per eccellenza, e delle sfide degli umani contro le forze ineluttabili del fato e degli “dei”.

E ci fanno incontrare il ciclope Polifemo, dal quale sfuggì con furbizia, accecatolo, continuando il suo viaggio.

Bagnata da acque cristalline, con grotte sommerse di struggente bellezza, ricca di una lussureggiante vegetazione ed esclusive specie endemiche di flora e fauna, come la lucertolina dalla tipica colorazione rossa del ventre (Podarcis sicula medemi) e il Fiordaliso di Taormina (Colymbada tauromenitana), l’Isola Bella è un monumento naturale, con una villa, lastricata in pietra e sobriamente divisa su più piani, vero modello di bioarchitettura.

Queste, in sintesi, le ragioni per cui Yoko Ono ha scelto di realizzare proprio qui la sua mostra Wish Tree for Sicily (L’albero dei desideri per la Sicilia), su proposta di Gabriella Tigano, direttrice del Parco Archeologico Naxos -Taormina, di cui l’Isola Bella è parte.

Ce lo confermano Jon Hendricks, critico newyorchese delegato dall’artista ad ispezionare gli spazi; Gino di Maggio, Presidente della Fondazione Mudima di Milano, affididataria della gestione dell’evento; e il curatore, il critico Nino Sottile Zumbo.

Sulle inferriate che delimitano l’accesso all’isola è esposta la grande

opera-manifesto con la scritta Imagine Peace (Immagina la pace), creata appositamente per questa mostra.

Aforisma coniato da un “cuore pensante”, quello di Yoko Ono (nata a Tokyo nel 1933): è la prima donna che studia filosofia nel suo paese; attivista ante litteram per l’ecologia, l’eguaglianza, la solidarietà e la pace tra gli uomini; protagonista del movimento d’avanguardia Fluxus, ovvero “l’arte come flusso vitale”, creato da George Maciunas a New York a metà Novecento; poetica e coinvolgente pioniera dell’arte concettuale e dell’happening; è anche raffinata musicista e filmaker.

Pensare, per lei, significa creare armonia nell’animo; e tutto ciò che è profondo può esprimersi con atti e parole semplici.

Con quest’opera ci invita a risvegliarci: se vuoi veramente attuare la pace, devi immaginarla con la mente e col cuore.

Da bambina, durante la seconda guerra mondiale, ammirava il cielo e le nuvole: era la sua via di fuga nel Giappone violato dalla bomba atomica.

Il cielo e le nuvole, metafora di libertà.

Sdraiata per terra col fratellino, creava mondi immaginari, «forse la mia prima opera d’arte» dice lei stessa.

Nell’isola – disseminati lungo i percorsi naturali, sui terrazzamenti sull’acque o nel più ampio padiglione coperto – sono collocati sei alti alberi di agrumi in vaso, arance e limoni dalle folte fronde.

I vasi sono racchiusi in contenitori cubici bianco latte, di sapore zen.

Preludio dell’happening: camminare sull’istmo, che affiora dalle acque o ne è sommerso, a seconda delle maree.

Raggiunta l’isola, le guide porgono a tutti i visitatori, grandi e piccini, striscioline di carta, munite di spago, e una matita: sono invitati, secondo le istruzioni dettate da Yoko Ono, a iscrivervi un loro desiderio e appenderlo, a loro scelta, ad un albero di agrumi o ai lentischi, alberi sempreverdi autoctoni dell’isola.

Quest’azione – sottolinea il curatore della mostra, Nino Sottile Zumbo – è mutuata da uno dei riti tradizionali praticati dal popolo giapponese durante la festa chiamata Tanabata che ricorre la settima notte del settimo mese dell’anno, e che dovrebbe essere la più stellata secondo il calendario astronomico: i partecipanti scrivono i loro desideri su pezzettini di carta variopinta (Tanzaku) e li appendono proprio ai rami di un albero.

È una delle vie più brevi e immediate, secondo la spiritualità nipponica, per dialogare col «divino».

Nel padiglione, oltre agli agrumi,  vi sono anche quattro grafiche: pittogrammi, leggeri, impalpabili come il vento che li ha ispirati; uno di questi ci esorta a «disegnare un sogno d’amore».

E un video del 2009, capolavoro d’arte cinematografica visionaria, girato in Islanda, che contiene filmati d’epoca, e che l’artista ha creato e dedicato alla memoria di John Lennon: una fluente colonna di luce che si leva fino al cielo, emblema della pace universale.

Visitare la mostra Wish Tree for Sicily è un’esperienza interiore che non si dimentica.

Redazione Scomunicando.it

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