Ma già nel 2018 si poteva chiudere la vicenda
una bell’idea naufragata…
Non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti dell’ex sindaco di Brolo Salvo Messina e dell’ex capo dell’ufficio ragioneria del comune, Carmelo Arasi, in relazione all’imputazione di falso ideologico in concorso per la vicenda dell’acquisto di quattro sculture in marmo di Carrara acquistate nel 2013 dal comune di Brolo.
Una conclusione scontata, anticipata già nel 2018 quando la “pratica giudiziaria” sul presunto, in quanto mai effettuato, acquisto di 4 statue, dopo una serie di rinvii approdò al dibattimento.
Al tempo l’avvocato Carmelo Occhiuto fù esplicito definendo il tutto come una storia tutta da ridimensionare: “Quelle statue non vennero mai acquistate”.
Ma per l‘’accusa c’era il falso ideologico in concorso e il giudice di Patti, Ugo Molina, al tempo rinviò a giudizio l’ex sindaco di Brolo, Salvo Messina e l’ex capo dell’area finanziaria Carmelo Arasi, arenando completamente il progetto di realizzare un parco marino, “l’Oasi degli Dei”.
Ora, il 7 giugno, giunge la sentenza, dal Tribunale di Patti, di non doversi procedere.
Un procedimento che nacque in un clima elettorale, politico, amministrativo infuocato con un esposto anonimo che si sviluppava intorno al teorema che il ragioniere del comune, Carmelo Arasi, avrebbe attestato falsamente nella propria determina, la decisione dell’amministrazione comunale, all’epoca presieduta dal sindaco Salvo Messina, di acquistare quattro statue, e l’esistenza di un relativo impegno di spesa per 6.050,00 euro a favore di una cooperativa di marittimi dell’Isola d’Elba (non per l’acquisto delle statue ma per farle “emergere” dai fonali dell’isola d’Elba dove erano state poste dall’artista per un processo di “invecchiamento” teso a farli ricoprire di muschi e conchiglie).
L’accusa era inequivocabile diretta a”quelle statue erano giunte a Brolo per finire chissà dove per arredare ville, piscine e giardini”.
Cosa chiarissima all’inverso attestata anche dall’artista che le statue non si erano mosse mai dalla Toscana. E a seguito delle indagini svolte dal nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, non fu trovato riscontro circa la delibera di giunta per l’acquisto delle opere né de relativo impegno di spesa.
Ora la prescrizione chiude tutto ma per la cronaca è bene rammentare che queste opere doveva essere le prime da allocarsi sui fondali intono alla scoglio di Brolo dove sarebbero state realizzate delle grandi aiuole di poseidonie.
Le grandi statue, raffiguranti dei marini, tritoni, sirene e grandi pesci, realizzati a cura dal maestro scultore Giorgio Verdura sarebbero state inserite nel progetto “l’Oasi degli Dei”. Un progetto ambizioso che guardava anche ai disabili, e del quale su youtube esiste anche uno spot che ne anticipava contenuti e futuro.
Quelle statue non erano mai giunte a Brolo.
Scrivo a “scomunicando.it” per comunicare dove attualmente siano le sculture inerenti al progetto “Giardino degli Dei”, ma dice anche altro e soprattutto si chiede se questo progetto troverà nuove attenzioni.
Comincio col presentarmi, sono Giorgio Verdura comproprietario della collezione Oasi degli Dei composta da nove sculture rappresentanti divinità greche di cui quattro – Sirena, Giove, Pegaso, Tritone – come da preventivo protocollato ed approvato dall’allora Sindaco del Comune di Brolo diventavano parte integrante del progetto e della realizzazione di un Museo subacqueo denominato “Il giardino degli Dei“.
Era un progetto nobile che doveva servire a far partire – agendo anche come trait d’union con altri enti ed associazioni da indotto turistico, artistico, culturale, sportivo – un’iniziativa, senza barriere architettoniche, di richiamo, di interesse, attrattivo, pensato anche alle diversabilità.
Il sindaco del tempo, Salvo Messina, che certamente l’idea aveva sponsorizzato, coccolata, era stata fortemente accolta e voluta da diving, amanti del mondo subacqueo, sportivi, associazioni non solo gravitanti intorno al mondo del mare, e da diversi operatori turistici. Tutti consapevoli dell’importanza di quel progetto e del suo valore.
Un progetto di nuova concezione indirizzato alle collaborazioni di quante più attività subacquee sparse nel Mediterraneo come progetto Internazionale, di interscambio turistico dedicato ai Percorsi subacquei Internazionali accessibili a tutti e che si sarebbe legato al “cimitero della memoria” realizzato con l’affondamento dei barconi dei migrantes, dopo averli ripuliti da agenti inquinamnti o tossici per l’ambiente marino”, da allocare nell’area nei pressi dello scoglio brolese.
Un progetto che non nasceva a caso. Come dimostrano le attività fatte nel Comune di Brolo nell’anno 2012 e 2013 per guide ed accompagnamento subacqueo per persone diversamente abili proprio in preparazione a quanto doveva succedere. Un progetto che prevedeva dopo le prime 4 statue l’acquieto dell’intera collezione composta da 9 raffigurazioni (tutte di dimensione monumentale – pesano tonnellate – realizzate in marmo di Carrara.)
Per la cronaca l’artista scrive che parla anche del necessario versamento di una caparra per definire il contratto di acquisto, alla quale avrebbe fatto seguito la spedizione, ed evidenzia, tagliando la testa al toro ad ogni illazione: Sono stati fatti svariati solleciti dove si richiedeva la caparra, a cui non vi è stata risposta, per questo le sculture non sono mai partite dall’Isola d’Elba.
Un impegno che al tempo non poteva essere mantenuto in quanto il finanziamento regionale tardava ad arrivare, mentre le statue venivano già poste in secco.
Il progetto comunque prevedeva anche la creazione di percorsi marini specializzati, ed una serie di attività a salvaguardia dell’eco sistema marino della costa brolese.