L’esposto quindi si argomentava su una falsa attestazione di un impegno finanziario, resa nel maggio del 2013, per un importo di 6.050 euro da parte del comune brolese, che doveva servire non tanto per l’acquisto delle statue ma quale costo dovuto alla cooperativa di ormeggiatori e barcaioli di Piombino e Porto Ferraio che aveva effettuato il recupero delle stesse dai fondali antistanti il porto della località toscana e che poi sistemate sul molo – definite le procedure di acquisto – doveva essere trasportate a Brolo.
Procedure di acquisto che si sarebbero formalizzate solo dopo l’ottenimento di un finanziamento da parte della regione Siciliana atta alla realizzazione del progetto globale e per il quale, al tempo, il Comune di Brolo fece anche una richiesta.
Un progetto per il quale l’assessorato regionale al turismo aveva, per quanto concerneva la la promozione e pubblicità, vista la sua unicità e bellezza, aveva anche stanziato 5000 euro per un lancio pubblicitario. Finanziamento che visto l’affondamento del progetto venne poi restituito e quindi revocato .
Il caso della Statue fu un vero e proprio casus belli durante la campagna elettorale del 2015.
Quelle stature raffiguranti divinità greche infiammarono comizi e confronti in una ridda di informazioni, mezze verità e disinformazione.
C’è stato chi ci ha creduto, chi ha nicchiato, chi si è posto domande cercando risposte, senza soffermarsi a guardare una realtà chiara a tutti.
Quelle statue non erano mai giunte a Brolo.
A mettere un punto di chiarezza ci aveva pensato anche Giorgio Verdura, l’ideatore del progetto. Infatti arrivò in redazione, nella serata del 20 maggio del 2018, ma ormai con la campagna elettorale in zona Cesarini, la nota dell’artista-collezionista, proprietario delle opere.
Lui era deluso dalle polemiche che erano affiorate e che l’avevano, inconsapevolmente, tirato in ballo.
Rivendicava la sua delusione nel non vedere realizzato quel progetto per il quale aveva affrontato spese, investito sogni. Evidenziava che era un progetto artistico, valido, al di là di chi lo voleva o poteva realizzare e documentava fotograficamente che le stature erano lì a Portoferraio sull’Isola d’Elba e che lui aspettava.
Scrivo a “scomunicando.it” per comunicare dove attualmente siano le sculture inerenti al progetto “Giardino degli Dei”, ma dice anche altro e soprattutto si chiede se questo progetto troverà nuove attenzioni.
Comincio col presentarmi, sono Giorgio Verdura comproprietario della collezione Oasi degli Dei composta da nove sculture rappresentanti divinità greche di cui quattro – Sirena, Giove, Pegaso, Tritone – come da preventivo protocollato ed approvato dall’allora Sindaco del Comune di Brolo diventavano parte integrante del progetto e della realizzazione di un Museo subacqueo denominato “Il giardino degli Dei“.
Era un progetto nobile che doveva servire a far partire – agendo anche come trait d’union con altri enti ed associazioni da indotto turistico, artistico, culturale, sportivo – un’iniziativa, senza barriere architettoniche, di richiamo, di interesse, attrattivo, pensato anche alle diversabilità.
Il sindaco del tempo, Salvo Messina, che certamente l’idea aveva sponsorizzato, coccolata, era stata fortemente accolta e voluta da diving, amanti del mondo subacqueo, sportivi, associazioni non solo gravitanti intorno al mondo del mare, e da diversi operatori turistici. Tutti consapevoli dell’importanza di quel progetto e del suo valore.
Un progetto di nuova concezione indirizzato alle collaborazioni di quante più attività subacquee sparse nel Mediterraneo come progetto Internazionale, di interscambio turistico dedicato ai Percorsi subacquei Internazionali accessibili a tutti e che si sarebbe legato al “cimitero della memoria” realizzato con l’affondamento dei barconi dei migrantes, dopo averli ripuliti da agenti inquinamnti o tossici per l’ambiente marino”, da allocare nell’area nei pressi dello scoglio brolese.
Un progetto che non nasceva a caso. Come dimostrano le attività fatte nel Comune di Brolo nell’anno 2012 e 2013 per guide ed accompagnamento subacqueo per persone diversamente abili proprio in preparazione a quanto doveva succedere. Un progetto che prevedeva dopo le prime 4 statue l’acquieto dell’intera collezione composta da 9 raffigurazioni (tutte di dimensione monumentale – pesano tonnellate – realizzate in marmo di Carrara.)
Per la cronaca l’artista scrive che parla anche del necessario versamento di una caparra per definire il contratto di acquisto, alla quale avrebbe fatto seguito la spedizione, ed evidenzia, tagliando la testa al toro ad ogni illazione: Sono stati fatti svariati solleciti dove si richiedeva la caparra, a cui non vi è stata risposta, per questo le sculture non sono mai partite dall’Isola d’Elba.
Un impegno che al tempo non poteva essere mantenuto in quanto il finanziamento regionale tardava ad arrivare, mentre le statue venivano già poste in secco.
Il progetto comunque prevedeva anche la creazione di percorsi marini specializzati, ed una serie di attività a salvaguardia dell’eco sistema marino della costa brolese.
Ricordiamo anche che quelle opere vennero realizzate “dagli amici di Giorgio Verdura” che vi hanno lavorato per due mesi: si tratta di scultori provenienti da ogni parte del mondo che hanno lavorato nella cava dismessa di Marciana e una va volta giunte a Brolo, prima di finire sui fondali dello scoglio, le opere sarebbero state esposte sul lungomare, e avrebbero dato vita ad una mostra estiva e solo poi caricate su un pontone sarebbero state immerse su un fondale di 12/14 metri davanti allo scoglio di Brolo. Sicuramente la suggestione nel vederle posizionate sul fondale, anche dalle barche in transito, poichè le imponenti sculture sarebbero sembrate fluttuare nell’acqua sarebbe stata tanta.
“L’Oasi degli Dei”, voleva essere, in quest’ambizioso progetto, la prima galleria d’arte in fondo al mare.
Un progetto he ora è definitivamente affondato… davvero con buona pace per l’arte, i buoni propositi, la buonafede di chi ci ha creduto. Peccato. Chissà se la Serene-Venere ben scolpita, nel suo biancore marmoreo, ci perdonerà o se sfuggiremo all’ira del Tritone che già si sentiva padrone dei fondali dello “scoglio”
Nel procedimento l’ex sindaco Messina era difeso dall’avvocato Carmelo Occhiuto ed il ragioniere Arasi dall’avvocato Giuseppe Calabrò, mentre il comune di Brolo era rappresentato dall’avvocato Antonio Spiccia.
L’avvocato Carmelo Occhiuto – difensore di Salvo Messina – evidenziò al tempo che “Nella determina l’acquisto delle statue sarebbe stato condizionato all’avvenuto finanziamento – oltre 60.ooo euro – erogato dall’assessorato regionale dei Beni Culturali, peraltro mai avvenuto”. “ L’acquisto delle quattro statue, in virtù di un bando per l’accesso a fondi regionali – dichiarò Occhiuto- sarebbe stato pertanto a carico dell’assessorato regionale, il comune brolese avrebbe dovuto farsi carico delle spese relative al trasporto ed alla collocazione delle statue, quantificabili in 6.050,00 euro, per la realizzazione di un’oasi marina tra lo scoglio ed il lungomare di Brolo. Ma il bando fu revocato e l’acquisto dei quattro ornamenti in marmo non ebbe luogo”. “La società proprietaria di Piombino ha infatti intimato all’ente il pagamento delle spese sostenute per la sistemazione ed il deposito delle statue, non ha infatti richiesto la corresponsione del loro valore complessivo” .
Ed era sicuro che al dibattimento tutto sarebbe stato chiarito.
La prescrizione gli ha levato questa gioia.