“Lombardo, – continua l’esponente MPA – non so bene se con autoironia o colto da improvviso pentimento, dichiara di ritenere positivo il dissenso all’interno del Movimento per le Autonomie e ricorda che è giusto confrontarsi e poi votare: dichiarazione impegnativa per un leader che ha preso la decisione di sciogliere il suo partito senza convocare neppure un incontro. Credo, comunque, che abbia ragione. E’ sicuramente arrivato il momento di esplicitare il dissenso e di pretendere confronto e voto democratico in tutte le sedi di partito”.
“Con chiarezza – sottolinea l’on. Lo Monte – intendo intanto replicare alle sue affermazioni nei miei confronti. Mi chiede di fare la mia parte. Io l’ho sempre fatta e sono stato per questo sempre penalizzato. In modo scientifico Lombardo ha isolato sistematicamente tutti quelli che, insieme con me, hanno costruito il partito e ha premiato e beneficiato “parvenus”, arrivisti e opportunisti, quando non ha semplicemente provveduto ad inviare proconsoli catanesi”.
“Adesso – aggiunge il capogruppo MPA – dovrei occuparmi io di riorganizzare il partito e di non farlo trovare impreparato alle elezioni amministrative? Questo dovere compete a chi in questi anni ha distribuito gratifiche e prebende, gestito il potere e selezionato, di fatto, una classe dirigente raffazzonata e inadatta a gestire i momenti elettorali. I soldati non possono più organizzare l’esercito in attesa che il generalissimo nomini i colonnelli. Venga il Presidente Lombardo a organizzare le liste, ovvero incarichi qualcuno dei suoi entusiasti neosostenitori, o ricorra al consolidato e un po’ sovietico metodo dei commissari politici”.
“Quanto – prosegue l’on. Lo Monte – alla mia presunta intrattabilità (mai comunque paragonabile alla sua) che non si addice a un capo politico, non posso che ricordargli che i capi veri non si riconoscono nel momento nel quale distribuiscono sottogoverni e incarichi, bensì quando riescono a coagulare il consenso attorno a loro”.
“Rassicuro, – conclude l’on. Lo Monte – in ogni modo, ancora una volta il Presidente Lombardo: non intendo lasciare il Movimento per le Autonomie. Continuerò dall’interno e con rinnovato entusiasmo a combattere la mia battaglia per costruire in Italia un forte movimento meridionalista indipendente e senza padroni”.
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