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MPA NEBRODI – Un’agricoltura di qualità per il rilancio dell’economia siciliana

L’agricoltura deve essere elemento fondamentale di un sistema integrato che rilanci il settore produttivo siciliano.
E’ questo l’auspicio avanzato nel corso del convegno su “Il ruolo dell’agricoltura nello sviluppo dei Nebrodi” organizzato dall’Associazione Culturale Nebrodi al Castello Gallego di Sant’Agata Militello.
Il prof. Matteo Florena, presidente dell’associazione, ha sottolineato la necessità di non considerare l’agricoltura come settore indipendente, bensì come parte di un più complesso sistema che – ha affermato Florena – “punti su ricerca e sviluppo per migliorare la qualità del prodotto – Sicilia”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Sant’Agata Militello, Bruno Mancuso, che ritiene auspicabile “mirare ad una integrazione dell’agricoltura con l’artigianato ed il turismo”. Sono, infatti, tutte facce della stessa medaglia che, se messe a sistema, possono permettere al territorio dei Nebrodi di affermarsi quale realtà produttiva d’eccellenza nel panorama nazionale ed internazionale.
Non sono mancati i riferimenti alla programmazione comunitaria 2007-2013 a proposito della quale la dott.ssa Rosaria Barresi, Direttore Generale dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, ha rassicurato sul fatto che si sta lavorando per utilizzare nel modo più efficace ed efficiente possibile i fondi a disposizione per il settore dell’agricoltura. “Molti bandi sono già stati pubblicati e altri lo saranno entro la fine dell’anno – sostiene la Barresi. L’Assessorato all’Agricoltura sta avviando una sinergia con l’Assessorato alla Cooperazione in modo da operare fianco a fianco negli interventi riguardanti i distretti produttivi che abbracciano il settore dell’agricoltura”. “È nostra intenzione – ha concluso la Barresi – fare quanto è in nostro potere per promuovere e sostenere interventi in agricoltura che mirino alla qualità”.
“Nel corso della passata programmazione comunitaria – ha affermato il professore Salvatore Barbagallo, docente della Facoltà di Agraria dell’Università di Catania – i fondi, molto spesso, sono stati spesi male e la diretta conseguenza è stata quella di non aver determinato lo sviluppo auspicato. Errori di questo tipo non vanno più fatti e gli operatori dell’agricoltura, attraverso formazione e informazione adeguate, devono essere messi in condizione di utilizzare i fondi a disposizione per garantire lo sviluppo della loro attività e di conseguenza dell’intero sistema economico regionale”. Secondo Barbagallo, “l’università deve avere un rapporto stretto con il mondo dell’agricoltura in modo da promuovere congiuntamente lo sviluppo delle attività agricole”.
Le conclusioni del convegno sono state affidate all’On. Ferdinando Latteri che ha avanzato la proposta di realizzare sui Nebrodi un Centro Servizi “che faccia da trait d’union tra chi opera alla Regione e l’impresa che vuole beneficiare dei fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea. In passato – ha proseguito Latteri – è spesso mancata la chiarezza dell’informazione e in questo contesto la politica deve saper intervenire attivamente per aiutare gli operatori economici”.
“Dobbiamo e possiamo puntare sulla qualità anche nel settore agricolo – ha affermato Latteri – perché le “eccellenze” che sappiamo e dobbiamo proporre sono capaci di imporsi sui mercati anche e soprattutto su quelli stranieri”. A questo punto l’Onorevole Latteri ha parlato anche della necessità di imporre prima di tutto a noi stessi il consumo di prodotti Siciliani lanciando il tema delle “gabbie dei prodotti da contrapporre alle gabbie salariali auspicate in altre zone del paese. Se in tutti gli esercizi commerciali fosse d’obbligo proporre una determinata percentuale di prodotti del territorio in cui si trovano, le imprese locali aumenterebbero il loro potere contrattuale nei confronti dei mercati, anche di quelli finanziari”.
“Tutto ciò – ha concluso l’onorevole – non può essere realizzato senza formazione, ricerca e capacità di fare sistema attraverso consorzi o cooperative. Solo facendo leva su questi punti di forza si può rilanciare la Sicilia e renderla competitiva sul panorama mondiale”.

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