Secondo appuntamento per MUME20 OFF, la rassegna teatrale estiva nel Giardino del Museo Regionale di Messina a cura di Clan Off Teatro: mercoledì 22 luglio è la volta di “Intr’ a Medea”
Partenza rinviata della rassegna estiva “MuME20 OFF” a cura di Clan Off e dell’Associazione culturale Clan degli Attori. Il primo spettacolo in cartellone, “Didon now”, è stato posticipato a causa della pioggia. È dunque il turno di “Intr’a Medea”, mercoledì 22 luglio ore 21:30.
Lo spettacolo INTR’ A MEDEA di Germano Marano e Daiana Tripodi, con Daiana Tripodi, i costumi di Umay Kuo e le musiche Mattanza, è un percorso tortuoso alla ricerca di quei suoni viscerali dell’animo umano che solo una donna, ferita nel suo orgoglio, può possedere.
Un viaggio, interpretato nella lingua originaria dell’attrice, il calabrese, alla scoperta dell’io più profondo dell’essere donna e madre. Vive e respira una Medea che resta, scandalizzando il mondo intero. Ciononostante imperturbabile.
“Comu pozzu jeu jettari sangu! Jeu Medea, figghia di re!!”
Il lavoro su “Intr’a Medea” nasce dall’esigenza di esplorare i temi forti e sempiterni del mito, ricercandoli nel linguaggio più sentito, quello più familiare.
Il tema principale è quello dell’orgoglio femminile, che quando si innesca è come una bomba che fa poi esplodere altri sentimenti. La rabbia, per esempio, che non trova pace; la vergogna procurata per mano altrui o quella che subentra al gesto estremo. Mentre il dolore è troppo grande e pesante da poter essere sopportato.
Prendendo spunto dai testi di Euripide, Heiner Müller, Christa Wolf, è stata riscritta la storia di questa donna che diventa Mito,
Le musiche originali sono dei Mattanza e costituiscono l’irresistibile crocevia di
suoni e liriche che attingono alla tradizione popolare calabrese, con tutta la potenza della
saggezza antica, ma con la freschezza di una nuova concezione musicale.
“… Sti’ mani i stringia a’ pugni, toccai feriti, i ffundai ntra i capidi cauddi dì figghioli mei…”
INTR’ A MEDEA
di Germano Marano e Daiana Tripodi
diretto ed interpretato da Daiana Tripodi
costumi Umay Kuo
musiche dei Mattanza
produzione Retablo
Un percorso, un cammino tortuoso alla ricerca di quei suoni viscerali dell’animo umano, che solo una donna, ferita nel suo orgoglio può possedere. Un viaggio, interpretato nella lingua originaria dell’attrice, il calabrese (perché alcune cose, a volte sussurrate, perché non si possono ascoltare, a volte urlate, perché devono essere ascoltate, si possono dire solo se ti appartengono fino in fondo) alla scoperta dell’io più profondo dell’essere donna, dell’essere madre. Vive e respira una Medea che resta; ferma, anche quando le sue azioni, che scandalizzano il mondo intero, dovrebbero quantomeno turbarla.