domani, sabato, 13 gennaio
Il Liceo Classico “Vittorio Emanuele III” di Patti ospiterà un evento straordinario: gli studenti del triennio dell’indirizzo Classico avranno l’opportunità di incontrare il musicologo Guido Schillaci, autore del recente libro “Scritti sull’opera lirica”.
L’incontro, previsto per le 10:00 nell’aula magna di via Trieste, sarà un’occasione unica per esplorare il vasto mondo della musica classica e lirica. Guido Schillaci, noto esperto nel campo, proporrà una discussione stimolante che certamente toccherà la proclamazione della pratica del canto lirico italiano come elemento del patrimonio immateriale dell’umanità da parte del Comitato per il Patrimonio immateriale dell’Unesco.
Un altro punto saliente dell’evento sarà la presentazione del talentuoso baritono brolese Giuseppe Bellantoni, un nome forse poco noto al pubblico ma che, secondo le parole di Schillaci, merita di essere riconosciuto tra i più grandi cantanti lirici di sempre. Il musicologo, attualmente impegnato in uno studio approfondito sulla vita e le opere di Bellantoni, condividerà dettagli affascinanti sul suo talento e sulla sua eredità musicale.
Nel corso della presentazione, Schillaci non escluderà la possibilità di far ascoltare agli studenti una rara collezione di dischi – 78 giri – di Bellantoni, tramite un apparecchio d’epoca. Un’esperienza unica che permetterà agli studenti di immergersi nella ricca storia della musica lirica italiana.
L’evento è stato ideato e promosso con grande impegno dalla dirigente scolastica del Liceo, la professoressa Marinella Lollo, il cui costante interesse per l’arricchimento culturale degli studenti ha reso possibile questa straordinaria opportunità di apprendimento.
L’incontro si colloca all’interno di una serie di appuntamenti di didattica orientativa, mirati a fornire agli studenti una visione approfondita e motivante delle diverse discipline. Un modo per stimolare la curiosità e la passione degli studenti nei confronti della cultura e dell’arte.
Parlando del libro di Schillaci
“Scritti sull’opera lirica”, ora disponibile su tutte le piattaforme librarie online, va notato come, spaziando dalle opere giovanili di Verdi, diventi un autentico tributo alla retorica, ai sogni, alle passioni e ai legami tra gli esseri umani. Un’opera che riflette il profondo amore e l’entusiasmo dell’autore per la musica e la sua capacità di connettere le persone attraverso le emozioni.
Per comprendere appieno la personalità dell’autore, basta dare uno sguardo alle sue passioni: dai vecchi film in bianco e nero alle melanzane fritte, dai vinili ai concerti per piano di Beethoven, da David Riondino al cabaret, dal Quartetto Cetra a Roberto Murolo, dalla canzone napoletana classica alla storia romana.
Un vero amante della cultura, Guido Schillaci, che con il suo modo di essere riesce a trasmettere la bellezza e la ricchezza della musica e dell’arte
ZONA FABLIAUX – Guido Schillaci, musicologo
di An Dalhus
Guido Schillaci, musicologo
Come ti piacerebbe morire?
Ascoltando musica (se è proprio indispensabile morire).
Cosa avresti voluto diventare da piccolo?
Trasparente e invisibile.
Quale piatto serviresti al tuo peggior nemico?
Le melanzane ripiene “dietetiche” di mia madre.
La donna/ l’uomo più bella/o?
Ingrid Bergman e Alain Delon da giovane.
Topolino o Paperino.
Snoopy.
Pirata o signore?
Mozzo.
Un artista sopravvalutato?
Bocelli.
Il sottovalutato?
Milly.
E chi è?
Una grande cantante brechtiana.
Tipo Milva?
Più brava ancora di Milva. E Milva è bravissima.
Se tu fossi un animale?
Perchè che altro sono?
Un’altra specie di animale?
Leopardo.
Se fossi un frutto?
Una banana.
La donna che hai amato di più?
Fortunatamente non me lo ricordo, è successo tanto tempo fa.
Lo sport preferito?
Calcio.
Film?
Lettera da una sconosciuta
Libro?
Il maestro e Margherita a pari merito con Le memorie di Adriano.
Una definizione per Berlusconi?
Pericoloso.
Per la Callas?
Geniale.
Per Zeffirelli?
Mediocre regista d’opera. Migliore comunque di quelli attuali.
Quando la luna bussò?
… La Bertè si fece suora.
Bianco e nero o a colori?
A colori.
La tua bugia più assurda?
Sono stato primo ballerino alla scala.
A cosa rinunceresti delle cose che ami, se fossi obbligato a scegliere?
A tutto tranne che al superfluo (Oscar Wilde).
Una città dove vorresti perderti?
Marina di Caronia, così mi ritroverei subito.
Il ricordo più bello della tua infanzia?
Nessuno: ho avuto un’infanzia orribile, mai stato bambino.
Il più brutto?
Vedi sopra.
Secondo te, chi ha ucciso JFK? Lee Harvey Oswald, la CIA, la mafia, Bugs Bunny….O altri?
Il padrino Vito Corleone.
Con chi ti piacerebbe andare a cena?
Con chi paga il conto.
Ad una cena galante?
Il galante è sempre meglio riservarlo per il dopocena.
L’ultima scazzottata?
Nella vita precedente.
Una battuta, un motto, una frase o uno slogan che non si dimentica?
Pastore tedesco (titolo del Manifesto all’indomani dell’elezione di Benedetto XVI)
Cosa fai appena sveglio?
Mi alzo.
La scelta più felice?
Frequentare l’istituto di musicologia dell’Università di Palermo.
L’errore che non ricommetteresti?
Sprecare tempo con il calcio.
Cosa fai quando sei incazzato?
Me la prendo con tutti.
E quando sei felice?
Godo.
Il personaggio celebre che non avresti mai voluto essere?
Adolf Hitler.
E uno che hai ammirato?
Federico II di Svevia.
Quale canzone avresti voluto presentare tu a Sanremo?
La voce del silenzio.
E duettando con chi?
Con Bocelli.
Perchè?
Per essere sicuro di cantarla meglio di lui.
Quella volta che non avresti dovuto partire?
Per Parma il 29.07.1988.
Una tua virtù?
La fantasia.
Un tuo vizio?
3792.
Uno in particolare?
Il fumo.
Cosa ami nel prossimo?
L’intelligenza.
Cosa detesti?
L’avarizia morale.
Odio?
I titoli urlati dei giornali, gli onorevoli leghisti, Allevi, la musica di Rachmaninov, i ritardatari cronici, quelli che non rispondono al cellulare e non richiamano, quelli che parlano sempre al telefono, i tifosi fanatici, Mogol, i parolieri di Battiato
Amo?
I vecchi film in bianco e nero, Giuseppe Verdi, le melanzane fritte, i vinili, i concerti per piano di Beethoven, David Riondino, il cabaret, il Quartetto Cetra, Roberto Murolo, la canzone napoletana classica (quella prima del 45), la storia romana
Il tuo epitaffio?
Evidentemente non era immortale.
L’epitaffio per il cane?
Forza Fido!
Per conoscere Ballantoni, la sua storia, le origini
Da evidenziare che a Brolo da due anni, ad agosto, gli viene dedicato un Festival della musica Lirica, e nella villa comunale un panchina ne ricorda le origini.
I genitori di Antonio sono ancora sepolti nel cimitero di Brolo, ed un atto deliberativo del consiglio comunale del tempo – correva l’anno 1891 – ci parla di loro e delle poco fortunate vicende della loro casa, dove il figlio Antonino, primogenito, era sordomuto. Giuseppe, il secondo tra i sei fratelli, dopo l’infanzia vissuta a Brolo andò all’Università di Messina, stava laureandosi medico, ma la passione per la musica e per il canto gli fece cambiare idea.
Studiò quindi al Liceo Musicale di Messina e successivamente a Roma con Antonio Cotogni. Debuttò sul finire del 1905 al Vittorio Emanuele di Messina riprendendo Enrico Moreo nel Ballo in Maschera. Ebbe subito successo e nel 1907 cantò al Carlo Felice di Genova mentre nel 1908 debuttò alla Scala di Milano e fu nel cartellone della stagione inaugurale del Colon di Buenos Ayres in vari titoli wagneriani, di cui fu un ottimo interprete.
Cantò anche in Spagna e in Francia.
Nel 1919 fondò insieme ad altri cantanti un vero e proprio sindacato degli artisti che funzionava come una cooperativa. Cantò fino all’inizio degli anni trenta e dopo il ritiro si dedicò all’insegnamento.
La sua morte è avvolta nel mistero, si sa solamente che morì in miseria a Forte dei Marmi, in Versilia, dove era custode di una villa.
Per meglio comprendere la sua carriera dobbiamo rammentare che all’inizio del 900 era un pullulare di grandi baritoni che si contendevano i palchi dei principali teatri della lirica mondiale.
Allora erano ancora attivi – tra gli altri – G.Kaschmann, A.Magini Coletti, A.Scotti, M.Sammarco, M.Battistini, M.Ancona già affermati alla fine dell’800, mentre voci nuove spuntavano sulle scene come T.Ruffo, P.Amato, D.Viglione Borghese, E.Giraldoni, R.Stracciari, C.Galeffi, E.Nani e lo stesso Giuseppe Bellantoni che debutta al teatro Vittorio Emanuele- appena restaurato – nel 1905 con “Ballo in Maschera”.
Un articolo sulla rivista “Il Teatro Illustrato” – il n. 52 del 1907- raffigura il cantante brolese definendolo “un eccellente artista, che si fa avanti valorosamente tra le prime file dei migliori baritoni d’oggi” – aggiungendo “Egli è un colto e studioso giovane siciliano che ha fatto i corsi universitari di medicina; ma ha abbandonato la carriera del medico per dedicarsi completamente a una sua grande passione; il canto – sottolineando – Egli rappresenterà la parte di Gunther nel “Crepuscolo” ed è questo il suo debutto alla Scala” Era appunto il 1907. La sua carriera – scrive Danilo su “la voce antica” parlando di Bellantoni – è stata rapida e feconda. Uscito dalla scuola del celebre Cotogni, debuttò a Messina, poi successivamente cantò al Carlo Felice di Genova, in sei recite straordinarie; a Verona nell”Aida” la primavera scorsa in recite straordinarie insieme a Zenatello e la Crestani; a Perugia, a Treviso nell’”Erodiade” e in seguito ai suoi successi e specialmente al trionfo in quest’ultima città egli è scritturato alla Scala dove canterà, oltre che nel “Crepuscolo” nella “Luisa” e nella “Forza del Destino”
E aggiunge “Giuseppe Bellantoni una voce meravigliosa; e quando si consideri che questa sua dote naturale è rinvigorita dallo studio e dalla sua non comune intelligenza interpretativa, si comprenderà quale ottimo acquisto abbia fatto il gran teatro milanese nella presente stagione.
Cantò nei maggiori teatri Italiani, oltre alla Scala di Milano, Regio di Parma, C.Felice di Genova, S.Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, Comunale di Bologna, Fenice di Venezia, Bellini di Catania, Costanzi di Roma, Arena e Filarmonico di Verona, poi Firenze, Bergamo, Brescia, Treviso, Messina, Pisa, R.Emilia, all’estero, dall’inaugurazione della stagione del Colon de Buonos Ayres del 1908, alla Spagna , alla Francia, dal Liceu di Barcellona, al Teatro Reale di Madrid dove nel 1913 fu interprete in Rigoletto Traviata Favorita,
Nel 1913 lo troviamo al Regio di Parma come protagonista di Nabucco nel centesimo anniversario della nascita di G.Verdi, i teatri se lo contendono, canta sino ai primi anni 30, poco dopo si dedicò per un periodo all’insegnamento, il mio amico Lippi Elios lo ha avuto come insegnante, mi ha detto che era particolarmente bravo e onesto, in quanto non percepiva nessun compenso per le sue lezioni”.
Bellantoni incise numerosi dischi 78 giri, per la precisione 17 per un totale di 34 arie, di cui alcune non sono state mai pubblicate, per la casa Fonotopia una delle più prestigiose dell’epoca.
Per chi ama l’opera può ascoltare
Baritono GIUSEPPE BELLANTONI – La Favorita “A tanto amor…”
Chronology of some appearances
1905 Messina Teatro Vittorio Emanuele Ballo in maschera (Renato)
1908 La Scala Milan Crepuscolo degli dei (Alberico)
1911 La Scala Milan Sigfrido (Viandante)
1912 Rome Teatro Costanzi Lucia di Lammermoor (Enrico)
1913 Parrma Teatro Regio Aida (Amonasro)
1918 Bologna Teatro Comunale Aida (Amonasro)
1919 Forli Teatro Comunale Traviata (Germont)
1927 Piacenza Teatro Municipale Traviata (Germont)
