MUSICA NON CONFORME – A Palermo gli ZetaZeroAlfa
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MUSICA NON CONFORME – A Palermo gli ZetaZeroAlfa

corazzata2E’ certamente il gruppo simbolo della musica non conforme e alternativa di destra, e suoneranno a Palermo in un concerto organizzato da CasaPound di Palermo.

In attività dal 1997, hanno pubblicato 8 albuni di cui uno totalmente live.

Gli Zetazeroalfa sono un gruppo musicale romano, band ufficiale di CasaPound.

Gianluca Iannone, in arte Sinevox, voce degli Zetazeroalfa. ne parla così: “Zetazeroalfa è nato per scherzo, in una calda sera d’estate a Roma, nostra città, tra una birra e una battuta ci immaginammo cosa sarebbe successo se avessimo messo in musica la nostra visione della vita… e così iniziammo a suonare! “

Tra le “chicche” della storia di questo gruppo:

zetaIl 14 novembre 2005 gli Zetazeroalfa, accompagnati dal gruppo La Peggio Gioventù, suonano nel carcere romano di Rebibbia, come atto di solidarietà nei confronti dei detenuti, in occasione della consegna del Premio Nonsolochiacchiere al calciatore Damiano Tommasi, istituito dall’omonimo giornale carcerario. Pubblico composto da 300 detenuti, 80 secondini e dalla direzione del carcere stesso al completo. Questo evento costituirà la prima occasione in cui un gruppo musicale non appartenente ad ambienti di sinistra abbia suonato all’interno di una struttura carceraria.

Il 18 giugno 2010 la presentazione in anteprima del nuovo cd del gruppo musicale dal titolo Disperato Amore avviene contemporaneamente in ventisei città da Nord a Sud del paese.

Il 22 ottobre 2010 gli Zetazeroalfa suonano per la prima volta in piazza a Roma, a Ponte Milvio, in occasione della presentazione del libro “Nessun Dolore. Una storia di CasaPound”. L’evento vede la partecipazione di oltre 2000 persone.

Nel corso della loro esistenza gli Zetazeroalfa hanno tenuto oltre 80 concerti in Italia ed all’estero.

Nei testi delle loro canzoni criticano la globalizzazione ed attaccano gli eccessi derivati dal libero mercato, tuttavia molte loro canzoni hanno la caratteristica di essere goliardiche ed a tratti autoironiche.

La loro musica ha un pubblico prevalentemente giovanile, spesso politicamente orientato, in particolare quelle legate all’associazione di promozione sociale CasaPound Italia ed al suo movimento studentesco (Blocco Studentesco), nonché al circuito delle OSA/ONC (“Occupazioni a Scopo Abitativo” ed “Occupazioni Non Conformi”).

corrazzata_1Una delle caratteristiche del gruppo è quella di aver lanciato la pratica della cinghiamattanza, derivante dal nome della loro canzone (dallo split con gli Hate For Breakfast Nel dubbio mena del 2006), sulle cui note, durante i concerti, vengono praticati dei poghi durante i quali gli spettatori sotto il palco si colpiscono violentemente a cinghiate l’un l’altro con la cintura dei pantaloni, senza però usare la fibbia vietata dal regolamento del gioco.

A Palermo si esibiranno con un altro gruppo emergente “Corazzata Valdemone”

Ecco cosa hanno scritto di questo gruppo Michele Viali e Roberto Alessandro Filippozzi con allegata intervista

Capita che a volte i progetti musicali scelgano di percorrere ‘la strada più dura’, quella che dà fastidio, che può portarti ad una notorietà negativa o, peggio, ad essere boicottato per le ragioni più disparate. La Corazzata Valdemone, fedelissima ai propri principi, non ha esitato a creare un mix esplosivo in cui la qualità dei prodotti è segnata da un indelebile spirito di provocazione, capace di scalfire gli animi. Ciò sembra aver condizionato non poco la carriera del progetto messinese, che finora si è barcamenato tra minuscole etichette, non riuscendo però ad avere la giusta promozione per dei lavori senz’altro meritevoli. Da questa situazione nasce la nostra volontà di dare lustro ad un progetto che ha le carte in regola per ottenere un’attenzione sicuramente maggiore di quella che ha avuto sinora, ma anche di capire quali sono le finalità di una musica estrema in ogni senso. In questa intervista il mastermind Gabriele Fagnani, anche membro dei Kannonau, ci ha spiegato con grande disponibilità e perizia le motivazioni che hanno portato alla nascita e che muovono l’italica Corazzata…

Partiamo dalla nascita del tuo progetto: quando ha inizio il tutto e quali sono i presupposti che hanno portato alla formazione della Corazzata Valdemone?

“Il progetto prende forma intorno al 2003, poco tempo dopo la nascita dei Kannonau, nei quali ai tempi spendevo parecchie delle mie energie in compagnia di Daniele (The Well Of Sadness) e Mirella. Molto del materiale che producevo non era adatto ai Kannonau, troppo sporco e violento ma dannatamente affascinante, dunque lo conservai accuratamente e passò un bel po’ di tempo prima di rendermi conto consapevolmente che stavo creando esattamente quello che avrei voluto ascoltare da altri. Allo stesso tempo ero fortemente legato a tematiche che mal si sposavano con la drammaticità dei Kannonau, dunque, per mantenere incontaminato questo nome, decisi di creare un mio progetto solista nel quale riversare tutte le mie influenze.”

Da dove deriva il nome e perché lo hai adottato?

“La Sicilia – come noto – è chiamata anche Trinacria, termine di origine Greca che significa ‘tre promontori’, ad ognuno dei quali corrisponde una valle. La val di Noto è quella più a sud, la val d’Erice si trova ad ovest e la valdemone è quella riconducibile al territorio messinese, mia terra natia e luogo dalla grande storia. Il nome Corazzata Valdemone sintetizza in sé parecchi aspetti del concept stesso del progetto, in quanto volevo un nome che racchiudesse in sé le diverse personalità contrastanti della mia musica, come l’autocelebrazione e la magniloquenza del termine ‘corazzata’, l’orgoglio per l’appartenenza alla terra madre di ‘valdemone’ ed infine il mistero indotto dall’unione dei due.”

Hai definito lo stile della Corazzata Valdemone come ‘noise totalitario’: perché questa scelta?

zeta_2“Il Totalitarismo fu un periodo della nostra storia caratterizzato da una concezione unidirezionale della vita, filtrata e decodificata in maniera tale da avere di ogni aspetto del mondo e della quotidianità un’unica visione globale. Ho adottato deliberatamente il termine ‘totalitario’, in quanto ritengo che la mia musica sia uno degli esempi più compiuti di sintesi totale tra musica, testi e immagini, cercando di creare un unicum attraverso un complesso intreccio di layers sonori composti da suoni concreti, folle in delirio, synth impazziti, beat sotterranei e samples rubati alla storia, attorcigliati e compressi l’un l’altro fino alla completa sintesi degli stessi, divenendo le parole stesse suono ed il suono un messaggio nitido ed inequivocabile. Volevo evitare spiacevoli inconvenienti del tipo: mi piace la musica, ma non i testi!”

Quanto e come credi riesca a differenziarsi il tuo stile rispetto a quello di altri progetti noise e power-electro?

“La mia musica è sempre stata molto distante dai classici act power electronics, sia a livello attitudinale che dal punto di vista iconografico, ma fondamentalmente più dal punto di vista strettamente musicale. Penso che la mia musica sia caratterizzata, oltre che dall’enorme quantità di samples che la impreziosiscono, dalla grande capacità di essere varia e cangiante, passando da assalti sonori senza pietà a passaggi recitati su tappeti oscuri, fino a brani più ritmati e musichette d’epoca che ne spezzano la tensione. Corazzata Valdemone si è sempre mosso a cavallo tra diversi stili, musicalmente troppo pesante per far parte della scena neofolk e attitudinalmente troppo schierato per far parte della scena noise, certamente più vicino alla scena industrial, della quale però non condivido parecchi clichè. Le ultime produzioni sono molto meno violente rispetto agli album passati, qualche traccia è composta anche con chitarre, percussioni e synth, ma sempre orientate su atmosfere molto tese.”

A livello musicale quali sono i grandi progetti industrial del passato a cui fai riferimento e da cui prendi ispirazione?

“Sembrerà paradossale, ma sono un grandissimo appassionato della musica dark ambient di progetti come Lustmord, Lull, Mick Harris, Robert Rich o Klaus Schulze, ma queste influenze non sono particolarmente evidenti nella mia musica. I progetti che ho sempre preso come riferimento stilistico sono stati Atrax Morgue, Merzbow, Lille Roger, Nurse With Wound, Masonna, MZ412, primissimi Von Thronstahl, Wappenbund, C.C.C.C., Current 93, Einstürzende Neubauten, Die Todlichte Doris, Brighter Death Now, ma sopra tutti il grande Boyd Rice ed i suoi NON e i grandissimi Death In June di “The Wall Of Sacrifice”. Dalla sterminata discografia di questi ultimi ho citato questo album in particolare, perché ritengo che sia una delle produzioni più bizzarre e controverse che la storia della musica abbia mai partorito, dalla quale posso dire di aver tratto molte idee per i miei album.”

La scuola noise giapponese ha avuto un ruolo nella formazione del tuo sound (pensiamo in particolare a nomi come Merzbow o al compianto Koji Tano)?

“Apprezzo molto la scena giapponese fondamentalmente per l’assoluta violenza, ma anche per la totale destrutturazione dei brani, composti esclusivamente da rumore, senza alcun accenno alla melodia ed al ritmo, ripudiando ogni contatto con la componente umana. Molto spesso i progetti occidentali sono fin troppo ancorati all’utilizzo di loop che rendono la musica troppo statica e monotona, mentre l’assoluta libertà di grandi artisti giapponesi, come ad esempio Merzbow, permette loro di spaziare dal free jazz al minimal passando per il puro rumore. Ovviamente è decisamente arduo definire il confine tra arte e mero rumore in un genere che del rumore stesso ne fa musica, ma sono convinto che per elevare ad arte ciò che altri intendono solamente come caos sia necessario quel quid speciale che solo in pochi riescono a trasmettere. Penso che il noise giapponese sia l’ultima frontiera che divide la musica dal puro rumore e la ritengo la scena più estrema al mondo. Nonostante il mio apprezzamento, non ne sono un grande conoscitore, in quanto limito le mie conoscenze ai nomi più celebri come Merzbow, Masonna, Koji Tano, C.C.C.C., Aube, alle loro sterminate discografie e pochi altri artisti minori.”

I tuoi brani sono pieni di samples che risulteranno probabilmente scomodi e irritanti, almeno per una larga parte del pubblico: una particolarità che ha caratterizzato tante band industrial del passato, ad iniziare da gente come Throbbing Gristle e Whitehouse. Qualcuno potrebbe obiettare che tale metodo sia superato, in quanto utilizzato ormai da due generazioni di rumoristi… Cosa pensi al riguardo e come contestualizzi tali campionamenti all’interno del tuo personale concept artistico?

“La scena estrema è sempre andata a braccetto con tematiche più o meno di destra: che piaccia o no, è un dato inconfutabile! Sin dai tempi della prima ondata dark wave, vedi i Joy Division, oppure il primissimo industrial con i nomi da te citati ed una miriade di progetti in ogni periodo storico fino ai giorni nostri. Ricordiamo che anche nomi celebri, come il chierichetto David Tibet, ebbero a che dire nei loro dischi su tali argomenti (“Swastikas For Noddy”): il buon Roger Karmanik con il suo primigenio progetto Enhänta Bödlar aveva in bella evidenza sulla copertina del demo la veduta di un lager nazista, oppure ancora il seducente Tomas Pettersson, ai tempi degli Archon Satani, ebbe modo di usare samples nazisti, poi più recentemente anche Spiritual Front e mille altri ancora, fino ad arrivare all’ultimo osannato album di Triarii, dove si canta tranquillamente di svastiche ed altri riferimenti ben più scomodi di quanto non possa fare io. Se consideriamo che d’amore si canta da sempre e rimane ugualmente il tema principale della musica, dovrei risponderti che ormai le tematiche destrorse nella scena estrema sono divenute anch’esse un evergreen. Se poi consideriamo l’equazione nazismo = male, vediamo come tutte quelle band che si reputano oscure e malvagie, almeno un comizietto lo hanno inserito nella loro musica. In ogni caso devo darti ragione, in quanto anche io ne ho la tasche piene di tutte quelle band, molte delle quali oggi famose, che dopo aver abusato di iconografie più che esplicite, camuffando tutto dietro un amore per la storia o ancor peggio per l’Europa, hanno solamente inflazionato la scena creando un deterrente per tutti i detrattori. La Corazzata Valdemone ha fatto dell’utilizzo dei samples un valore aggiunto, così come l’inserimento di un nuovo strumento oppure di un nuovo cantante, rendendo gli stessi parte integrante della musica, e non un corpo estraneo incollato sopra a casaccio.”

CORAZZATA VALDEMONE

“Il mio progetto è il mezzo con cui esterno tutto il mio amore per il patrio suolo, rivendicando sentimenti d’appartenenza storica e geografica senza timore di essere tacciato per nostalgico, revisionista o ‘interventista’. Il mio giudizio su tutte quelle persone che definiscono ‘fascista’ chi canta l’inno Nazionale, o ancor peggio, che definiscono l’attuale governo un ‘governo fascista’ o un ‘regime’, non può essere che di condanna. Questa gente non è altro che una schiera di poveri frustrati che, per non riconoscere a loro stessi di essere dei falliti, si scagliano contro ogni cosa possa reprimere la loro libertà, senza accorgersi che la libertà è una dote che sta dentro noi stessi…”
(Gabriele Fagnani)

I tuoi lavori pullulano di riferimenti iconografici e sonori legati ad alcuni grandi totalitarismi della prima metà dello scorso secolo. Talvolta si incontrano anche citazioni molto ricercate, frutto di una meticolosa attenzione… Dove nasce questo forte interesse per un certo periodo storico?

“Sono un grandissimo appassionato di storia, in particolar modo dall’unità d’Italia ai nostri giorni, ho un debole per il periodo a cavallo tra le due guerre mondiali ed in particolar modo sono affascinato dal Futurismo, dal Razionalismo e dal Fascismo. Mi fa piacere che abbiate notato che l’uso che faccio dei samples non si limita all’abusatissima dichiarazione di guerra, alla guerra totale oppure a qualche altro celebre comizio, in quanto Corazzata Valdemone non fa parte di quella schiera di persone che rubacchiano registrazioni da un documentario, infilano due rune su una copertina, rivendicano l’Europa e si sentono di destra. La passione nasce da tutto quello che mi circonda, ad avere occhi per vedere la nostra storia è intorno a noi, e tutto quello che siamo è parte di essa. Possono sembrare parole stereotipate, ma se ognuno di noi facesse attenzione a tutto quello che ci circonda, a quello che diciamo nei nostri detti antichi, ai nomi delle nostre strade e delle nostre scuole, alle nostre usanze e anche a quello che mangiamo, se davvero ci interessasse sapere e conoscere, sono certo che di stronzi che vanno in giro a bruciare il tricolore ne avremmo molti meno e tornerebbe ad esserci un sentimento di orgoglio nazionale che in troppi, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, hanno contribuito a seppellire.”

Al riguardo vorremmo chiederti perché hai scelto di dedicare un brano del tuo ultimo album ai Freiwilligen Korps, che probabilmente non tutti sanno cosa siano…

“Il Freiwilligen Korp era un’organizzazione fondata nel 1919 da un gruppo di sbandati dell’esercito tedesco che rifiutava il trattato di Versailles e che consideravano Philipp Scheidmann, che lo aveva sottoscritto, come un traditore della Patria. Il mio tributo va allo spirito di questi soldati, i quali, nonostante tutto il resto della Germania si fosse piegata di fronte a tale trattato, continuarono a commettere atti di sabotaggio ed a combattere contro coloro che reputavano venduti o traditori. Trovo ammirevole lo spirito con cui questa gente continuava testardamente a combattere, animati dalla sola incrollabile fede per una Patria sconfitta ed umiliata. Tengo a precisare che, dopo aver dato il titolo a questa canzone, ho scoperto che esistevano diverse formazioni in giro per l’Europa che avevano questo nome, e che dunque qualcuno avrebbe potuto fraintendere a chi fosse rivolta la mia dedica.”

Hai parlato di orgoglio nazionale: utilizzi Corazzata Valdemone anche come un mezzo per elevare il tuo sentimento di italianità e la tua appartenenza storica? E cosa pensi di chi da tempo ha preso a liquidare ogni sentimento nazionalista come ‘di destra’, quindi ‘fascista’, quindi assolutamente da condannare (a loro dire)?

“Certamente! Il mio progetto è il mezzo con cui esterno tutto il mio amore per il patrio suolo, rivendicando sentimenti d’appartenenza storica e geografica – da cui Valdemone – senza timore di essere tacciato per nostalgico, revisionista o ‘interventista’. Il mio giudizio su tutte quelle persone che definiscono ‘fascista’ chi canta l’inno Nazionale, o ancor peggio, che definiscono l’attuale governo un ‘governo fascista’ o un ‘regime’, non può essere che di condanna. Questa gente non è altro che una schiera di poveri frustrati che, per non riconoscere a loro stessi di essere dei falliti, si scagliano contro ogni cosa possa reprimere la loro libertà, senza accorgersi che la libertà è una dote che sta dentro noi stessi. Conosco molto bene questa gente, per la quale esistono solamente tre categorie umane: quelli come loro, i fascisti ed i mafiosi. Nulla più! Giusto in questo periodo sto scrivendo un testo dedicato a loro.”

Nel tuo progetto ci sono anche riferimenti al futurismo, sottolineati – tra le altre cose – dalla declamazione del manifesto futurista nell’omonimo brano incluso nell’ultimo album. Puoi spiegarci il legame che intercorre tra la famosa corrente di Marinetti e la Corazzata Valdemone?

“Il Manifesto Futurista di Marinetti è una chiarissima dichiarazione d’intenti nella quale trovo tutt’oggi molti punti di contatto con il mio modo di vedere la vita. Nei ringraziamenti del mio ultimo lavoro ho deciso di dedicare questo intero disco a Marinetti, del quale ricorre quest’anno il centenario della pubblicazione del suddetto manifesto. La vicinanza tra Corazzata Valdemone ed il Futurismo è dovuta al fatto che ogni opera di quel periodo fosse orientata in una certa direzione o seguisse un determinato orientamento, così come nella mia musica, dove tutto si sviluppa rigorosamente con un certo ordine e con una logica ben precisa senza lasciare nulla al caso. Apprezzo molto la pittura di quel periodo, spesso eccessiva e spaccona, ma così moderna e dinamica, vera anticamera del design moderno.”

In linea teorica il tuo sound può essere ricondotto anche ai principi di Luigi Russolo? Ci sono in questa sede altri nomi-guida che vorresti citare?

“Musicalmente conosco Russolo e ricordo di aver letto qualcosa dal suo “Arte Del Rumore”, trovando moltissimi spunti interessanti dai quali cito ripetutamente “L’Orchestra Della Grande Battaglia” nei miei brani, adattandola al mio stile e sostituendo spesso le percussioni con suoni di bombe o cose simili. Trovo molto affascinante l’intonarumori, ma i risultati sonori di quest’ultimo purtroppo sono ancora troppo distanti dai miei attuali gusti musicali. Ho avuto modo di ascoltare anche altri artisti dell’epoca, dei quali non ricordo nemmeno i nomi, e trovo molto interessanti le musiche di diversi film muti del periodo, ma posso dire che non mi capita spesso di riascoltarle sul mio mp3… Una delle citazioni di Russolo che si sposa bene con l’attitudine della Corazzata Valdemone è sicuramente la seguente: “il suono puro, nella sua esiguità e nella sua monotonia, non sollevava più emozioni”.”

Un aspetto che a nostro dire dà grande valore ai tuoi lavori è la carica ironica che emerge da alcuni titoli e da qualche copertina. Segno di un eccesso beffardo che mira a colpire, ma anche a prendersi gioco di un ascoltatore troppo serio: prendiamo ad esempio titolo e copertina del tuo ultimo album o brani come “The Old And Good Oil Treatment” o “Vecchie Maniere”… Pensi sia questa la chiave giusta per scuotere gli animi?

“Non so ben dire se sia lo humour la chiave giusta per scuotere gli animi, in quanto penso che in ogni caso ci sia sempre qualcuno che abbia qualcosa da ridire, ma sono convinto che a maneggiare argomenti delicati come i miei senza la dovuta dose d’ironia e di autocritica si rischi davvero di esser presi per pazzi. Sinceramente non nutro una grande stima per molte di quelle band affiliate al NSMB (National Socialist Black Metal, nda) che sfornano titoli e testi inneggianti al Terzo Reich o alla razza ariana, penso si commentino da soli! Come è noto a tutti, nel periodo fascista venne prodotta una quantità enorme di canti, alcuni dei quali davvero esilaranti, come ad esempio la beffarda “Sanzionami Questo!” oppure tutte quelle canzonette che scherniscono il Negus come “Ei Fu” e “O Morettina”, dunque non penso che una buona dose di ironia possa offendere nessuno o rendere peggiori i miei brani. In riferimento al mio ultimo lavoro, ho utilizzato come copertina la foto di una scultura del ventennio molto ambigua e goliardica allo stesso tempo, mentre per quanto riguarda il titolo stesso dell’album, riprende un celebre motto mussoliniano, che per l’occasione ho riadattato provocatoriamente con il nome del mio progetto.”

Ogni tuo brano pullula di samples ricavati dalle fonti più disparate. Hai fatto uso anche di spezzoni estratti da cinema, radio o televisione? Puoi indicarci alcune delle fonti che hai utilizzato e parlarci di come selezioni i campionamenti?

“Non esiste un modus operandi nella scelta dei samples, il materiale che ho utilizzato fino ad oggi proviene dalle più disparate fonti. Giro sempre con un piccolo registratore ambientale in tasca e ho registrato di tutto in questi anni, a partire dalle bande di paese, ai comizi di piazza, preti che inneggiano alla guerra santa, per arrivare ad Alessandra Mussolini su un palchetto a Reggio Calabria qualche anno fa, immortalata poi su “Slaughter Without End”, oppure quella volta che mi sono infilato in una manifestazione per registrare le urla di un oratore che poi sono divenute l’intro di “People Of The NO”. In ogni caso ho largamente attinto da film dei più disparati generi, e ovviamente da molti documentari.”

CORAZZATA VALDEMONE

“Chiunque non sia di destra reputa la Corazzata Valdemone come il male assoluto! Certamente la mia musica è di destra e sarei un ipocrita se ne negassi l’appartenenza, ma non penso che sia questo il problema. Non ho mai propagandato odio oppure discriminazioni di nessun genere, non ho mai incitato nessuno alla violenza o cose che possano indurre ad atteggiamenti scorretti. Nei miei testi si inneggia alla purezza d’animo, al coraggio, all’orgoglio ed in particolar modo alla fede, nel senso più ampio del termine: tutti argomenti che rivendico e che sbandiero fieramente, così che chiunque abbia qualcosa da dire possa conoscere il mio pensiero prima di giudicare…”
(Gabriele Fagnani)

In particolare siamo curiosi di sapere da dove hai preso il monologo ‘anti-tossici’ che apre “Toxic Mind”…

“Il sample che citate è tratto dal celebre film con Johnny Depp e Benicio Del Toro intitolato “Paura E Delirio A Las Vegas”, nel quale entrambi sono due grandissimi tossici. Il sample è tratto da una scena in cui Johnny Depp è infiltrato in un convegno della polizia ed assiste alla proiezione di un filmato che spiega agli agenti come comportarsi alle prese con dei tossicodipendenti e, dopo aver sentito questo pezzo di filmato, si allontana spaventato dalla sala. Il tono è decisamente grottesco ed esagerato, e pensavo fosse ideale per essere inserito in un simile brano. Questo brano si differenzia molto a livello lirico dal resto delle mie produzioni, in quanto tratta il tema della tossicodipendenza e della cultura deviata dall’uso delle droghe.”

“Toxic Mind” riflette effettivamente un tuo giudizio negativo riguardo l’uso di stupefacenti?

“Assolutamente sì!”

E della visione dell’uso delle droghe data appunto da Gilliam con “Paura E Delirio A Las Vegas” che ne pensi? E, per curiosità, hai apprezzato il film?

“Quel film è un vero e proprio delirio, un’apoteosi di eccessi e di sarcastico umorismo, dunque non potevo non apprezzarlo. È esagerato e strafottente, ma allo stesso tempo critico, e per molti versi l’ho trovato perfettamente in sintonia con i miei gusti, nonostante io non sia un consumatore di stupefacenti. Nonostante tutto non ho particolari pregiudizi nei confronti di chi fa uso di qualsiasi tipo di sostanza stupefacente, non ne condivido le scelte ma non li giudico.”

Hai intitolato un tuo recente album “Il Quarto Reich” modificando, per l’immagine di copertina, il celebre quadro “Il Quarto Stato”. È l’ennesima ironica provocazione o pensi che ci sarà in futuro un ‘quarto impero’?

“La grafica a cui fai riferimento è l’apice assoluto di provocazione toccato dal mio progetto fino ad oggi ed è costata non pochi problemi all’etichetta che lo ha prodotto. La copertina raffigura una riproduzione de “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo, rivisitata con l’aggiunta di uno sfondo post-nucleare e con l’aggiunta di maschere antigas a tutto il popolo, che adesso cammina al seguito di un inedito Führer. Il packaging, se questo non fosse abbastanza, è composto da quattro folder che si richiudono a forma di svastica, limitatissimo a 100 copie numerate.”

Possiamo immaginare che ciò abbia causato problemi all’etichetta, come ci dicevi: puoi essere più preciso al riguardo?

“L’etichetta texana Third Position Recordings non era nuova a certe provocazioni e, non appena gli proposi un simile artwork, ne fu entusiasta, ma ebbe mille problemi, a partire dalle ripetute chiusure delle pagine web, la chiusura dell’account paypal con cui gestiva l’etichetta ed il sequestro delle copie alla dogana tedesca, in quanto considerato materiale offensivo. Non so ben dire quanti di questi effetti siano stati causati dal mio disco e quanti non li abbia meritati lui stesso con la sua etichetta e con il suo pesantissimo progetto personale chiamato Zocialists Zeitgeist. So solo che dopo il mio album l’etichetta non ha prodotto più nulla…”

Di recente un brano della Corazzata Valdemone è apparso nell’album “Music For Abandoned Harbours” firmato Holtzman Engine: si tratta di un pezzo marziale e ambientale, abbastanza diverso dai tuoi soliti standard. Com’è nata l’idea per questo brano? La collaborazione con Holtzman Engine, tuttavia, sembra non limitarsi solo a questo, e a tal proposito si veda l’aspetto live…

“La canzone a cui fai riferimento è un brano tratto dal mio demo “Propaganda”, per l’occasione riarrangiato dal caro amico di Holtzman Engine. I nostri progetti sono molto differenti sia a livello musicale che attitudinale, ma la voglia di collaborare per un brano comune ci spinse a scegliere uno degli episodi più particolari della mia discografia, che comunque inserito sul suo lavoro assume un’aura molto differente rispetto alla versione originale. Data la buona riuscita dell’esperimento abbiamo deciso di ripetere la cosa sulla lunga distanza, in quanto siamo al lavoro per un intero album interamente composto a quattro mani, decisamente lontano dagli eccessi della Corazzata Valdemone, più che altro incentrato su sonorità abissali e molto oscure tipiche delle sue produzioni, ma con un tocco di ruvidità in più. Un anno fa abbiamo avuto anche occasione di esibirci insieme dal vivo in una data a Catania che si rivelò un evento davvero unico, nonostante l’organizzazione fosse poco più che improvvisata.”

Di norma i giovani progetti prendono parte a parecchie compilation (ottimo mezzo di promozione), ma la cosa sembra non essere valida per la Corazzata Valdemone: come mai? Hai in programma di partecipare a qualche raccolta prossimamente?

“Sicuramente le compilation sono un ottimo modo di farsi conoscere: di recente ho partecipato al “Tribute To Dead Soldiers Vol. II”, dedicato ai caduti della prima guerra mondiale, ma a parte questa sporadica comparizione ho partecipato solamente ad una antica compilation di neo-folk.it qualche anno fa. Non sono mai stato molto attivo da questo punto di vista, non frequento i forum e non ho moltissimi contatti, e se poi consideri che diverse volte mi è anche capitato di essere boicottato, rifiutato e insultato per l’attitudine del mio progetto, puoi immaginare tutto il resto. Ultimamente ho preso i contatti con un’etichetta italiana che dovrebbe organizzare una compilation-tributo ai The Residents, ma ancora la mia partecipazione è in forse…”

I tuoi album sono stati prodotti sempre da piccole etichette, due delle quali addirittura cinesi… cosa strana per un progetto noise europeo. Credi che i suoni e i temi della Corazzata Valdemone possano costituire un rischio per alcune label europee?

“Sono sempre più convinto che se un giorno decidessi di eliminare dalla mia musica ogni riferimento alla politica, produrrei più dischi di Nurse With Wound e Merzbow messi insieme! Non sapete quante etichette mi hanno detto in questi anni che la mia musica gli piace, però… è sempre quel ‘però’ che non permette di finire il discorso. Fino ad oggi sono riuscito a produrre la mia musica grazie a minuscole etichette indipendenti che se ne fregavano della politica e di tutto il resto, ma che non hanno mai supportato a dovere le mie release. Il debutto uscì per una sconosciuta etichetta cinese chiamata Z-Bugle che dopo la pubblicazione del mio album, e dopo avermi truffato rubandomi circa 30 copie del CD, è sparita dalla circolazione senza distribuire una sola copia dell’album al di fuori della Cina, dunque è immaginabile il successo che riscosse questo lavoro. Il secondo album, intitolato “Madre Patria”, uscì per l’etichetta tedesca SkullLine, che ad oggi posso dire sia stata la mia migliore etichetta, ma che certamente non si può definire una label professionale. A prescindere da questo, vennero pubblicate solamente 50 copie del mio lavoro, dunque puoi nuovamente capire quanto seguito ha avuto quest’altro lavoro. Deluso dalla mancata distribuzione del debutto, decisi di affidarmi ad un’etichetta texana chiamata Third Position Recordings, che avrebbe dovuto ristampare “Heil Darkness!” con una grafica diversa, una intro e soprattutto un titolo diverso. Dopo innumerevoli ritardi vide la luce “Il Quarto Reich”, ma a causa di problemi personali del boss della label, nuovamente il disco non ebbe nessun tipo di promozione e l’etichetta stessa fallì. Ad aggravare il tutto si aggiunse il fatto che quelle poche copie che vennero spedite in Europa furono sequestrate alla dogana, così ancora una volta l’anonimato ha coperto la mia musica. Il nuovo album intitolato “Corazzata Valdemone Ha Sempre Ragione!” è uscito qualche mese fa per l’etichetta cinese Marks Of Deceased, che mi auguro sia minimamente più seria delle mie precedenti, ma dai risultati che ho potuto apprezzare nei primi mesi dopo l’uscita del CD, dubito abbia mosso un dito per promuovere la mia musica. Rispondendo alla seconda parte della tua domanda, non penso che nessuno possa incorrere in problemi nel produrre la mia musica, in quanto non c’è alcun tipo di propaganda o di apologia, ma ancor prima che si possa pensare a questo, penso che ci sia in corso una certa caccia alle streghe e troppa gente abbia paura dell’inquisizione, dunque preferiscano rigare dritto.”

Citi giustamente la ‘caccia alle streghe’ che di sicuro non ha risparmiato il tuo progetto, ed i motivi per cui l’hai subita sono chiari. Nonostante le ideologie criminali dello scorso secolo siano state due, oggi un gruppo può tranquillamente sfoggiare i simboli di quel comunismo sotto il quale milioni di persone hanno sofferto e sono morte senza dover temere censure di alcun tipo: cosa pensi di questi due pesi e due misure e della non-volontà di equiparare quei misfatti?

“La storia la scrivono i vincitori, ma in questo caso hanno scritto solo quello che gli è convenuto. Chiunque abbia mai visto un qualsiasi documentario serio sulla seconda guerra mondiale ha potuto vedere con i propri occhi quello che i bolscevichi hanno fatto durante la loro avanzata, così come gli americani e tanti altri ancora. Da qualche tempo è sotto gli occhi di tutti quanto i cari compagni cinesi siano un popolo moderato e liberale, così come i russi, i cubani e i colombiani. In Italia non abbiamo mai avuto il vero comunismo, dunque lasciamo che tutti questi ragazzini sfoggino la loro maglietta con Che Guevara oppure le bandiere con falce e martello, mentre i loro genitori sono cresciuti cantando Faccetta Nera…”

Vuoi raccontarci come è nata la collaborazione con la cinese Marks Of Deceased Productions per la realizzazione del nuovo disco?

“Nulla di fuori dall’ordinario: mi contattarono sul myspace e dopo qualche mail si parlò di produrre qualcosa insieme, furono da subito entusiasti della musica, della grafica e di tutto; io conoscevo il tipo dell’etichetta, in quanto ha un progetto chiamato Songs Over Ruins, e mi lanciai in quest’avventura, non contento della prima esperienza cinese. Con le cattive esperienze accumulate posso dire per certo che non produrrò mai più per un’etichetta che non sia europea, a meno che non ci siano condizioni davvero convenienti.”

Hai avuto o stai avendo contatti anche con etichette più grandi per eventuali realizzazioni future?

“In questo particolare momento sto preparando un disco in collaborazione con Fukte, un progetto italiano power noise capitanato dal boss della Toxic Industries, che uscirà per la sua etichetta personale. La sua etichetta produce fondamentalmente noise e power electronics e crea confezioni davvero splendide per tutte le sue release. La nostra collaborazione sarà confezionata in un involucro di rete metallica arrugginita, concettualmente molto vicino alle vecchie produzioni industrial. Per il prossimo futuro ho altro materiale già in lavorazione che spero di far uscire per un’altra minuscola etichetta tedesca, anche questa molto attenta alle confezioni dei propri album e ahimé anche questa poco più che amatoriale. In passato ci sono state diverse buone occasioni di produrre qualcosa con etichette note, una delle quali non andò in porto per il suicidio del suo boss, mentre un’altra etichetta italiana ancora attiva, per la quale avrei dovuto produrre un vinile in compagnia dei Deviate Damaen, improvvisamente si è ritirata per motivi poco chiari, alimentando la mia convinzione che ben pochi discografici in Italia siano davvero seri e professionali. L’unica prospettiva a breve termine di poter approdare ad una label più rinomata sarà per la collaborazione con Holtzman Engine, il quale si sta creando un certo seguito nel suo ambiente, dunque non escludo che possano esserci presto buone notizie.”

Allora diciamolo apertamente: c’è la possibilità che possa finire anche tu, come Holtzman Engine, a lavorare con la Deserted Factory?

“Come dicevo prima, non ho nessuna intenzione di impelagarmi nuovamente con un’etichetta che non sia europea, a meno che non si tratti di un’ottima label. Effettivamente la Deserted Factory è una buona piccola label e, se devo essere onesto, non avevo mai considerato l’ipotesi di fargli ascoltare qualcosa di mio. Mi avete dato una buona idea!”

Hai mai temuto che qualcuno possa fraintendere il messaggio della Corazzata Valdemone pensando ad una sorta di propaganda ideologica? Immagino sia già successo di sentirti bollare come ‘progetto di destra’…

“Chiunque non sia di destra reputa la Corazzata Valdemone come il male assoluto! Certamente la mia musica è di destra e sarei un ipocrita se ne negassi l’appartenenza, ma non penso che sia questo il problema. Come abbiamo avuto modo di dire in precedenza, non ho mai propagandato odio oppure discriminazioni di nessun genere, non ho mai incitato nessuno alla violenza o cose che possano indurre ad atteggiamenti scorretti. Nei miei testi si inneggia alla purezza d’animo, al coraggio, all’orgoglio – individuale e collettivo – ed in particolar modo alla fede, nel senso più ampio del termine: tutti argomenti che rivendico e che sbandiero fieramente, così che chiunque abbia qualcosa da dire possa conoscere il mio pensiero prima di giudicare.”

Ci sono mai stati problemi in questo senso con pubblico e addetti ai lavori? Qualche episodio e/o aneddoto negativo che vale la pena citare in questa sede? E, in questo senso, ti senti vicino a quel rock identitario tanto osteggiato (spesso in modo violento) da chi la pensa diversamente?

“Problemi veri e propri non ne ho avuto parecchi fino ad oggi, però è tangibile una certa ostilità da parte di buona parte della critica musicale che, per paura di dover prendere una posizione, mi boicotta preventivamente. Per non parlare di tutte quelle fanzine che si rifiutano di recensirmi perché ‘inadatto’ alle loro pagine. Se è questa la gente con cui dovrei andare a mischiarmi, preferisco astenermi da compilation e apparizioni pubbliche. Purtroppo l’ignoranza dominante impone a tutti questi codardi di comportarsi come tali. Non avete idea di quanta gente nella scena sia effettivamente di destra (o forse lo sapete meglio di me!), ma si nasconde coperta dalla vergogna per paura di inficiare la reputazione della propria band, e poi si ritrovano egualmente ad essere dei mediocri e per di più ipocriti. Certamente tutte le band di rock identitario hanno la mia solidarietà, così come tutte quelle band che hanno il coraggio e la voglia di esprimere le proprie idee, che siano di destra, di sinistra o radicali. Proprio il secolare Pannella, in uno dei suoi innumerevoli digiuni, fece una dichiarazione davvero bella dove diceva: “Chi, per paura delle conseguenze, rinuncia a vivere una vita dignitosa, sappia che comunque quella vita è già persa”, che altro non è se non l’ammodernamento di un pensiero più antico che recita: “Chi non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, oppure lui stesso non vale nulla!”.”

CORAZZATA VALDEMONE

“Problemi veri e propri non ne ho avuto parecchi fino ad oggi, però è tangibile una certa ostilità da parte di buona parte della critica musicale che, per paura di dover prendere una posizione, mi boicotta preventivamente. Per non parlare di tutte quelle fanzine che si rifiutano di recensirmi perché ‘inadatto’ alle loro pagine. Se è questa la gente con cui dovrei andare a mischiarmi, preferisco astenermi da compilation e apparizioni pubbliche. Purtroppo l’ignoranza dominante impone a tutti questi codardi di comportarsi come tali…”
(Gabriele Fagnani)

Immaginiamo ti aggradi anche il motto “Chi non è pronto a morire per la propria fede non è degno di professarla”, dunque…

“Parole sante! Mi piace molto riscoprire vecchi detti popolari, filastrocche, detti dialettali ed ovviamente citazioni letterarie o storiche come questa, che portano in sé grandi verità e retaggi di una tradizione che si tramanda nei secoli. Purtroppo parlare di fede oggi sembra un paradosso, ma per quei pochi che ancora sostengono certi valori, questo motto significa molto di più.”

Hai descritto il suono della Corazzata Valdemone come un caos per veicolare messaggi e comunicare sensazioni… diremmo che si tratti di una sorta di caos ordinato. Ma, al di là delle impressioni – giuste o sbagliate che siano – degli ascoltatori, quali sono i messaggi che vuole mandare la Corazzata Valdemone?

“Attraverso la mia musica cerco di veicolare concetti costruttivi che possano muovere gli animi della gente verso ideali puri e sani. Nelle mie canzoni non sentirai mai inviti a pestare un poliziotto, oppure offese gratuite senza un fine, in quanto ritengo che la critica, se infondata, sia semplicemente rumore! Se prendi come esempio il testo di “The Old And Good Oil Treatment”, a prescindere dal titolo un po’ ironico, penso che sia una delle più belle lettere d’amore che una donna possa sentirsi dedicare, così come il testo di una nuova canzone ad oggi ancora inedita, intitolata “Romana”, che rappresenta una vera e propria ode all’amore ed alla fede. Sono molto legato a questo brano, per il quale avevo chiaro il risultato che volevo raggiungere, ma che si trovava ben al di sopra delle mie possibilità canore, dunque decisi di contattare una delle più belle voci della scena italiana, ossia il portentoso Gabriele degli storici Deviate Damaen. Nacque una collaborazione artistica che va decisamente oltre la mera registrazione di un brano e che mi auguro andrà avanti anche in futuro, in quanto ritengo che la sua voce sia strepitosa e molto teatrale. Sicuramente uno dei pochi veri artisti rimasti in Italia!”

Corazzata Valdemone ha già presentato il suo materiale anche in sede live: com’è andata sul palco e quali sono stati i responsi del pubblico? Ci sarà occasione di vederti presto su altri palchi?

“Fino ad oggi è stato possibile assistere ad una sola esibizione dal vivo della Corazzata Valdemone, circa un anno fa in collaborazione con Holtzman Engine. Quell’evento fu organizzato in soli tre giorni, dunque puoi immaginare la forte dose d’improvvisazione che caratterizzava la nostra performance, ma tutto sommato è stata una serata molto coinvolgente ed intensa. Il pubblico accorso all’evento era del tutto ignaro di cosa avrebbe ascoltato e buona parte degli spettatori erano poco più che shockati dalla nostra esibizione, ma a conclusione della nostra performance stranamente la gente ha applaudito energicamente. In questi giorni sto organizzando una nuova performance, sempre a Catania, per il mese di Febbraio, ma ancora è tutto da definire, mentre al momento è da escludersi qualsiasi concerto in altre parti d’Italia, forse in futuro…”

Per finire, quali sono i progetti futuri della Corazzata Valdemone? E siccome fai parte anche dei Kannonau, c’è qualcosa da segnalare anche per l’attività di questa band?

“I progetti più a breve scadenza sono sicuramente la pubblicazione del lavoro in collaborazione con Fukte, che dovrebbe avvenire nei primi periodi del 2010, e l’ultimazione delle tracce che andranno a costituire il nuovo album della Corazzata Valdemone, che ovviamente includerà il brano in collaborazione con Deviate Damaen. Più in là vedrà la luce il lavoro in collaborazione con Holtzman Engine per la realizzazione di un intero album, mentre nei residui ritagli di tempo sono già al lavoro su dei nuovi brani molto differenti dalle solite produzioni, con tanto di batteria, chitarre e basso. In casa Kannonau, dopo un lunghissimo periodo di pausa, dovremmo riprendere in mano gli strumenti per la realizzazione di un mini-album d’imminente realizzazione. I Kannonau sono il mio primo amore e difficilmente lascerò che muoiano, nonostante una miriade di problemi ne abbiano minato seriamente il cammino. Presto diffonderemo nuove notizie al riguardo.”

http://www.myspace.com/corazzatavaldemone

La Discografia degli ZetaZeroAlfa

Boicotta/Non votare più

Formato: 7″ – Anno: 28 marzo 1999 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

La dittatura del sorriso

Formato: CD – Anno: 28 ottobre 1999 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

Kriptonite

Formato: CD – Anno: 28 ottobre 2000 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

Fronte dell’essere

Formato: CD – Anno: 21 giugno 2002 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

Tante botte – Live in Alkatraz

Formato: CD – Anno: 18 giugno 2005 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

La ballata dello stoccafisso

Formato: CD – Anno: 21 aprile 2007 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

Estremocentroalto

Formato: CD – Anno: 21 giugno 2007 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

Ecchetelodicoafare

Formato: DVD – Anno: 21 dicembre 2007 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Trifase/Perimetro

Disperato amore

Formato: CD – Anno: 19 giugno 2010 – Etichetta: Rupe Tarpea Productions/Perimetro

 

29 Agosto 2011

Autore:

admin


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