La musica è energia. È una sensazione, un’atmosfera. Sentimento. Così Kurt Cobain definiva la musica, “sentimento”. Così la vive Luca Ayscough, un giovanissimo e talentuoso ragazzo che, a solo 21 anni, si sta già dando da fare per crearsi una strada, insieme al suo gruppo – Stefano Russo e Manuel Barcellona – nel mondo della musica.
Come qualsiasi forma d’arte, per l’artista la musica diventa un mezzo per esprimere i propri sentimenti, per sfogarsi e diffondere le proprie idee.
È fondamentale nella vita di tutti noi, giovani e non più giovani: indipendentemente dai generi musicali, dai cantanti, ognuno di noi porterà per sempre una canzone nel cuore e avrà la sensazione che un testo ci stia proprio descrivendo.
Luca Ayscough è un giovanissimo e talentuoso ragazzo che, a solo 21 anni, si sta già dando da fare per crearsi una strada, insieme al suo gruppo, nel mondo della musica.
Ciao! Presentati!
Mi chiamo Luca Ayscough, ho 21 anni e sono nato ad Edimburgo, nonostante io viva da sempre a Gioiosa Marea, in Sicilia.
Frequento il Dams di Bologna e voglio specializzarmi in cinema.
Sono un ragazzo a cui piace imparare sempre cose nuove!
La mia passione più grande è la musica ed il mio gruppo si chiama Happy Face Factory.
Suono principalmente la chitarra, ma anche la batteria, il basso e al momento sto imparando a suonare anche il pianoforte.
Quali sono i cantanti con cui sei cresciuto?
Sin da piccolo ho sempre ascoltato musica: i miei genitori mi facevano ascoltare musica anni 60, 70, 90… mio padre mi cullava con i Radiohead, i quali mi hanno molto influenzato.
Crescendo ho ascoltato, ad esempio, i Foo Fighters o comunque prediligevo il rock alternativo.
Dopodiché ho variato dalla musica elettronica fino al metal.
Insomma, ho ascoltato un po’ di tutto!
Quali artisti ti hanno influenzato?
I Radiohead, i Massive Attack, i Nirvana…
Ci sono gruppi o cantanti italiani che ti piacciono?
Mi piacciono i Modena City Ramblers e De Andrè!
Come hai iniziato a fare musica?
A 11 anni, per Natale, ho ricevuto in regalo una chitarra.
Quel giorno rappresenta il principio di tutto. A scrivere, invece, ho iniziato a diciassette anni.
Io ed i miei amici eravamo stanchi di fare sempre e solo cover, volevamo realizzare qualcosa di nostro e, nonostante inizialmente a scrivere canzoni fosse Stefano – bassista del gruppo – successivamente io stesso ho preso confidenza con lo scrivere.
Al momento cosa hai prodotto?
L’ultimo album di Happy Face Factory è stato prodotto da me e Stefano e al momento stiamo lavorando a nuovi progetti.
Qual è la tua canzone preferita tra quelle che hai prodotto?
Walk The Rom, l’ultima canzone dell’album: è travolgente ed è un finale super figo!
Cos’è per te la musica?
Per me la musica è un mezzo di espressione!
Nella musica sia l’artista che l’ascoltatore riescono ad identificarsi.
È il mio modo di esprimermi, posso fare ciò che amo: creare.
Quali sono le difficoltà di un emergente?
Ottenere attenzione dal pubblico.
Parlami del tuo genere.
Ognuno può ritrovare nella mia musica il suo genere. Sarà l’ascoltatore a decidere il genere, insomma.
Ascoltando l’album si passa dal bluse, all’elettronica, al rock, al metal, al jazz, al trip hop!
C’è una ricorrente impronta punk.
Da chi è composta la tua band?
Siamo in tre: io, Stefano Russo e Manuel Barcellona. Manuel è il cantante, Stefano è il bassista ed io principalmente la chitarra.
Nonostante questi “ruoli ufficiali”, spesso ci scambiamo le parti a seconda dei vari pezzi e a volte cantiamo anche io e Stefano.
Dove si possono trovare le tue canzoni?
In qualsiasi store digitale o servizio di streaming.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Stiamo lavorando ad un nuovo album per Happy Face Factory. Per quanto riguarda me, vorrei andare a vivere a Londra e riuscire a inserirmi nell’ambiente musicale.
Voglio produrre qualcosa di rock/punk.
Cosa consigli ad un emergente?
Esercitati moltissimo, dedicando alla musica più tempo possibile: la musica non è una cosa istintiva, ha bisogno di esercizio continuo.
Inizia il tuo percorso da indipendente e, successivamente, se hai la possibilità unisciti ad una casa discografica.
Studia le leggi dell’industria musicale e abbi sempre chiaro il tuo obbiettivo, così da perseguirlo.
Accetteresti di lavorare con una casa discografica adesso?
No, ho bisogno ancora di migliorarmi e di trovare una mia identità musicale, così da avere qualcosa da offrire.
Non voglio che una casa discografica possa impormi che musica produrre, voglio poter sempre rimanere me stesso.
Ivonne Agostino
https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mjSgmEc31jNOkCdo6nMD1CMPOJXB7ZHco&fbclid=IwAR1VWEBn3G6pAnqUegv5uYUE0TQbxA7yCA4PumtZUhSXDWUHqpF-WxkE5Vs
da leggere.. la musica intorno ad Ivonne
http://scomunicando.hopto.org/notizie/samuel-fana-shadow-la-musica-una-fedele-compagna-che-ringrazio-perche-mi-ha-aiutato-a-conoscermi/?fbclid=IwAR3RbPkNXoNvmi3t2IDSS2NbecituN3-pF74fbvi4pCGEOz4Y9ltwyU18ko
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