Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la nostra libera collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone la sua chiacchierata con Max Borghetti. L’intervista all’artista musicale (classe 1998), nato e cresciuto nella Repubblica Domenicana ma avente radici italiane, ha avuto luogo in occasione dell’uscita del singolo “Maníaca”
Ciao e ben ritrovato! Mi fa piacere che tu abbia pensato a me come persona di riferimento con la quale chiacchiere, al fine di raccontare della recente uscita del singolo “Maníaca” [clicca qui https://abrahammateo.lnk.to/Maniaca]. Tale brano ti vede nella veste di compositore e di paroliere, insieme ad Abraham Mateo e José Cano, dunque ti domando subito quando e come vi siete conosciuti (nonché che cosa più apprezzi di ciascuno di loro due). “Ciao Giulia! Ci siamo conosciuti, sia con Abraham Mateo che con José Cano, tramite le nostre reti sociali e grazie ai rispettivi contatti – comuni – nel settore musicale. Durante il processo di scrittura del singolo “Maníaca”, abbiamo lavorato tutti assieme per dare vita all’or detto brano. Ammiro l’abilità vocale di Abraham Mateo e la passione che mette nella sua musica. José Cano, invece, è un talentuoso musicista e compositore e ho goduto di questa nostra grande collaborazione… apprezzo molto la sua creatività e la sua capacità di portare idee fresche sul tavolo di confronto e, dunque, di lavoro”.
Hai affermato, in riferimento alla canzone “Maníaca”, che <<Il processo di scrittura è stato davvero stimolante, poiché ognuno di noi – sia io che Abraham e José – ha portato a fattor comune il proprio stile e la propria esperienza… in maniera tale da creare un pezzo unico e commovente>>. Ebbene che cos’è quel qualcosa che ti rende particolarmente orgoglioso di avere realizzato il sopracitato brano e vi è un messaggio specifico, contenuto in esso, che vorresti arrivasse chiaro agli ascoltatori? “Sono particolarmente orgoglioso del modo in cui, nella creazione della canzone “Maníaca”, noi tre – io, Abraham e José – siamo riusciti a combinare i nostri stili e le nostre esperienze individuali al fine di creare un pezzo unico e commovente. Il messaggio che vorremmo trasmettere agli ascoltatori è quello di abbracciare le proprie diverse culture, difatti nel pezzo viene cantato: “Adicta al dembow [domenicano]/ También reggaetón [Panamá e Porto Rico]”, ossia di una lei che è additiva a questi sopramenzionati stili musicali e ciò in nome delle proprie personali radici”.
Interpretazione aggiornata di una delle grandi canzoni degli Anni ’80 e cioè appunto della canzone “Maniac” di Michael Sembello (singolo di punta del film cult “Flashdance”), il brano “Maníaca” è stato rilasciato insieme a un video musicale [clicca qui https://youtu.be/MzBlHP2e8Ww] che – citando Abraham Mateo – vuole rendere omaggio all’estetica visiva dell’amato classico candidato all’Oscar. Con quale intenzione e speranza tu – insieme ad Abraham e a José – hai deciso di innestare, su quella che è stata definita quale musica retrò, un tocco latino moderno (con ritmi cosiddetti contagiosi e “rinfrescanti”, sebbene mantenendo l’energia potente sprigionata dalla versione spagnola del 1983)? “L’intenzione, nel creare il singolo “Maníaca”, era quella – come hai giustamente ricordato tu, Giulia – di rendere omaggio all’estetica visiva e all’energia potente del film “Flashdance”. Abbiamo deciso di inserire un tocco latino moderno per aggiornare il brano e renderlo fresco e coinvolgente… i ritmi contagiosi e rinfrescanti hanno l’obiettivo di proporlo e presentarlo, al pubblico contemporaneo, in maniera accattivante (ma mantenendo, comunque, il mood della versione originale del pezzo del 1983)”.
…E per quello che concerne il film “Flashdance” del regista Adrian Lyne, tu che cosa ne pensi? Che cosa ti suggerisce – in primis emozionalmente – la storia della stupenda diciottenne Alex, che lavora come saldatrice in una grande officina di Pittsburgh, in Pennsylvania, e che arrotonda il suo stipendio ballando in un locale notturno (il suo sogno è diventare una danzatrice professionista)? “FLASHDANCE è un film iconico, che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare. La storia di Alex, giovane saldatrice che sogna di diventare una ballerina professionista, è emozionante ed è certamente d’ispirazione per molte persone. Tale pellicola mi trasmette un notevole senso di determinazione e di perseveranza, nel perseguire i miei – come ciascuno i propri – sogni, nonostante gli ostacoli. Mi affascina l’energia e la passione che Alex appunto mette nella danza e il modo in cui lotta per realizzare gli obiettivi che si è prefissata”.
Infine, sempre a proposito del singolo “Maníaca”, hai dichiarato che – nel darlo alla luce – hai provato un misto di gioia e di nostalgia. Ti chiedo pertanto gioia e nostalgia per l’appunto di chi e di che cosa e in quali occasioni ti capita, più che in altre differenti circostanze, di essere invaso da codesti stati d’animo. “Ho immaginato, quando ho menzionato la gioia e la nostalgia a proposito del dare vita al singolo “Maníaca”, che il brano potesse evocare sentimenti di felicità per il presente in cui siamo e per la possibilità di realizzare i propri sogni in esso… ma ho immaginato anche la possibilità che abbia luogo una qual certa nostalgia per il passato e nei confronti delle esperienze che ci hanno portato fino ad oggi. In generale proprio la gioia può derivare da momenti felici e dalla realizzazione personale, mentre la nostalgia può sorgere dai ricordi di persone care e di luoghi speciali o di esperienze significative che abbiamo vissuto in precedenza. Le situazioni specifiche in cui si sperimenta i suddetti stati d’animo, tuttavia, possono variare da persona a persona”.