MUSICA – Intervista al cantante Oside
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MUSICA – Intervista al cantante Oside

Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la nostra libera collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone un focus sul cantante. È possibile visionare il profilo Instagram di Oside cliccando su https://instagram.com/oside.soa?igshid=MTIyMzRjYmRlZg==   

Ciao Oside, piacere! Vorrei domandarti subito qual è il cosiddetto motore interiore che ti ha portato a intraprendere il tuo viaggio nella musica e ciò in relazione anche al tuo nome d’arte. Ciao Giulia, piacere mio! Ciò che mi ha spinto verso la musica è sicuramente la necessità d’esprimere e di dare forma ai miei pensieri, alle mie riflessioni, sensazioni e ricordi. Sono convinto che la musica, per me, sia un mezzo più che un fine. Il mio nome d’arte nasce a sedici anni d’età, nel 2015, e unisce “zero” e “omega” (O). Da un lato allude a una sorta di inizio e dall’altro alla fine di una parte… un lato (side) che – in passato – sentivo isolato da tutto il resto, mentre oggi fa parte al 100% della mia vita”.

Da piccolo a cosa, forse, immaginavi di dedicarti una volta divenuto adulto e che bambino sei stato? Oggi se ti dovessi raffigurare metaforicamente con un colore, quale tinta senti di essere e quale più ti piace? Sono stato un bambino timido ma curioso, attento e introverso. Non ricordo d’aver mai guardato al futuro nella mia infanzia, il ché vale tutt’ora… Mi pare, il dover sapere a tutti i costi ciò che si vuole essere o diventare domani, una necessità sociale più che individuale – così da avere una risposta da dare a chi lo chiede, piuttosto che a noi stessi. Se dovessi metaforicamente raffigurarmi con un colore, lo farei con il grigio. Spesso esso è associato al dubbio, alla tristezza, alle giornate di pioggia o alla cosiddetta via di mezzo ma invece – secondo la mia concezione – equivale al positivo di poter nascondere sia la luce che il buio. Il grigio è il colore delle città che abbiamo attorno a noi e si trova, contemporaneamente, sia in cielo che sulla strada”. 

L’ambiente geografico e sociale (compreso quello familiare) e l’epoca in cui vivi, ma altresì i primi input ricevuti durante l’infanzia, quanto e in che modo sono stati e sono o no fonte d’ispirazione e determinanti per la tua creatività? L’ambiente geografico e quello sociale sono due elementi che sicuramente mi hanno spinto verso la creatività e la ricerca della novità, di ciò che viene creato dal nulla. Crescere in una città che tende a standardizzare la maggior parte delle vite, che mostra ogni giorno l’esempio da seguire e che lascia spazio soltanto a due tensioni antitetiche – ma, entrambe, aventi come base comune l’accontentarsi – ha indubbiamente potenziato la mia spinta verso l’arte e il pensiero creativo”.

Che cosa rappresenta per te la bellezza e cosa la musica e quale ritieni che sia il loro principale pregio e potere? “A mio avviso la bellezza rappresenta la libertà, l’unico, la ricerca di ciò che ancora non esiste o di quello che ancora non conosciamo. Beltà può essere una lacrima tanto quanto un sorriso, può essere simmetria ma pure un dettaglio “sbagliato”. Penso che l’arte tutta comprenda e abbracci questa concezione di bellezza appunto. La musica ha la fortuna, forse più che altre arti, di poter suscitare sensazioni ed emozioni a livello fisico e probabilmente per tale motivo trova infinite forme”.

Quali sensazioni ed emozioni provi quando scrivi e canti e vi è un modus operandi che solitamente adotti, ovverosia in base a cosa e come procedi nella genesi delle tue tracce? E i ricordi, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare, la razionalità e l’istinto quanto sono rilevanti nella tua quotidianità in ambito musicale? Le sensazioni, durante la scrittura, sono le più varie… posso passare dalla razionalità nella ricerca d’un termine preciso, di una metrica o di una linea melodica all’istinto puro durante la stesura di un testo.
Un modus operandi che sento mio è quello di non obbligarmi a scrivere sempre, difatti mi concedo spesso periodi in cui non scrivo e non canto alcunché – lasciando che sia la vita a portarmi nuova ispirazione. Trascorro pe
r l’appunto alcuni periodi che fungono proprio da “ricarica” d’ispirazione, lasciando campo al vivere/al vissuto prima che all’arte”.

Sei dell’avviso che – nella carriera di un cantante – l’immagine sia importante e che possa e debba veicolare efficacemente significati emozionali e intellettivi, d’impegno verso un qual certo “quid”, psicologici a riguardo di sé e di coloro con i quali ci si interfaccia e che ne sia un indicatore di verità? Penso che l’immagine sia importante per chiunque e in qualunque ambito. Importante sì, ma non necessaria e nemmeno identificativa. La verità si compone d’immagine appunto, tuttavia altresì di tanto altro… e, come ogni altra cosa, può essere finzione. Nella carriera di un cantante certamente essa facilita il veicolare certe tipologie di contenuto e credo che a volte capiti che superi l’importanza proprio della musica, facendole fare un passo indietro rispetto al “personaggio” – fino a smettere, di conseguenza, di indicare verità. Personalmente do all’immagine grande importanza nel momento in cui si pone al di sotto dell’arte principale (nel caso di un cantante, quindi, della musica stessa). Un’estetica che aiuta l’espressione dei significati è un’estetica vera, reale, ma se vera e reale è allo stesso modo la musica”.     

A tuo dire in che rapporto stanno libertà, resilienza e coraggio? E in tutto ciò, benché io non voglia indurti ad alcuna preconfezionata categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal tuo punto di vista, cos’è l’Amore (sia esso amor proprio, per altre persone e animali, per idee e ideali, per situazioni, luoghi, attività e molto altro ancora)? Personalmente, ritengo che la libertà trascenda da ogni rapporto e la pongo al di sopra di qualsiasi altro fatto e idea. È l’essenza d’ogni individuo e ogni atto dovrebbe nascere da essa e per essa. Il coraggio è un importante mezzo della libertà, serve più coraggio per essere liberi che per non esserlo. La mia convinzione è che la forza motrice dell’esistenza sia il dolore, il male, l’evento triste e che tutto questo sia ciò che ci permette di muoverci, di migliorare, di crescere, di cambiare, di cercare quello che non abbiamo ancora trovato. É giusto che ognuno di noi abbia le proprie maniere di attraversare il negativo, ma capendo però che è grazie a esso che si vive. L’Amore invece è una forza in grado d’accompagnare scelte e momenti, un aiutante estroverso che s’appoggia sull’ideale centrale d’ogni individuo (qualsiasi sia tale ideale che il singolo essere umano ha)”.      

Quale ipotizzi che sia la tua peculiarità artistica e quale supponi che sia la caratteristica più apprezzata da coloro con i quali collabori, nonché dai tuoi ascoltatori? “Con tutta l’umiltà che mi è possibile far trasparire parlando di me, credo che la mia peculiarità sia la ricercatezza lirica, la volontà assoluta di esprimere concetti extra-musicali tramite la musica. Appunto la musica è mezzo d’espressione, gli stessi concetti che raffiguro musicalmente potrei rappresentarli attraverso altre forme d’arte… ma è proprio la musica che mi consente di confrontarmi anche con il lato estetico del concetto, con le difficoltà nella ricerca dell’equilibrio tra espressione e intrattenimento”.  

Che cosa ne pensi, qualora tu lo abbia seguito, del Festival di Sanremo 2023? C’è stato qualcuno che ti ha favorevolmente colpito e, in caso affermativo, come mai? “Ci sono moltissimi artisti con i quali mi piacerebbe lavorare, con l’obiettivo soprattutto di sperimentare. Non ho seguito con grande attenzione il Festival di Sanremo di quest’anno ma – da quel poco che ho sentito – posso dire di aver apprezzato molto il pezzo di Tananai e la capacità da “hitmaker”, in qualsiasi contesto, di Lazza …nonché la vocalità, secondo me senza pari, di Marco Mengoni”.

Attualmente parteciperesti volentieri a qualche talent show sia nella veste di concorrente che di giudice? Attualmente non parteciperei ad alcun talent show perché sento, musicalmente, di non essere ancora la miglior versione di me stesso rispetto a quella che avrei potuto raggiungere finora”.

Infine, prima di salutarci, vuoi condividere con noi se hai dei progetti in cantiere a stretto giro e talune eventuali novità in anteprima? Il 2 giugno uscirà un mio nuovo progetto, intitolato Sad Shit Hustler Vol. 1. Conterrà otto brani, di cui tre già disponibili. Tale mio lavoro ripercorre la maggior parte dei miei pensieri e ideali e ciò sia in maniera diretta che più leggera”.

18 Maggio 2023

Autore:

redazione


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