MUSICA – “Prisonniers d’un auteur cadre” per immergersi nel ritmo incalzante del “jazz manouche”
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MUSICA – “Prisonniers d’un auteur cadre” per immergersi nel ritmo incalzante del “jazz manouche”

E’ il primo cd, uscito ad inizio anno,di una talentuosa band messinese, i “Le Roi Manouche”

La jazz band acustica alza l’asticella e realizza il suo primo album:“Prisonniers d’un auteur cadre”.

Otto brani, da ascoltare o in fumosi locali o in splendide solitudini, accompagnati da buon rum con cioccolata e buccette di arancia, che mettono in evidenza oltre il talento dei singoli, anche la bell’energia che giunge dalle due chitarre “manouche”, e dove il ritmo viene scandito da una presenza mai invadente di un buon contrabbasso accompagnato da un “minimal drum” che crea atmosfera.

La musica scorre, ci si immerge in diverse contaminazioni che rendono il lavoro “continentale”, trasversale, in grado di vagare da un secolo all’altro, e dove questo viene spesso arricchito da incursioni di raseguado, tecnica molto sviluppata dai musicisti di flamenco, per dare incisività e potenza a passaggi ritmici ed agli accordi e finali propri dello swing gitano.

E del resto chi è appena appena avanti negli anni non può non ricordare la musica di Billy Pavia, oggi cofondatore della band, che con la sua band, rigorosamente vestiti di bianco, suonava anche sui nebrodi, quando “scoperto” da Enrico Caruso sul finire degli anni ottanta sulle sonorità dei Gypsy King, era una costante al “Doc”.

I “Le Roi Manouche” sono la sintesi di un progetto musicale, teatrale e artistico nato nel 2015 che affonda le proprie radici nel ritmo incalzante del “jazz manouche”, quello stile musicale che deriva da una contaminazione con le trascinanti sonorità gitane e che sta vivendo una rinnovata popolarità, crea una perfetta commistione musicale.

La band è composta da Domy Le Roi, ovvero Domenico Basile, – lui è di Reggio Calabria ma si considera un messinese d’adozione – al contrabbasso, Massimiliano Parisi alla batteria, Billy Pavia (anche voce) e il giovanissimo Valerio Pavia – ha 22 anni ed è figlio d’arte -.

Il loro genere si orienta su un repertorio gipsy jazz, riproponendo in chiave moderna sia classici di jazz manouche degli anni 30 & 40, che riarrangiamenti di alcuni brani più moderni, il tutto secondo una loro personalissima interpretazione.

La band, motivata da una dogmatica fede nella qualità, investe ogni loro migliore energia e talento per produrre una musica di qualità assoluta, imponendosi di regalare nelle loro performance live, momenti di vero piacere  musicale, con una miscela di  suoni, arte, espressione sonora, ricerca del dimenticato e raffinato vintage.

Da ascoltare, guardare e comprare il Cd

https://www.leroimanouche.com

25 Febbraio 2018

Autore:

redazione


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