La nuova leva del cantautorato siciliano al femminile, viene dal centro dell’isola e ha il carattere giusto per oltrepassare lo stretto senza il bisogno di ponti artificiali. Energica, ironica e poetica, Roberta Gulisano miscela con maestria le radici folk alla creatività jazz, con uno stile che piace e colpisce sempre di più gli addetti ai lavori.
Dal 2010, anno del debutto al VI Premio Bianca d’Aponte, ad oggi, è stata finalista a ben cinque concorsi (Premio Andrea Parodi 2010, Musicultura 2011, Musica da Bere e Botteghe d’Autore 2012, VIII Premio D’aponte) e, dopo un anno di lavoro, sembrano tutti in attesa di sentire finalmente che forma avrà il suo primo disco, totalmente autoprodotto, che verrà distribuito “dal produttore al consumatore”, in linea con la filosofia: “Meglio soli che mal accompagnati”.
Si accompagna invece benissimo nei suoi concerti in cui, con una band dalla grande verve, mette in scena la polisemia del verbo inglese “to play”: perchè “La Guli” – nomignolo sbrigativo per un cognome un po’ lungo – quando si esibisce gioca (col destino, con la vita e anche con sé stessa), suona (o meglio canta) e recita (per quella naturale attitudine teatrale insita nel sangue del Sud italico); e il pubblico ne rimane rapito, come un bambino che resta ad ascoltare una cantastorie un po’ sofisticata e disarmante, che ha idea di mettere in dubbio l’esistenza, la normalità e la perfezione.
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