Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la nostra libera collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone la seconda ed ultima parte della sua chiacchierata con l’esperto di beats, mixaggio e masterizzazione. È possibile visionare il profilo IG di Michele Scopetti, in arte Kemyz, cliccando su https://instagram.com/kemyzprod?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
Quale ipotizzi che sia la tua peculiarità artistica e quale supponi che sia la caratteristica più apprezzata da coloro con i quali collabori, nonché dai tuoi ascoltatori? “Ho idea che la mia peculiarità artistica sia quella di avere un’impronta sonora molto melodica, che rende le mie strumentali particolarmente orecchiabili – unitamente al fatto che tendo a sperimentare e a spaziare parecchio quando produco, riuscendo così a fondere insieme differenti stili e sonorità (e credo dunque, in tale modo, ad esprimermi con originalità). La correttezza, la trasparenza e l’impegno che metto in ciò che faccio sono caratteristiche che mi contraddistinguono e che ipotizzo che possano essere tra le più apprezzate dalle persone con le quali collaboro. Patrick Carinci si occupa di svolgere la fase di mixaggio e mastering sui brani di artisti quali Shiva ma altresì Capo Plaza e Rondo… un’attività di vitale importanza per la buona riuscita di un brano, poiché permette (se ben svolta) di farlo rendere al meglio su qualunque dispositivo di ascolto e conferisce peculiarità sonore in grado di rendere il pezzo più emozionante e coinvolgente. Patrick è appunto un maestro nell’arte del mixaggio, è un mostro tecnicamente ma allo stesso tempo approccia al mix tenendo sempre in considerazione la vibe (vibe che mette in risalto grazie alla sua sensibilità che gli consente, per mezzo delle sue competenze e della sua esperienza nel settore, di “giocare” egregiamente con i principi di psicoacustica). A darmi ragione, ci sono le oltre trecento certificazioni oro/platino dei brani da lui mixati e per me è davvero un onore poterci collaborare e coadiuvarlo nel gestire una parte delle sue attività. Posso dire che, prima di essere un collega, Patrick è un amico. Abbiamo un rapporto davvero speciale e unico e ciò che ho appreso lavorando a stretto contatto con lui mi ha fatto crescere molto e mi ha portato ad approcciarmi alla produzione con un’ottica di mixaggio già in fase di composizione, cosicché le mie strumentali possano suonare fin da subito tendenti a quello che sarà poi il prodotto finito. Negli ultimi mesi ho prodotto due brani per Jefeo, attualmente conosciuto con lo pseudonimo di Lumier, artista firmato Milano Ovest e già concorrente della diciottesima edizione del programma televisivo “Amici” di Maria De Filippi. I brani sono stati rilasciati proprio da Milano Ovest e uno è stato prodotto in collaborazione con i produttori Blame e Adam11 (producer di alcune delle migliori hit di Shiva e persona davvero apprezzabile, competente e umile nonostante i traguardi raggiunti). Nelle settimane passate è stato rilasciato il singolo “Giuda” dell’artista e TikToker Loris (conosciuto su TikTok come @loris.music), un ragazzo veramente forte che dal nulla e solo attraverso la sua passione per la musica e i suoi contenuti ha superato il milione di follower. Il brano, prodotto da me, tocca una tematica delicatissima e penso che riesca a veicolare egregiamente le emozioni che Loris intendeva trasmettere. Consiglio a chiunque legga questa intervista di andarlo ad ascoltare su YouTube dato che, tra le altre cose, ha altresì un video assai suggestivo”.
Qualora tu lo abbia seguito, c’è stato qualcuno e – in caso affermativo – come mai che ti ha favorevolmente colpito al Festival di Sanremo 2023? “L’artista che mi ha colpito di più al Festival di Sanremo 2023 è stata Madame… ciò, innanzitutto, per l’originalità della tematica trattata nella canzone che ha portato sul palco dell’Ariston (il brano “Il bene nel male” parla di una storia d’amore tra una prostituta e un suo cliente) e, in secondo luogo, per il coraggio avuto di affrontare – in un contesto come quello del Festival appunto – un argomento simile ma anche per la modalità stilistica, nonché per la semantica di esposizione del contenuto ed infine per le sue performances sia dal punto di vista sia canoro che emozionale. Personalmente ho percepito, guardandola cantare, che fosse completamente immersa in ciò che stava facendo e ho avuto l’impressione che ad ogni esibizione arrivasse stremata alla fine del brano e questo per quanto di se stessa ci stava mettendo”.
Ad oggi, parteciperesti volentieri a un talent show e/o reality? E, proprio a riguardo dei primi, ne hai visto qualcuno quest’anno e hai apprezzato qualche partecipante in particolare? “Non seguo i talent, ché non amo questo tipo di format “usa e getta”. Ho l’impressione che i partecipanti vengano spremuti il più possibile in un arco temporale abbastanza limitato e che dopo vengano “abbandonati” e che finiscano nel dimenticatoio (tranne rare eccezioni). Proprio per tale ragione, non so se – avendone la possibilità – ad oggi parteciperei a qualcuno d’essi. Inoltre, come ho affermato in precedenza, non amo stare al centro dell’attenzione… seppure sono pienamente consapevole che, soprattutto ai giorni nostri, per un artista avere visibilità è di fondamentale importanza (e i talent sono un ottimo modo per acquisirne velocemente). Ritengo che chi si appresta a partecipare appunto ad un talent debba farlo successivamente a un percorso di maturazione artistica, di crescita personale e di consapevolezza, in maniera da saper gestire al meglio l’impatto di tale esperienza sulla propria figura artistica ed essere in gado di mantenere nel tempo la visibilità acquisita (e continuare ad incrementarla). Non nascondo che da adolescente, quando ancora scrivevo canzoni, ho partecipato ai casting di alcuni format televisivi ma senza riuscire a superare la fase finale di accesso alla trasmissione”.
Qual è il tuo parere inerentemente le potenzialità o meno dei social network e il loro utilizzo – e sui possibili motivi del fatto che, nella nostra odierna epoca, si sta assistendo sempre più a un proliferare di aspiranti “influencer”? “Credo che i social, se utilizzati nel modo giusto, siano un ottimo mezzo per acquisire visibilità nonché per far conoscere le proprie abilità e per monetizzare le proprie passioni, prodotti o servizi ma anche per formarsi, per informarsi o semplicemente per condividere le proprie esperienze e i propri interessi. Questo, dal mio punto di vista, è il volto positivo dei social. Come in quasi ogni cosa però ci sono due facce di una stessa medaglia e in effetti credo che i social, se non si fa attenzione e non si pratica la consapevolezza, possano portare a perdere molte ore della risorsa più preziosa che abbiamo (ossia il nostro tempo) – tenendoci incollati allo schermo, a scrollare compulsivamente contenuti di poco valore o a leggere inutili informazioni di gossip che non apportano alcun beneficio alla nostra esistenza… o, ancora, a provare sentimenti negativi come l’invidia e la frustrazione poiché ogni secondo ci passano sotto gli occhi immagini di persone belle, felici e di successo o presunte tali. Insomma, sta solamente a ciascuno di noi scegliere che uso fare di questi potenti strumenti del nostro tempo. Per quanto riguarda l’aumento della tendenza al proliferare di aspiranti influencer, credo che il tale sia un fenomeno del tutto fisiologico dato che gli utenti – bombardati quotidianamente da profili con centinaia di migliaia di follower, che guadagnano o affermano di guadagnare cifre astronomiche grazie ai loro contenuti – sono incentivati a tentare di prendersi pure loro la loro fetta di visibilità e a provare a sfruttare codesta possibilità del mondo odierno. Credo inoltre che non ci sia nulla di male nel tentativo di monetizzare una propria passione o competenza ma ciò se il percorso viene intrapreso con la voglia di mettersi seriamente in gioco e in discussione. Io personalmente utilizzo i social soprattutto per formarmi e per apprendere informazioni che ritengo utili per la mia crescita personale e professionale, tuttavia sono consapevole che dovrei iniziare ad usarli anche per ottenere maggiore visibilità e per promuovere i miei servizi, il mio personal brand e le mie competenze (ma essendo una persona che non ama stare al centro dell’attenzione, non ho ancora trovato il mio personalissimo modo di approcciare questo step e sono consapevole che oggigiorno sia un mio limite notevole e che perciò vada superato)”.
Pensi che esista il destino e, se sì, secondo quali termini? Ti sei poi mai interrogato a proposito della sussistenza del male nel mondo in rapporto alla presunta bontà, onnipresenza, onniscienza e onnipotenza della divinità e del suo operato (cioè sulla questione della Teodicea)? “Credo che il destino esista, ma che vada “aiutato” da noi esseri umani – compiendo ogni giorno azioni che si vadano ad allineare con esso. Il modo per fare questo penso che sia quello di imparare ad ascoltarsi e di prendersi del tempo per stare soli con se stessi, per rispondere alle domande che spontaneamente emergono dal nostro profondo quando liberiamo la nostra mente dai mille pensieri e dalle mille attività che la affollano quotidianamente. Così facendo, saremo in grado di conoscerci meglio e di capire chi siamo e che cosa vogliamo ma anche dove stiamo andando e dove vogliamo arrivare. Ecco che, giunti a tal punto, le nostre azioni saranno mirate e non più casuali o dettate dalle aspirazioni o dalle aspettative delle altre persone. Rispondendo adesso alla seconda parte della presente domanda, io ho idea che esista una forza superiore che è parte integrante di ognuno di noi e di ogni forma di vita e di ogni elemento esistente nell’universo. Questa forza onnipresente, onnipotente e onnisciente è l’universo medesimo ed è in codesto concetto che può essere racchiusa la mia personalissima accezione del termine “Divino”. Il bene e il male, di fatto, sono concetti “inventati” dall’uomo. Nell’universo tutto scorre, tutto è costantemente in movimento e tutto va esattamente come deve andare. L’universo segue le proprie leggi intrinseche e non fa distinzione tra bene e male. Le nostre menti evolute interpretano gli eventi, affibbiandogli una connotazione positiva o negativa… sì siamo esseri evoluti, è vero, però abbiamo pure i nostri limiti e non vi è alcuno di noi che riesca a darsi alcuna risposta plausibile a talune domande (e infatti è proprio per questo motivo che è nato il concetto di fede). Parlando del male da una prospettiva prettamente umana, ritengo che esso possa essere identificato nel compiere azioni che sappiamo essere negative o sbagliate ma che portiamo avanti comunque per un tornaconto personale (o peggio, per il puro gusto di farle) e a ciò è riconducibile la cattiveria. Il fattore consapevolezza è fondamentale e non di meno comunque giocano un ruolo molto importante altresì altri aspetti ad essa collegati come la cultura, il grado di istruzione, il contesto sociale in cui si è cresciuti, la propria scala valoriale etc.. Dando per buono questo assunto, il bene e il male sono quindi frutto della nostra interpretazione (che, a sua volta, è determinata da svariati aspetti tra cui quelli sopramenzionati)”.
Infine, prima di salutarci, vuoi condividere con noi se hai delle novità in cantiere a stretto giro e taluni eventuali progetti a più lungo termine? “Attualmente sto attraversando, al di fuori delle attività che porto avanti con Patrick, una fase di semi stand by dal punto di vista produttivo. Questa fase è dovuta ad alcuni problemi di salute legati proprio allo svolgimento della mia professione e al fatto che mi sto inoltre dedicando parecchio a studiare e a prepararmi per tentare di cogliere una nuova opportunità lavorativa che mi si è presentata e che è allineata con i miei scopi. In realtà c’è la possibilità che dal mese di settembre, in poi, ci sia qualche nuova release di un artista che sto seguendo e con il quale ho già rilasciato un brano nei mesi scorsi (ma non posso anticipare nulla di più a tale riguardo)”.