Il Nuovo Album dei fratelli Ture Most e R-Most
Uccalamma è il termine del siciliano arcaico utilizzato per intendere la “Bocca dell’anima” (o bocca dello stomaco, epigastrio).
È la parte più fragile ed intima dell’essere umano. Sembrano uscire proprio da questa bocca i suoni e le parole che compongono il quarto progetto dei fratelli Ture Most ed R-Most.
I testi scavano a fondo nella sensibilità di chi ascolta, vengono modulati in melodie che restano al primo ascolto tanto che ti sembrerà di averle già sentite in chissà quale vita precedente. La musica è l’anima elettronica del progetto e si esprime attraverso dei suoni pitchati e un po’ picciusi (termine che, per chi non è siciliano, indica i lamenti).
Tutto ciò senza rinunciare a farti ballare. Tra i brani troviamo diverse tematiche dai discorsi introspettivi, alle preghiere, alla lotta all’omofobia, e persino il racconto di una storia d’amore servendosi dei giorni della settimana. Sono presenti anche tre pezzi “Speciali” (Sulu, Sula e Suli), brani definiti dal duo come un esperimento di “electropoetry”, cioè dei brani che hanno la caratteristica di essere poesie ripetute più volte all’interno del brano, su una base elettronica che tende ad aumentare d’intensità ad ogni ripetizione , trascinando l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio, un viaggio che per quanto nuovo ti sembrerà familiare.