– di Saverio Albanese –
La cantautrice popjazz partenopea Simona Molinari, 41 anni da compiere venerdì prossimo, è stata insignita del Callas Tribute Prize NY .
Il prestigioso riconoscimento internazionale, dedicato all’indimenticabile Diva, le verrà consegnato giovedì 7 marzo a New York, in occasione della Festa della Donna. Queste le motivazioni: «Per l’eccelsa qualità vocale abbinata ad un’ecletticità che le permette di esprimersi ai più alti livelli nel mondo della musica, come autrice ed interprete, e in quello del cinema e del teatro. Simona Molinari è oggi una delle artiste più importanti del panorama italiano. Un prestigio acquisito sul campo perché la sua voce e la sua cifra artistica riescono a rappresentare un unicum, un carattere proprio che si fa stile e poetica. È in grado, come pochi interpreti, di trasportarci con una canzone nel suo mondo e allo stesso tempo di renderla partecipe a ogni ascoltatore”.
Sul premio che riceverà nelle prossime settimane, Simona Molinari ha dichiarato: «Ho sempre pensato che uno dei tributi che mi sarebbe piaciuto fare, pensando alle grandi donne e alle grandi voci che hanno caratterizzato il nostro secolo fosse quello a Maria Callas. Lei ha rappresentato la donna moderna, emancipata seppur con i suoi dolori e le sue fatiche – prosegue la cantautrice popjazz partenopea– oltre ad essere grande per il modo con cui ha portato in scena i suoi personaggi e per la sua voce ineguagliabile. Prima o poi troverò il modo di rendere ‘pop’ alcune delle arie d’opera che l’hanno resa celebre e racconterò la sua storia così come ho fatto in passato con Ella Fitzgerald e come sto facendo in questi mesi con Mercedes Sosa. Intanto vado a ritirare questo premio che mi rende intimamente commossa. La musica fa dei giri assurdi –la chiosa finale di Simona Molinari– ma è in grado di attraversare i continenti e poi tornare a casa».
E a proposito di omaggi a grandi voci e grandi donne, Simona Molinari è in tour nei teatri con “El Pelusa y La Negra ”, spettacolo dal quale ha tratto ispirazione per il suo recente lavoro “Hasta siempre Mercedes”, un omaggio a Mercedes Sosa, la voce più potente e influente di tutta l’America Latina, simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura. Lo spettacolo teatrale è un intreccio di musica e dialoghi visionari fra Diego Armando Maradona e Mercedes Sosa . A dare voce alla ‘cantora’ argentina è naturalmente la raffinata cantautrice italiana, che per l’occasione si rivela sofisticata cantattrice alle prese con i monologhi (scritti da Cosimo Damiano Damato, che recita anche la parte di Maradona). Un viaggio musicale d’autore con un canzoniere potente, commovente e civile, che va dal repertorio della Sosa (da “Gracias a la vida”, a “Todo cambia” e “Canción de las simples cosas”, recentemente pubblicata come singolo nella versione dell’album insieme a Paolo Fresu) a brani cantautorali italiani. Gli arrangiamenti e la direzione musicale sono affidati al Maestro Valentino Corvino con il Sudamerica Quartet.
I prossimi appuntamenti sono il 28 marzo a Milano (Teatro Carcano), il 17 maggio a Bari (Teatro Forma) e il 18 maggio a Roma (Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi).
Simona Molinari ha inoltre firmato e interpretato il brano “Swing a Roselle”, inserito nei titoli di coda dell’ultimo recentissimo film di Giovanni Veronesi “Romeo e Giulietta” . Un virtuosismo vocale su base swing, suonato con il gruppo toscano “Musica da ripostiglio” e registrato nella località toscana che dà il titolo al brano. «È stato per me un vero piacere e onore essere chiamata da Giovanni Veronesi a prendere parte in qualche modo alla sua opera. Un film divertente e intenso allo stesso tempo, che ha al centro l’identità e l’umanità nella sua accezione più profonda» – ha commentato la Molinari–. «L’attenzione con cui Giovanni delinea e approfondisce i suoi personaggi è sartoriale, e il cast eccezionale e poliedrico che ha scelto, veste alla perfezione i suoi abiti. Giovanni aveva un’idea precisa sulla musica, voleva che i titoli di coda fossero un po’ come il film: leggeri e sofisticati al tempo stesso, scanzonati ed eleganti, retrò e moderni. Siamo allora entrati in studio con lui stesso che ci trasmetteva la sua visione e la sua energia. Si può dire che ha guidato i nostri strumenti come solo un regista può fare e io mi sono comportata appunto come uno strumento a fiato, infatti non c’è testo nel pezzo, ritornando giocosamente alle mie origini swing. È per me un grande onore incorniciare con la musica un’opera così bella».
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