Il batterista dei Syndone e Banda Elastica Pellizza pubblica il suo primo esperimento solista: dieci eccentriche canzoni d’autore che affrontano temi di attualità tra sarcasmo e ‘elettronica divertita’. Corpi celesti: il ‘casual album’ di Paolo Rigotto tra pop e anticonformismo.
“Sembra un concept album, ma non vale, io non ho cercato di farlo. Potremmo definirlo Casual Album, ma non è un jeans”. Così Paolo Rigotto presenta il suo nuovo album Corpi Celesti, il primo lavoro solista giunto al termine di un lungo percorso di lavori e collaborazioni. Apprezzato batterista di due gruppi che ultimamente hanno riscosso notevole successo, i cantautorali Banda Elastica Pellizza e i rinnovati progsters Syndone, Rigotto ha voluto concentrare le sue idee compositive e la sua visione del mondo e della musica nei dieci pezzi che compongono questo stuzzicante debutto.
Elettronica e pop, rock demenziale e canzone d’autore, un’ispirazione che prende spunto dal maestro Freak Antoni e dagli Elio e Le Storie Tese – con citazioni di Area e reminiscenze di Battiato – in un disco che si muove in equilibrio tra istinto e costruzione. Rigotto rivela: “Nel mio disco faccio tutto un po’ da me ma non è presunzione. Sono così pigro che se non registro subito l’idea che ho in mente so già che non la concluderò mai”. Registrando tutto in completa solitudine, Paolo ha realizzato un album in cui melodie deliziose e “a presa rapida” sono sostenute da una “forte matrice elettronica, in quanto tastiere e sintetizzatori sono stati il mio primo approccio con la musica, da ragazzino. Ma vorrei che fosse un’elettronica divertita, che scherza su sé stessa, sul suo essere di plastica. Ad essa infatti si contrappongono gli strumenti “veri”: batteria, chitarre e voci”.
Corpi Celesti è un ideale manifesto dei tempi che cambiano, di una contemporaneità agghiacciante, che l’autore osserva, interpreta e comunica con il potente strumento del sarcasmo. Rigotto sviluppa il tema della schiavitù dell’uomo dal potere, dalla carriera, dal tempo, dal sesso, dal consumo, dalla tecnologia e dalle droghe: brani come Madama Dorè, Scheda Madre (vincitrice del 3° premio La musica elettronica italiana nel 2061, promosso dal Festival Club To Club in collaborazione con il Comitato Italia 150) e Integrazione inaugurano un nuovo percorso cantautorale combinando ironia, sperimentazione e capacità comunicativa.
Info:
Paolo Rigotto:
http://www.myspace.com/paolorigotto
Chi è Paolo Rigotto?
Paolo Rigotto, per gli amici Rigotto, nasce a Torino nel 1973 per volere del caso.
Fin da piccolo inciampa spesso nei dischi del fratello maggiore: Pink Floyd, Banco del mutuo soccorso, Genesis e via discorrendo, fino a che, in età scolare, è già un dissociato culturale, opponendo agli ascolti musicali dei compagni (di scuola) le proprie prime composizioni. Nessun riscontrabile trionfo in quel periodo.
Parlando in prima persona, sono cresciuto suonando, registrando, ma soprattutto ascoltando parecchia musica prima di studiare batteria e iniziare collaborazioni musicali di ogni tipo, tra le quali Banda Elastica Pellizza e Syndone.
Quali sono i connotati stilistici della tua proposta?
E’ tra le due domande più difficili che mi si possano fare. L’altra è: “chi è Paolo Rigotto?”.
Credo comunque che la musica che attualmente propongo sia una spontanea miscela delle influenze musicali che ho avuto. C’è una forte matrice elettronica, in quanto tastiere e sintetizzatori sono stati il mio primo approccio con la musica, da ragazzino. Ma vorrei che fosse un’elettronica divertita, che scherza cioè su sé stessa, sul suo essere di plastica. Ad essa infatti si contrappongono gli strumenti “veri”: batteria, chitarre e voci. Nel mio disco faccio tutto un po’ da me ma non è presunzione. Sono così pigro che se non registro subito l’idea che ho in mente so già che non la concluderò mai.
Corpi Celesti è il tuo primo disco solista: quando e perché è nata questa esigenza?
Innanzitutto devo specificare che non è, in realtà, il mio primo “tentativo” di CD. Ho iniziato le mie prime (imbarazzanti) sperimentazioni a 12 anni, ma sinceramente non salverei molto di ciò che ho fatto da solista fino a pochi anni fa, anche se ogni sperimentazione sonora, per quanto inascoltabile, era un passo avanti verso ciò che faccio oggi.
Ho iniziato a realizzare Corpi Celesti un anno fa, durante una pausa con Banda Elastica. Ho messo giù una traccia di batteria elettronica ed un testo quasi improvvisato. Era Cronofilia. L’ho fatta sentire alla mia compagna, che è la mia insindacabile giuria demoscopica, e abbiamo fatto l’amore. Quindi ho registrato in un mese le dieci canzoni, nello stesso ordine che hanno nel disco, per reiterare il più possibile quel successo coniugale.
Quali tematiche affronti in Corpi Celesti?
E’ stato stranissimo, alla fine delle registrazioni del disco, scoprire che il mio lavoro, forse, aveva delle tematiche. Credo che il disco parli di Ambizioni.
Il tempo è l’unico limite alla realizzazione di ogni ambizione, e con lui si apre il disco. L’uomo ambisce al benessere e alla carriera (Integrazione, Il Capo, Madama Dorè), ambisce all’amore e ambisce sempre a qualche forma di droga, di alienazione, sia essa telematica (Scheda Madre) o chimica (Male che Vada). L’ambizione dell’uomo porta alla Fine del Mondo, dove Cristo stesso è impotente di fronte all’Apocalisse, eppure un gruppo di idioti riesce ad abbandonare la terra con un’astronave costruita in segreto, per impiantare su un altro pianeta una società di imbecilli.
Sembra un concept album, ma non vale, io non ho cercato di farlo. Potremmo definirlo Casual Album, ma non è un jeans.
Rock, prog, elettronica e una forte ironia. Sono proprio questi gli ingredienti di un’alternativa al pop contemporaneo?
Sono solo gli ingredienti che mi piace usare. In realtà penso che il pop contemporaneo (inteso come musica popolare), suonato soprattutto dai giovani e con l’intenzione di fare musica nuova sia una realtà che i media spesso trascurano. E’ chiaro che quando si parla di “pop contemporaneo” ci si riferisce sostanzialmente alla povertà musicale che i media di ogni tipo promuovono e vendono. Ma la musica contemporanea di qualità c’è, esiste, ed è molto più giovane di me. Per fortuna.
Hai avuto la possibilità di lavorare con personaggi come Roberto “Freak” Antoni: come è nato l’incontro e cosa hai appreso da questo artista?
L’incontro ufficiale con il Maestro è avvenuto durante le registrazioni del CD “La Parola che Consola” di Banda Elastica Pellizza, dove ha prestato la sua voce e personalità nel brano “Pollo”.
Più volte è stato ospite dei nostri concerti e poco per volta, timidamente, mi sono avvicinato al Maestro chiamandolo, appunto, Maestro.
Ciò che non tutti sanno di Freak è che è un uomo di una sensibilità e umanità straordinarie.
Con la sua lotta contro la stupidità attraverso la sua stessa esaltazione, Roberto è maestro di reale provocazione, fatta non di trivialità ma di intelligente analisi critica e di autoironia.
Hai parlato di diversi progetti (che hanno ottenuto molto successo) come Banda Elastica Pellizza e Syndone. Qual è la differenza tra le tue collaborazioni e la tua musica?
Ogni progetto nel quale ho collaborato in passato e quelli dei quali faccio parte oggi sono un mezzo attraverso il quale ho appreso quasi tutto ciò che so del come si fa musica.
Il mio strumento, la batteria, mi dà emozioni e gratificazioni, per questo amo i progetti in cui sono coinvolto come strumentista.
Banda Elastica Pellizza (Premio Tenco 2008) è un gruppo in cui la musica è un raffinato ambiente per la voce e i testi di Daniele (Pelizzari), i Syndone sono potente miscela di rock ed eclettismo progressive. Entrambe le cose influenzano il genere di musica che faccio come solista. Le differenze tra i due gruppi citati sono enormi, ma sostanzialmente si tratta di due modi diversi di fare musica originale di qualità. E’ proprio la differenza tra queste due realtà ad essere emblematica di quello che musicalmente mi piace: la coerenza nella contraddizione. Vivo in questo momento una forte urgenza creativa, urgenza di concretizzare idee e suoni che sento nella testa ma che, molte volte, non sento nella realtà.
Come nasce la tua ispirazione: prima le parole o prima la musica?
Il Nirvana è quando le cose nascono insieme.
Voglio dire, è vero che l’arrangiamento di un pezzo richiede giorni o settimane di lavoro, ma non è sempre quello il momento in cui nasce realmente una canzone.
Il più delle volte succede che mentre accordi la chitarra o stai per addormentarti o sei sotto la doccia inventi una frase qualsiasi con una melodia qualsiasi, succede. Se quella frase ti risuona in testa più di una volta, vuol dire che può diventare una canzone. La sfiga è non avere sempre un registratore a portata di mano. La ghost track del CD immortala proprio questi irripetibili momenti mistici.
Solitamente i cantautori ficcano il loro faccione in copertina: tu invece hai scelto una serie di sculture e hai scomposto la tua foto. Quali sono i motivi di questa scelta grafica?
Volevo che fosse un’immagine a rappresentare la mia musica, e non la mia faccia.
Mettere la mia faccia in copertina rappresenterebbe un messaggio chiaro: io sono innanzitutto Paolo Rigotto, e qui dentro, poi, c’è la mia musica.
Io invece volevo che la copertina dicesse semplicemente: qui dentro ci sono i Corpi Celesti.
Cercavo un soggetto semplice che potesse dire e sembrare più cose. E l’ho trovato.
Le sculture in argilla che appaiono in copertina le ha realizzate una ospite della comunità alloggio in cui lavoro, sono oggetti minuscoli, lunghi solo pochi centimetri, ma le trovo significative.
Ti esprimi meglio in studio o dal vivo?
Sono due mondi diversi, per questo a volte sono io stesso due persone diverse.
In studio cerco di essere meticoloso, costante, puntiglioso e spesso cado in una sorta di “autismo sonoro” per cui mi isolo dal resto del mondo per giorni.
Dal vivo la presenza del pubblico mi rende estemporaneo, istintivo e anche un tantino egocentrico. Lo dico senza troppo imbarazzo perchè credo succeda a molti.
Corpi Celesti avrà a breve il suo battesimo live, grazie alla divertita partecipazione dei musicisti Felice Sciscioli (batteria, Treni all’Alba), Francesco Borello (basso, Funk Anonymus), Silvio Vaglienti (chitarra) e Roberto Cannillo (tastiere).
Per una delle “prime” del disco stiamo organizzando un concerto-evento a Torino in cui avremo il piacere di dividere il palco con Freak (Antoni) e le sue geniali raffiche demenziali.
PAOLO RIGOTTO – BIOGRAFIA
Paolo Rigotto è a Torino il 18 dicembre 1973. All’età di 12 anni si avvicina alla registrazione multitraccia e alla programmazione di sintetizzatori e sequencer. Primi esperimenti e composizioni. All’età di 18 anni si avvicina allo studio della batteria con i maestri Dario Bruna e Marco Volpe. Frequenta seminari di Giulio Capiozzo, Ellade Bandini, Tommy Campbell, Tullio de Piscopo e Walter Calloni e corsi di musica d’insieme con i maestri Tessarollo e Chiricosta.
Coinvolto fin da adolescente in vari progetti musicali (sia come tastierista che come batterista) attualmente le sue principali collaborazioni sono quelle con Banda Elastica Pellizza (premio SIAE Tenco 2008); la reunion dei Syndone (la gloriosa prog band del compositore Nik Comoglio); il cantautore Francesco Stabile. Collabora inoltre con due ensemble di ricerca musicale ed inserimento sociale: il CLGEnsemble di Dario Bruna e il progetto Groove ‘n’ Therapy di Albino Vicario.
Nel 2010 il brano Scheda Madre vince il premio La musica elettronica italiana nel 2061, promosso dal Festival Club To Club in collaborazione con il Comitato Italia 150. Scheda madre è uno dei dieci brani che compongono il suo primo album solista Corpi celesti, realizzato nel 2010 e uscito all’inizio del 2011. Grazie all’esperienza con il gruppo Banda Elastica Pellizza (che ha visto questa band impegnata sui palchi di Premio Tenco, MEI Faenza, Caterraduno 2009) e alle interessanti collaborazioni con personaggi quali Roberto “Freak” Antoni, nasce il progetto solista di Paolo.
Corpi celesti è un crocevia di generi musicali che spaziano dall’electropop al prog rock, sempre con una velata quando non esplicita (auto)ironia ed un uso divertito dell’elettronica. Canzoni brevi (raramente si superano i canonici 3’30”) ognuna delle quali rappresenta una chiave di lettura alternativa della musica pop di oggi. A partire dalla primavera del 2011 il disco troverà la sua realizzazione dal vivo grazie alla collaborazione con i musicisti Felice Sciscioli (Treni all’Alba), Silvio Vaglienti, Francesco Borello (Funk Anonymus).
BAND LIVE:
Paolo Rigotto: voce, tastiere, batteria
Francesco Borello: basso
Silvio Vaglienti: chitarra
Felice Sciscioli: batteria
Paolo Rigotto web:
www.myspace.com/paolorigotto