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MUSIKULA – Conclusa la grande kermesse etnica-rock. Festa di giovani e di musica.

Mario Incudine ed i Pupi di Surfaro sul palco del lungomare in un’autentica festa. Bella gente, bella organizzazione, bella musica per un Festival che già guarda oltre.

Dunque confermate in pieno le aspettative della vigilia, il Muiskula è certamente uno degli appuntamenti musicali in terra di Sicilia che può diventare, avendo le carte in regola, un grande happening di incontro e confronto non solo di culture mediterranee ma di musica e costume.

Grande l’impegno della Sak Be, l’associazione giovanile brolese che ha voluto l’evento e che giunge alla quarta edizione, come ha più volte ricordato, anche dal palco lo stesso Mario Incudine, grande star della nuova musica popolare ed etnica di Sicilia, che con una band di grandi professionisti ha entusiasmato e fatto ballare un piazza stracolma di giovani.

Nota di merito anche per i Pupi du Surfaro la band che ha conclusi il festival brolese.

Per la cronaca nella prima giornata si erano esibiti la Taberna Mylaensis ed i Trinakant

La manifestazione è stata patrocinata dall’amministrazione comunale, guidata da Salvo Messina.

Le note sui gruppi di ieri

‘Pupi di Surfaro’

Il gruppo  è formato da: Totò Nocera (voce e tammorra);  Dario Sanfilippo (basso acustico); Pietro Amico (batteria); Fabio Bonsignore (percussioni, flauto e marranzano); Michele Manteo (fisarmonica); Marco Riggi (chitarra acustica).
Gli storici musicali fanno risalire la forma artistica del “teatro canzone” ai primi anni ’70 a opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, ma se scaviamo nella memoria storica del nostro paese possiamo riconoscere degli esempi precedenti agli anni in questione.
Mi vengono in mente i monologhi di Totò, primo fra tutti “A’ livella”, o i brani cantati, recitati e urlati di Rosa Balistreri, non tralasciando i repertori tradizionali dove troviamo infinite forme primitive di “teatro canzone”.
Quest’estate mi è capitato di incontrare, svariate volte, una band di origine siciliana che di questa forma d’arte musicale ha fatto la prerogativa dei propri live: i Pupi di Surfaro, il cui nome racchiude una storia che vale la pena di conoscere.
Il Pupo è una marionetta facente parte della tradizione folkloristica siciliana, personaggi mossi da cuntastori che nelle rappresentazioni dei nostri sei musicisti si trasformano nelle voci dei potenti e prepotenti di cui la Sicilia è satura. Il Surfaro o zolfo è un’altra peculiarità del centro Siclia, noto ai geologi come l’altopiano gassoso-solfifero, dove le Solfatare (miniere di zolfo di origine vulcanica a emissione di gas) erano i luoghi in cui i “Carusi” (bambini che lavoravano in miniera) o i “Piarriaturi”, in condizioni di costante pericolo, estraevano il minerale e accompagnavano il durissimo lavoro con “cantilene”, ridondanti filastrocche che trattavano temi di disagio, sfruttamento e desideri di riscatto sociale.
Il loro repertorio è vastissimo: dalle struggenti canzoni della compianta Balistreri ai riarrangiamenti di gran parte dei lavori musicali e poetici di Giancarlo Curto (poeta siciliano di grande talento recentemente scomparso), dai brani di Ignazio Buttitta fino al più conosciuto repertorio partenopeo. Ma la peculiarità dei “Pupi” sono i momenti di stasi, quando la voce di Salvatore Nocera recita i versi di Antonio De Curtis (Totò), Giancarlo Curto e Bernardino Giuliana (poeta e scrittore sancataldese).
La loro forma di teatro canzone non ha tempi morti, il continuo rimando alla musica popolare tiene il pubblico in costante fibrillazione e gli accompagnamenti della fisarmonica di Michele Manteo rendono l’impatto scenico e uditivo sublime, basta chiudere gli occhi e la musica trasporta la mente in un epoca non troppo vicina e non troppo lontana. Anni che tutta la popolazione del sud Italia ha tracciato nel proprio DNA. Di lotte, sfruttamento e soprusi, ma anche di quell’amore genuino che gli uomini con la coppola cantavano sotto la finestra della propria amata.
Lo show “teatrale” è arricchito dalla presenza sul palco di Santino Ficarra, il pupo numero uno, che comodamente seduto su un tavolo da “putia di vino” (bottega del vino), intrattiene la band e il pubblico  servendo dell’ottimo succo d’uva che riscalda gli animi e aiuta a far fuoriuscire la travolgente simpatia dei sei siculi.
Verso la fine del live è d’obbligo l’esecuzione di uno dei brani scritti dalla band: “Don Fofò”, dedicato a un potente politico della zona amico di dottori, preti e pure santi a cui i nessuno può negare un favore.
Uno spettacolo da ballare a piedi nudi per ore, delle musiche da assaporare con attenzione e delle parole da ascoltare con riflessione.

Mario Incudine

Cantante, attore, ricercatore, musicista e autore di colonne sonore, l’artista ennese Mario Incudine è grazie alla musica popolare che esprime l’amore per la propria terra e le proprie tradizioni. Lo ha fatto con il suo primo lavoro discografico, Terra, che contiene nove brani inediti in dialetto siciliano e che è stato distribuito in tutta Italia con la rivista World Music Magazine. Lo ha fatto collaborando con il prestigioso gruppo di musica popolare Taberna Mylaensis con il quale ha inciso E vinniru du mari… Federicu, volando in tournèe in Olanda e Turchia. Mario è anche componente della storica formazione dei Cilliri e collabora fattivamente con Ambrogio Sparagna, Clara Murtas, Fausta Vetere, Lucilla Galeazzi, Fratelli Mancuso, Carlo Muratori, Massimo Laguardia, Francesco Giunta, Antonio Vasta e Mario Saroglia. In qualità di cantante e musicista, fa parte stabilmente dell’Orchestra popolare italiana dell’Auditorium del Parco della musica di Roma diretta dallo stesso Sparagna, con la quale è stato protagonista dello spettacolo “La chiara Stella” andato in scena il 3, 4 e 5 gennaio 2008 alla Sala Sinopoli dell’Auditorium romano. Con Mario sullo stesso palco Lucio Dalla, Simone Cristicchi, Avion Travel, Gianni Aversano e Alessia Tondo. Al Teatro Massimo di Palermo il 12 Aprile 2008 ha accompagnato con bouzouki e voce Antonella Ruggiero nel concerto “Summertine.. ninne nanne dal mondo”, firmando gli arrangiamenti insieme a Marco Betta, Giovanni D’aquila e Valter Sivilotti. E’ il direttore dell’Orchestra EtnoMediterranea, una formazione di 18 musicisti provenienti da tutte le aree del magreb, che ha debuttato il 1 luglio 2008 al Teatro di Verdura di Palermo ospitando il virtuoso suonatore asturiano di gaita midi Hevia e la cantante tunisina Zorha Lajnef. Componente attivo del laboratorio di Etnomusicologia dell’istituto di Storia della musica dell’università di Palermo, diretto dall’etnomusicologo palermitano Girolamo Garofalo, Mario è anche direttore musicale del gruppo Pirati a Palermo che ripropone, con nuovi arrangiamenti, il repertorio della cantautrice Rosa Balistreri, definita dalla critica “la voce della Sicilia”. Impegnato come educatore musicale nelle scuole di ogni livello, è direttore artistico del progetto “Volare liberi”, sostenuto dalla Regione Sicilia e da Rai Trade per combattere la dispersione scolastica nel quartiere Settefarine di Gela (Caltanissetta). Mario ha partecipato con la sua band a numerosi e prestigiosi festival di world music in diverse regioni d’Italia e ancora in Spagna, Francia, Olanda, Portogallo, Marocco, Algeria, Tunisia, Messico, Turchia, Capo Verde, Stati Uniti . È stato protagonista, in qualità di musicista, cantante e compositore, di due edizioni del Festino di Santa Rosalia di Palermo (la 380esima e la 381esima), collaborando fianco a fianco con Davide Rampello, Mario Saroglia, Daniel Ezralow, Flavio Bucci, Gigi Burruano, Mariano Rigillo e Remo Girone. Ha collaborato alla realizzazione della rassegna “Teatri di Pietra 2007”, esibendosi nei teatri antichi del Mezzogiorno d’Italia sotto la direzione artistica del regista e coreografo Aurelio Gatti. Con l’Orchestra popolare italiana di Roma è protagonista dello spettacolo “ Sinfonia per una Taranta” con le musiche di Ambrogio Sparagna e la regia e le coreografie di Mischa Von Hoecke. La rivista World music magazine ha inserito poi nella prestigiosa collana musicale Tribù italiche Sicilia un altro suo brano, Viddaniska, grazie al quale è stato definito da Pietro Carfì “il futuro della musica popolare siciliana” (Carfì in http://www.worldmusiconline.it/sommario.php?n=76). Ha inoltre suonato, cantato e condiviso il palco, tra gli altri, con Moni Ovadia, Cristina Donà, Pierre Vaiana, Salvatore Bonafede, Marco Zurzolo, Laura Mollica, Carlo Rizzo, Vlado Kreslin, Lino Straulino, Edoardo De Angelis, Peppe Servillo, Cora della S.O.S.A.T. Mimmo Epifani e Acquaragia Drom. Attualmente è impegnato nella promozione del suo secondo cd, Abballalaluna, prodotto da Teatro del Sole e distribuito dall’Egea Music. Il disco, che contiene 13 brani inediti in dialetto siciliano, è stato realizzato grazie alle collaborazioni con Carlo Muratori, i Fratelli Mancuso, Francesco Giunta, Luca Recupero e il Complesso bandistico “Giuseppe Verdi” di Mezzojuso diretto da Salvatore Di Grigoli. La critica lo ha già definito “un modo nuovo di cantare la Sicilia, una musica di confine fra tradizione e innovazione, un nuovo Mario Incudine fra il cantastorie e il cantautore, immerso nelle corde del dialetto siciliano che unifica i tanti pezzi di un’Isola culla del Mediterraneo.

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