Il film di Gaetano Di Lorenzo, realizzato dall’Associazione messinese Arknoah con il supporto della Sicilia Filmcommission, ha superato una notevole selezione.
Nuovo, importante ricoscimento per “A proposito di Franco”. Il film è stato selezionato da una giuria di giornalisti cinematografici, tra gli 87 titoli presentati nei Festival nel 2015, e inserito nella cinquina dei finalisti dei Nastri d’Argento 2016 come Miglior Documentario del 2015 nella sezione Cinema, Spettacoli, Cultura. Promossi dalla SNGCI – Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, i Nastri d’argento prevedono la premiazione e l’annuncio dei vincitori il 25 febbraio, alla Casa del Cinema di Roma.
Realizzato dall’Associazione messinese Arknoah, con il supporto della Sicilia Filmcommission, “A proposito di Franco” ricostruisce la vita e la carriera del regista palermitano Franco Indovina (1932-1972). Sorpresi e felici il regista Gaetano Di Lorenzo e lo sceneggiatore e produttore Francesco Torre: «Grazie ai selezionatori, che ovviamente non conosciamo ma che evidentemente hanno voluto tanto bene al nostro documentario, a Franco Indovina e a tutta la troupe. E grazie anche a tutti i festival che ci hanno ospitato nel 2015, a chi ci ha premiato e a chi ci ha comunque offerto la possibilità di raccontare a un pubblico una pagina importante del cinema italiano. L’avventura di “A proposito di Franco” – ricordano Di Lorenzo e Torre – continua e continuerà proprio grazie a tutte le splendide persone che si occupano di informazione e promozione cinematografica in Italia: dagli organizzatori dei cineclub di provincia ai critici e giornalisti, fino ai programmer dei festival internazionali. Un patrimonio da difendere e di cui essere orgogliosi!».
Il Nastro d’Argento è l’ultimo di una serie di importanti riconoscimenti raccolti dal documentario siciliano. Il film, infatti, ha vinto l’importante Efebo d’Oro (37esimo Premio Internazionale Cinema e Narrativa), l’ottava edizione dello Sciacca Film Fest, nella sezione dedicata ai documentari, e il Premio Cineclub miglior documentario al San Giò Verona Video Festival. Inoltre, è stato selezionato in concorso e presentato in anteprima nazionale, nel giugno 2015, all’undicesima edizione del Biografilm Festival di Bologna – International Celebration of Lives e, successivamente, proiettato come Evento speciale al Taormina Film Fest 2015, al Corto Tendenza Festival di Barcellona Pozzo di Gotto, all’Ortigia Film Festival di Siracusa, al DonnaFugata Film Fest, all’Horcynus Festival di Capo Peloro, a Messina, per la sezione “Arcipelaghi della Visione”, al Foggia Film Festival e al Viaemili@docfest di Modena.
Il documentario ripercorre la vicenda artistica di Indovina dagli esordi ai film della maturità, dagli ideali politici alla vita privata. In particolare, il film esplora l’universo Indovina con l’aiuto di una lunga serie di interventi autorevoli (familiari, amici, collaboratori, critici cinematografici) e di materiale di repertorio. Il racconto procede in ordine cronologico, nel tentativo di ricostruire con rigore filologico ed empatia la vita di Indovina e interviste e materiali d’epoca sono intervallati da segmenti di fiction, ricostruendo l’ultimo suo viaggio. Ovvero la corsa in auto del 5 maggio 1972 per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino, con la morte nel disastro aereo di Montagnalonga, nei pressi dell’aeroporto palermitano di Punta Raisi.
La colonna sonora è del compositore Marco Betta, autore delle musiche dei film Il manoscritto del principe, Viaggio segreto e Viva la libertà di Roberto Andò. Tra gli intervistati Francesco Rosi, poco tempo prima della sua scomparsa, dato che Indovina fu aiuto regista del suo “Salvatore Giuliano”; l’attrice Lorenza Indovina («il documentario si distingue per la delicatezza con la quale si racconta il percorso artistico e umano di mio padre. Un regista che merita di essere ricordato per la sua originalità, in anticipo rispetto ai tempi»); il regista Roberto Andò, nipote di Indovina; Ennio Morricone (autore delle colonne sonore dei film Ménage all’italiana e Giochi particolari del regista palermitano); il costumista e scenografo Piero Tosi (collaboratore di Indovina ne I tre volti); i critici cinematografici Emiliano Morreale e Marco Giusti; il montatore Roberto Perpignani (collaboratore di Indovina in Giochi particolari e nella versione cinematografica di Storie dell’anno mille); il critico letterario Angelo Gugliemi; l’attore Giancarlo Dettori (interprete del film Storie dell’anno mille); il regista e storico cinematografico Carlo Di Carlo; il fotografo Renato Barillari e i giornalisti di Ansa Palermo Giuseppe Galluzzo e Francesco Terracina.
Franco Indovina
Nato a Palermo nel 1932 e morto nel disastro aereo di Montagnalonga, nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1972, Indovina fu riconosciuto per il suo valore artistico dai più grandi maestri del cinema internazionale, quali Bergman, Antonioni, Visconti e Rosi, tutti d’accordo nel definire il regista un autore dalla satira pungente, grottesca, surreale. Il suo cinema spaziò dalla commedia dai toni leggeri al genere avventuroso, dal film di costume al registro sentimentale. Dal 1964 (anno del suo esordio nel film I tre volti, episodio Latin lover) al 1971 (anno del suo ultimo film, Giochi particolari), Indovina realizzò quattro lungometraggi e due film brevi. Sceneggiatore di talento, collaborò alla scrittura dei suoi film con Tonino Guerra e Rodolfo Sonego. Ménage all’italiana, Lo scatenato e Giochi particolari sono film dove il livello di scrittura cinematografica, a detta di molti critici, rasenta la perfezione.
A caratterizzare il suo stile è la creatività nella ricerca di storie originali che rispecchino la società del tempo, a ridosso del cosiddetto boom economico italiano.
Sul piano sentimentale, Indovina ebbe una relazione con la principessa Soraya, conosciuta durante le riprese del film a episodi I tre volti. La loro storia d’amore fece molto scalpore nell’Italia degli anni Sessanta, tra stampa internazionale e rotocalchi.
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