Clamorosa ipotesi lanciata da Giuseppe Lombardo, il Pm della Dda di Reggio Calabria: il boss della mafia siciliana Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993, potrebbe essere nascosto dalla ‘ndrangheta reggina. Coperture e protezioni della potente criminalità reggina potrebbero favorire la latitanza dell boss siciliano. Dichiarazioni caute, quelle di Lombardo: “No, non lo escludo. Per quello che e’ la storia delle mafie penso che nessuno di noi abbia la possibilita’ di escludere alcunche’, proprio perche’ sono talmente ramificate e strutturate da essere in grado di gestire qualsiasi situazione“, afferma Lombardo, riferendosi alla possibilita’ che il padrino di Castelvetrano, ricercato dal ’93, possa avere trascorso parte della latitanza oltre lo Stretto e sia nascosto dalla ‘ndrangheta. Le dichiarazioni del pm sono riportate da un’agenzia dell’Ansa.
Una teoria che poggia su legami criminali antichi risalenti agli anni dei business miliardari del traffico di droga, proseguiti nel tempo, ma anche su contatti piu’ recenti tra le due organizzazioni. Di pista ormai datata parlano gli investigatori palermitani, che sono impegnati nelle ricerche del padrino trapanese. Le indagini sul boss, insomma, sarebbero passate anche per la Calabria. “La storia criminale della ‘ndrangheta in particolare, l’ha spesso e volentieri trasformata in un’agenzia di servizi. Detto questo non ci sono elementi investigativi in questa direzione al momento ma, ripeto non e’ una strada da escludere“, conferma Lombardo. A raccontare la storia dei rapporti d’affari tra ‘ndrine e clan siciliani, affari basati soprattutto sul traffico di droga e di armi, sono decine di inchieste.
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