Intervista al geologo Antonio Scurria
di Claudia Lentini
A San Fratello la macchina dello Stato si è attivata per porre in essere tutte le attivitàdi monitoraggio ed analisi dell’evento franoso, al fine di dare risposte all’emergenza abitativa e quindi ripristinare, per quanto possibile, l’assetto infrastrutturale di una realtàmartoriata dalla forza della natura.
Al desiderio di sicurezza di una comunitàstravolta nell’intimo, bisogneràinvece rispondere partendo da un dato oggettivo, ossia spiegando a quelle popolazioni cos’è accaduto alla loro terra.
Abbiamo provato a farci raccontare, quindi capire, da Antonio Scurria, esperto geologo ed assessore del Comune di Sant’Agata Militello.
Cos’è successo e perché San Fratello?
In generale la zona nebroidea presenta un assetto geo-struttrurale particolarmente complesso che rappresenta un significativo fattore predisponente il dissesto idrogeologico. Invero, le condizioni geologiche e morfologiche dei nostri territori sono tali da determinare un’elevata propensione al dissesto e, spesso, condizioni di generale instabilità. In un territorio di per sé fragile si sono sommati gli effetti dell’abbandono delle zone collinari e montane e delle pratiche agricole, degli incendi, della mancata regimazione delle acque, di un’urbanizzazione troppo spesso caotica ed incompatibile con le condizioni geomorfologiche del territorio. A “chiudere il cerchio†precipitazioni ben al di sopra delle medie stagionali che hanno giocato un ruolo importante nell’innesco dei fenomeni franosi che si sono verificati recentemente.
Il paese, o parte di esso, risulterebbe essere stato edificato su frane preesistenti, cosa può dirci in proposito?
La zona di San Fratello interessata dalla frana è ben nota da tempo per la sua elevata instabilità, tanto che altri fenomeni in passato hanno riguardato la medesima area. Peraltro, recenti rilievi anche della Protezione Civile, hanno consentito di “mappare†estese aree in frana sul versante di sinistra orografica del Torrente Inganno, caratterizzato dall’affioramento di depositi prevalentemente argillosi e da estese coltri detritiche. Anche il PAI adottato dalla Regione Siciliana nel 2006, ha perimetrato diverse aree ad est del centro abitato di San Fratello interessate da importanti dissesti.
San Fratello, 50 milioni di metri cubi in movimento, la definizione di Guido Bertolaso un “Terremoto lentoâ€Â. Quali gli interventi da effettuare?
Il movimento franoso che ha interessato San Fratello è di dimensioni enormi, con un fronte di frana di circa un Km e decine di milioni di metri cubi di materiale coinvolto. Allo stato attuale non si può che monitorare, come si sta facendo, in maniera puntuale il fenomeno, che presenta un evidente carattere “retrogressivo†e che ha giàcoinvolto buona parte del centro abitato. Una volta ricostruite le caratteristiche complessive della frana, il suo cinematismo e le più probabili tendenze evolutive si potranno definire gli interventi del caso, anche se appare di tutta evidenza che in talune zone particolarmente colpite non saràpossibile recuperare i manufatti o consentire nuove edificazioni in futuro. Altre zone, invece, potranno essere oggetto di consolidamento.
Come esperto geologo e come amministratore pubblico, cosa si sente di suggerire?
Il punto fondamentale è quello di modificare l’impostazione di una politica che deve investire in termini di prevenzione dai rischi idrogeologici, anche se gli eventi recenti hanno dimostrato che la sicurezza assoluta è solo un’illusione e quindi nella protezione contro i rischi naturali, l’accettazione di un certo grado di rischio è necessaria.
Oggi è impensabile continuare sulla strada di una continua ed indiscriminata occupazione del territorio con abitazioni, attivitàproduttive, infrastrutture e quant’altro richiesto dalle condizioni economiche e sociali dell’attuale società. Occorre, invece, avviare una rigorosa politica pianificatoria che tenga conto delle condizioni geo-morfologiche del territorio e determini un’utilizzazione armonica dello spazio ed un equilibrio tra popolazione, esigenze di sviluppo economico, servizi ed ambiente fisico.
Rischi e prevenzione?
La popolazione e i loro beni vanno difesi contro i rischi naturali e la sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici si sviluppa secondo diverse linee di intervento integrate e coordinate tra loro, che non si limitano alla sola realizzazione di opere di protezione (le cosiddette azioni strutturali), ma comprendono anche azioni non strutturali di studio, di monitoraggio e di limitazioni nell’uso di parti anche rilevanti del territorio.
In questo senso anche iniziative tendenti alla delocalizzazione degli immobili situati in zone a rischio idraulico o idrogeologico molto elevato, prevedendo al contempo, adeguate forme di incentivazione o finanziamento per la realizzazione delle nuove costruzioni, può rappresentare uno strumento di straordinaria importanza ed economicamente sostenibile.
Fondi per la prevenzione?
Anche la gestione dei fondi per gli interventi strutturali deve essere improntata a criteri oggettivi, legati alle effettive situazioni di pericolositàe di rischio e non, come sovente accade, animata da valutazioni discrezionali collegate all’appartenenza partitica degli amministratori locali.