L’estate ci sta lasciando ed un’altra stagione balneare sta per essere archiviata.
Anche quest’anno non sono mancati gli allarmi-inquinamento delle acque marine ma, com’è ormai consuetudine, la questione non è affrontata con l’efficacia e la tempestività dovute.
Soprattutto a livello comunale, si preferisce nascondere il problema (per non allarmare i turisti) od avviare il balletto delle responsabilità con i comuni vicini (la colpa è sempre degli altri…).
La verità è che la maggior parte dei depuratori esistenti sulla costa dei Nebrodi non sono adeguati alla normativa vigente e scontano gravi carenze di gestione che hanno procurato all’Italia una procedura di infrazione comunitaria; al malfunzionamento degli impianti si aggiunge poi anche la piaga degli scarichi abusivi.
Questa miscela esplosiva produce rischi per salute dei cittadini ed un drastico abbassamento della qualità delle spiagge con riflessi negativi sull’economia turistica.
E’ ora di cambiare e di affrontare con serietà e decisione il problema.
Legambiente ha finora contribuito a far emergere tante criticità del nostro mare con i monitoraggi di Goletta Verde e con l’attività dei propri circoli. Ma, per dare ulteriore impulso alle necessarie azioni di risanamento, ha predisposto un dossier sullo stato della depurazione della costa tirrenica nebrodense che sarà portato a conoscenza delle Autorità e delle Amministrazioni competenti.
Proprio su questo tratto di costa ha, infatti, documento l’esistenza di scarichi fognari non depurati, in superficie o sotto il livello del mare, come quelli filmati in prossimità del Torrente Zappardino il cui caso è balzato agli “onori” della cronaca.
Liquami quindi, e non solo traccianti colorati con obiettivi di sabotaggio.