A conclusione di quattro connessi controlli nei confronti di imprese attive nei servizi di nettezza urbana del territorio di competenza dell’ATO ME 1 composto da 33 comuni, sono state riscontrate più irregolarità in materia di imposte dirette, IRAP e IVA.
Proprio in quest’ultimo settore di imposta, tra l’altro, è stato possibile far emergere un singolare meccanismo evasivo in base al quale, attraverso una macchinosa parcellizzazione ed esternalizzazione di servizi, la società consortile – unica controparte nel rapporto contrattuale con la ATO ME1 S.p.a. – ed una rete di imprese terze, tra loro interconnesse, si sono caricate di IVA a credito con aliquota del 20%, ribaltando poi verso la società ATO ME 1 S.p.a. una minore IVA a debito con aliquota del 10%.
Le operazioni di servizio si sono concluse con la costatazione, proposta all’Agenzia delle Entrate, di una maggiore IVA, tra dovuta e relativa, per oltre 7,5 milioni di euro, servita tra l’altro per compensare diversi debiti aziendali.
Altro e parallelo fronte d’evasione è stato identificato in 500 mila euro tra utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e costi indeducibili, nonché in un ulteriore milione di euro per imposte non versate.
Gli esiti delle attività di servizio sono state portate all’attenzione della Procura della Repubblica di Patti per i risvolti penalmente rilevanti.
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