Prevale la linea dura assunta dal governo nazionale e regionale
La pandemia ha travolto la provincia di Messina, i Nebrodi, con numeri che impongono la zona arancione, lasciando alle realtà locali una difficile gestione del fenomeno a partire dalle scuole, chiuse come vorrebbero i Primi Cittadini preoccupati dalla realtà che osservano quotidianamente, o aperte come impongono le norme.
Resta tutta l‘incertezza di un evento epocale che, imponendo obtorto collo un ‘salutare’ mutamento dei nostri comportamenti, trova gioco facile in quanti ancora respingono con incomprensibile ostinazione il concetto stesso di pandemia, dunque, di comportamenti responsabili.
Scuole aperte a Capo d’Orlando
Nelle nostre realtà locali l’affaire scuole è affrontato diversamente per ciascuna realtà locale. A Capo d’Orlando, salvata d’all’arancione dall’ordinanza del governatore Musumeci, Franco Ingrillì ha deciso di riapre le scuole lunedì 17 gennaio. Ieri sera dalla sua pagina social, dopo l’aggiornamento dei casi, il primo cittadino ha aggiunto: “Voglio inoltre esprimere il mio pensiero in merito alla ripresa delle attività didattiche: abbiamo cercato di far slittare la riapertura delle scuole di un’altra settimana, garantendo la DAD, al fine di meglio monitorare la situazione pandemica ed evitare un eventuale incremento dei contagi. Tuttavia, non possiamo contrastare la linea dura assunta dal governo nazionale e, conseguentemente, da quello regionale in merito alla necessità di svolgere le attività didattiche in presenza.
Così, Vi comunico che lunedì 17 le scuole riapriranno regolarmente”.
Scuole chiuse a Torrenova
Anche per il primo cittadino di Torrenova non ci sono le condizioni per aprire in sicurezza e decide di non riaprire i plessi scolastici lunedì. Sulla pagina social del sindaco Castrovinci si legge:
“da stamattina insieme all’assessore Sgró stiamo lavorando sulle soluzioni in merito all’apertura scuole.
Tutti conoscete il mio pensiero sull’apertura delle scuole e ritengo che in questa situazione non si possa aprire.
Chi ci governa a livello nazionale e regionale non vive le realtà locali e le difficoltà che ancora ad oggi ci sono sugli isolamenti dei positivi e sugli esiti dei tamponi. Quindi sono pronto a prendermi, come sempre, ogni tipo di
responsabilità per la tutela dei nostri figli, delle insegnanti e dei collaboratori scolastici.
Ad oggi ho tre certezze :
1) che bisogna tutelare la didattica in presenza quando si ha la certezza di un rientro in sicurezza;
2)Che prima del rientro a scuola organizzerò uno screening per tutta la popolazione scolastica naturalmente non obbligatorio;
3)Che lunedì non ci sono le condizioni di aprire in sicurezza e non riaprirò le scuole. Se poi ci sarà qualcuno che impugnerà la mia ordinanza sicuramente avrò la certezza di aver agito sempre nel bene della comunità che mi onoro di rappresentare”.
A Sant’Agata Militello lunedì 17 si ritorna a scuola
Il primo cittadino santagatese riapre le scuole affidando però ad un lungo ed articolato post pubblicato sulla sua pagina social la sua contrarietà e preoccupazione: “Considero imprudente, in queste condizioni, la ripresa dell’attività didattica in presenza”
“Visto che l’ondata di contagi da virus COVID-19 non accenna a diminuire, anzi continua ad aumentare anche nella popolazione scolastica, considero imprudente, in queste condizioni, la ripresa dell’attività didattica in presenza.
Con i numeri attuali che si registrano nel nostro Comune, dichiarato “zona arancione” con recente ordinanza del Presidente della regione, la riapertura delle scuole potrebbe causare un ulteriore impennata dei contagi con pericoli per la salute pubblica.
Convinto pertanto di dover procedere con una mia ordinanza per un ulteriore differimento della riapertura delle scuole, ho chiesto motivato parere all’Asp 5 di Messina che si è espressa negativamente in questi termini: “benché l’indice dei contagi sia elevato in tutto il territorio provinciale, non si ha evidenza in atto di focolai nella popolazione scolastica e pertanto si esprime parere negativo in merito alla sospensione dell’attività didattica in presenza”.
Mi risulta che lo stesso parere è stato fornito per tutti i comuni della provincia che ne hanno fatto richiesta.
La norma vuole che il presupposto imprescindibile perché un Sindaco possa emettere un’ordinanza di chiusura delle scuole sia quello di essere in zona arancione o rossa ed acquisire il parere tecnico-sanitario dell’ASP territorialmente competente, assolutamente vincolante per rendere legittimo il provvedimento.
Alla luce di questo, nonostante la nostra volontà di fare slittare la riapertura delle scuole di un’altra settimana con attivazione della DAD, al fine di meglio monitorare la situazione pandemica ed evitare un eventuale incremento dei contagi, ha prevalso la linea dura assunta dal governo nazionale e, conseguentemente, di quello regionale in merito alla necessità di svolgere le attività didattiche in presenza.
Credo che questa limitazione dei poteri del Sindaco sia eccessiva e poco coerente con il suo ruolo di responsabile della salute pubblica, che vive quotidianamente le specificità del proprio Comune.
Saremo comunque vigili e a stretto contatto con i dirigenti scolastici per un monitoraggio costante del numero dei contagi, per prevenire eventuali focolai nella popolazione scolastica, anche attraverso un corretto ed attento utilizzo degli strumenti di protezione durante le attività in presenza”.