I Giudici della Corte d’Appello hanno rimodulato la sentenza di primo grado del 14 luglio 2017 assolvendo così Antonino Monastra dai reati contestati perché il fatto non sussiste. Monastra, difeso dall’avvocato Patrizia Corpina, si trovava di fronte ai giudici in relazione alla vicenda della “Piazza Garibaldi” di Capo d’Orlando.
Il reato contestatogli scaturiva da quanto lui scritto, al tempo, al Prefetto di Messina che al tempo era Francesco Alecci.
Nella mail inviate anche al Presidente della Repubblica, al Ministro dell’Interno e alla stampa, prendendo spunto dalla mancata ricollocazione della targa con la denominazione “Piazza Garibaldi” – quella intesa dagli orlandini come piazza stazione.
Targa che era stata rimossa dal sindaco Enzo Sindoni che contestava, da siciliano, la stessa figura storica ed il ruolo di Garibaldi nella qualità di “liberatore” dai Borboni dell’isola, anzi tacciandolo, non da eroe, ma come il diretto responsabile degli eccidi compiuti ai danni del popolo di Sicilia.
Ma tornando alla questione di Nino Monastra.
Nelle mail inviate – siamo nella primavera del 2012 – lui usava toni durissimi nei confronti del Prefetto tacciandolo di non sapersi assumere le responsabilità che gli competevano arrivando a definirlo un “debole” e tanto altro.
La vicenda, tra diffide e interventi dell’Autorità di P.S. approdò anche a Roma, in Parlamento, con una interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni dei senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta (PD) e sui banchi del Senato.
I giudici della Corte d’Appello di Messina ora hanno, accettando la tesi della difesa, considerato che le affermazioni del Monastra erano destinati al Prefetto Alecci in quanto nominato Commissario ad Acta per l’esecuzione di una sentenza del TAR che annullava la delibera di Sindoni del 4 luglio 2009 che prevedeva di sostituire la toponomastica da Piazza Garibaldi a Piazza IV Luglio e non la Prefettura di Messina nel suo complesso.
L’atto giudiziario da leggere
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