Attualita

NO AL PONTE – Partecipata assemblea a Villa San Giovanni. I contenuti e gli interventi

“Controinformazione” sugli espropri a Messina.
– di Corrado Speziale –

Con l’avviso sugli espropri, l’opposizione al ponte sullo Stretto in questi ultimi giorni ha avuto un’impennata. Venerdì al teatro Primo di Villa San Giovanni, per un dibattito organizzato dalla Rete No ponte Calabria, gremito per l’occasione, molte persone hanno dovuto seguire l’evento da fuori.

Aspetti legali e tecnici, assieme a incisive forme di opposizione sono stati trattati dagli avvocati Aura Notarianni, Carmelo Briguglio e Pino Morabito, dall’ingegnere trasportista Domenico Gattuso, dall’ingegnere e urbanista Alberto Ziparo, dagli attivisti calabresi Peppe Marra e Piero Idone e dal messinese Sergio Soraci. Nel finale, con l’intervento della sindaca di Villa San Giovanni, Giuseppina Caminiti, si è ribadito un No al ponte deciso e motivato anche da parte della maggioranza consiliare. Intanto, oggi pomeriggio alle 15 a Messina, dinanzi al Palacultura Antonello, riguardo agli espropri, previsto un presidio di controinformazione per la cittadinanza da parte del comitato No ponte Capo Peloro, in risposta allo sportello organizzato dentro la struttura dalla società Stretto di Messina.     

Ponte sullo Stretto: da quando sono stati pubblicati gli espropri, niente sarà più come prima.

Adesso, la presa di coscienza e la consapevolezza di ciò che ne sarebbe di Messina, in particolare, e di Villa San Giovanni, secondo Salvini e la Società Stretto di Messina “brucia” dentro l’animo dei cittadini, siano essi espropriandi o persone comuni attenti al problema. Perché la “devastazione” passa per la storia delle famiglie, dei loro beni, dei loro affetti più radicati e profondi. E non solo, perché con grande sorpresa di tanti, il ponte non passa solo sulla testa delle comunità di Messina e Villa San Giovanni, bensì su quella di ben 29 comuni, tra Sicilia e Calabria. Dunque, su altrettanti sindaci, giunte, consigli comunali, con infinite interferenze di ogni tipo. Cosicché, il problema degli espropri, che da qualche giorno spopola e inquieta soprattutto con inattesa sorpresa intere comunità di cittadini siciliani e calabresi, merita interi capitoli di approfondimento: tante anomalie mettono in discussione lo stato del progetto. Intanto, pubblicato l’Avviso di avvio del procedimento di esproprio, scatta la corsa contro il tempo per i ricorsi: 60 giorni a partire da oggi, 8 aprile. Mentre per giorno 16 è stata fissata la conferenza dei servizi presso il ministero delle Infrastrutture. L’iter progettuale sta avendo una procedura oltremodo accelerata, noncurante di vari aspetti: il consorzio Eurolink è intestatario del progetto così aggiornato, pur avendo mandato lo Stato in Tribunale e non avendo ancora risolto il contenzioso, sul quale aveva comunque perso la causa in primo grado. L’udienza risolutiva in Corte d’Appello è adesso fissata per il 14 ottobre. Nel frattempo, il 30 giugno è il termine fissato per il parere sul progetto da parte del CIPES.

Di questo e tanto altro si è parlato nell’assemblea pubblica, partecipatissima, che si è svolta a Villa S.G. venerdì scorso. Presenti professionalità legali e tecniche, docenti universitari al fianco di attivisti e soprattutto “persone offese” e indignate da tutto ciò.

“Il progetto ponte ancora oggi non si regge assolutamente in piedi. Di contro c’è un’operazione che da anni sta danneggiando i nostri territori”, ha detto Peppe Marra, che poi ha approfondito: “Con i soldi sottratti dal fondo coesione e sviluppo, dal fondo di perequazione infrastrutturale, 4,6 miliardi di euro si sono ridotti a 900 milioni per foraggiare questa ‘mucca da mungere’ che continua a drenare risorse pubbliche”. Le prossime azioni, prima di un corteo in primavera: “Il comune di Reggio ha proposto una mozione affinché i comuni si pronuncino per impedire qualsiasi tipo di opera sul proprio territorio. Abbiamo chiesto recentemente al sindaco metropolitano Falcomatà la convocazione di un consiglio metropolitano aperto alla presenza dei sindaci coinvolti”.

Aura Notarianni, avvocata e attivista WWF: “Messina e Villa SG sono due città bellissime, il cui territorio è stato tutelato da normative europee che ancora oggi ci consentono di proteggerlo. Questa è un’operazione di devastazione che non consiste soltanto nell’attraversamento dello Stretto”. Sull’avvio del procedimento per gli espropri: “È uno specchietto per le allodole. Non si è data un’informazione corretta. Si invoca un articolo che fa parte di una legge costituzionalmente illegittima, anche se in molti sostengono sia stato sufficiente il vaglio di costituzionalità. Ancora, probabilmente l’ultima parola su quel decreto non è stata detta. Tuttavia, anche se fosse legittimo, la procedura va osservata attraverso varie fasi, qui disattese”.  I motivi di questo Avviso: “La Stretto spa deve avvertire riguardo alle aree di interesse non presenti nel progetto preliminare, perché il progetto definitivo con la relazione di aggiornamento è un’altra cosa. È un modo un po’ surrettizio per avvertire gli interessati senza che questi magari facessero osservazioni. Per questo bisogna prestare attenzione a questo avviso”. Qualche approfondimento sul decreto-legge ponte: “È un provvedimento normativo che resuscita un contratto tra privati, l’ha detto anche il presidente dell’Anac”. Pur non entrando nel merito della Procura, l’avvertimento: “Certe condotte potrebbero essere rilevanti penalmente anche in assenza di querela…”

Domenico Gattuso, docente all’università di Reggio C.: “Preliminarmente a questo progetto non sono state considerate soluzioni alternative. Non esiste mai lo scenario unico. Non c’è possibilità di comparazione”. Ad esempio: “Il potenziamento delle navi e del servizio di trasporto pubblico sulle due aree”.  Una defaiance importante nel progetto: “Non c’è lo studio trasportistico. Lo dichiarano apertamente alcuni operatori che hanno esaminato le carte. Va studiato prima cosa succede in termini di traffici di mobilità e in conseguenza sull’economia e sull’ambiente. Non si può approvare lo studio di impatto ambientale senza lo studio dei trasporti. Lo studio di traffico, addirittura, dovrebbe stare a monte del progetto definitivo. Il lavoro che stanno presentando non è un progetto definitivo, non è regolamentare”. Il commento su quel poco che c’è: “Si scopre che i traffici rispetto a dieci anni fa sono dimezzati, per cui l’impatto sull’ambiente è ancora minore…Non si rendono conto che contraddicono sé stessi?” Le deduzioni: “Si sta immaginando un’opera stratosferica rispetto all’entità dei traffici”.

L’avvocato Carmelo Briguglio è particolarmente pungente. La sua denuncia: “Da cittadini sentiamo un dramma sulla nostra pelle, una grande truffa. Il mezzo per far ripartire il ponte è un decreto-legge criminogeno. Si prevedono 15 miliardi e i lavori si fanno realizzare a chi si era aggiudicato la gara vent’anni prima. Noi tutto questo non intendiamo consentirlo. Diceva Bobbio che il potere in democrazia si esercita per il pubblico, in pubblico. Qui il potere è stato esercitato per i privati, in privato”. Un passaggio sul gradimento dell’opera: “Dal 50 per cento di favorevoli, nel giro di tre mesi, la percentuale è scesa al per cento. Al ponte non ci crede più nessuno. Dobbiamo incentivare le nostre azioni”.

L’ingegnere Alberto Ziparo, già docente di Tecnica e pianificazione urbanistica all’università di Firenze, si riferisce subito agli interlocutori scaturiti dal nuovo decreto: “A che titolo parlano? La Stretto di Messina è resuscitata, ma tutti gli altri sono sub iudice. Se cambia la natura istituzionale del capofila – contraente, bisogna rifare la gara. Il progetto che stiamo studiando per la quarta volta – prosegue Ziparo – non è valido dal punto di vista della struttura istituzionale”. Un passaggio utile sul nuovo comitato tecnico scientifico: “Non c’è unità di missione. La copertura istituzionale deve essere garantita da dirigenti tecnici ministeriali che devono verificare la liceità e la procedibilità dell’operazione”. Il caso del vecchio comitato: “Era presieduto da Remo Calzona, il più grande esperto di tecnica delle costruzioni delle grandi infrastrutture mai avuto in Italia. Allora il comitato scrisse una lettera a Berlusconi e al ministro e si dimise. Su questa materia non si possono annunciare tempi e cantieri. Il progetto esecutivo sarebbe stato all’opposto di quello che si aspettava”.

Da qui, sulla relazione del nuovo comitato: “Le 68 prescrizioni danno ragione a Calzona e ai suoi colleghi”. L’aggravante: “Questa è la commissione della Stretto di Messina, non quella ministeriale…”. Il problema tecnico, in estrema sintesi: “Ci vorrebbero degli acciai molto più leggeri e resistenti”. La strategia: “Lo Stretto non è un’operazione infrastrutturale, ma va valorizzato nei suoi caratteri strutturali, a partire dai piani paesaggistici di entrambe le sponde”.

Sergio Soraci, attivista Spazio No ponte Messina, ha ricordato le grandi manifestazioni organizzate in riva allo Stretto negli ultimi 20 anni: “Conforta tantissimo che avvocati e professionalità tecniche lottino insieme a noi”.

Alla fine, tra gli altri, non ha fatto mancare il proprio apporto la sindaca di Villa SG, Giuseppina Caminiti, intervenuta anch’essa nel dibattito. Ribadito il No da parte della maggioranza consiliare e annunciato un Consiglio comunale aperto per il prossimo venerdì 12 aprile.

Redazione Scomunicando.it

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