A Sinagra Salvatore Oriti festeggia il “suo primo secolo”. Intorno a lui figli, nipoti e pronipoti, ed anche il sindaco, Enza Maccora. Lui sorride ancora alla vita e la racconta.
Mentre l’Italia si preparava alla Grande Guerra, e nel Wisconsin nasceva Orson Welles, lungo la strada, allora non asfaltata, che da Sinagra portava ad Ucria si festeggiava la venuta al mondo di Salvatore.
Per lui il destino era segnato. Sarebbe stato contadino come il padre e come lo era stato precedentemente suo nonno, ma per lui questo non fu mai un cruccio.
Amava il lavoro, la sua terra, il campo di grano, che andava a mietere per trebbiarlo nell’aia a ridosso della casa.
Sarebbe venuto un buon pane, quello per l’inverno.
Sorrideva alla vita.
L’ha sempre fatto.
Ottimista, i nipoti lo ricordano per il suo affetto, per le storie che raccontava loro, per il suo saperli accudire.
L’ha fatto sempre con tutti.
Poi il servizio militare, l’amore con donna Signorina, l’arrivo dei figli, Maria e Vincenzo.
L’impegno a farli studiare, la gioia di vederli diplomati, per lui era importante anche aver il “27 sicuro”, e così diventarono maestri.
Finito di faticare, è rimasto in campagna, vedendo scorrere tante generazioni lungo la provinciale.
Gli piaceva la campagna, e giocare con i nipoti: Roberta, Marina, Luisa e Salvatore, e poi ancora con i pronipoti: Giovanni, Adele, Antonio e Maria Costanza.
Oggi tutti con lui a festeggiarlo.
Nonno Salvatore è una persona simpatica, scherzosa, è stato un buon compagno, un padre e un nonno affettuoso che sorride alla vita, ancora, come sempre ha fatto.
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