Pubblichiamo, per vicinanza – e non di “casta” quella non ci appartiene – , ma per quella basata sul rispetto verso chi fa l’onesto lavoro di raccontar la cronaca. E aggiungiamo anche per stima verso un Uomo che che la merita tutta. Per un rapporto umano che diventa amicizia e condivisione, nel bello e con il cattivo tempo e per scelta professionale in difesa di quella libertà d’autonomia, di giudizio, che chi fa giornalismo, come Nuccio Carrara, deve avere e può pretendere anche quando scrive cose che altri non condividono. Il rispetto è anche confronto lontano dall’arroganza del potere o dei potentati. Un gesto semplice, quello di trascrivere il suo editoriale, per essergli vicini.
Il suo editoriale…
Nei giorni scorsi ho scritto un articolo di commento ad una delle manifestazioni estive a Sant’Agata: Il Gran Galà dell’Estate.
Avevo raccontato, tra l’altro, di una organizzazione approssimativa con un coordinanento impacciato, mediocre, improvvisato e per niente efficace.
A cominciare dalla mancata pubblicità dell’evento con comunicati inviati solo a giornali “amici” e con l’esclusione di altri, tra cui nuovitalia, che ho, per la magnanimità degli editori, fin dalla prima uscita in edicola (allora era cartaceo) nel lontano 1997, il grande privilegio di dirigere.
Avevo scritto che le importanti presenze di Lucia Sardo, Luciana Turina o Franca Viola potevano rappresentare una grande attrattiva per l’evento ma la notizia era a conoscenza solo di pochi intimi, proprio perchè gran parte degli organi di stampa ne erano all’oscuro.
Mi ero poi soffermato su qualche elemento di minore importanza come i posti riservati solamente agli amici e l’esclusione di chi, a quella manifestazione, andava per lavorare.
Come i giornalisti che hanno seguito dagli spalti laterali lo spettacolo quindi distanti e decentrati rispetto al palco e senza la possibilità di qualche scatto fotografico decente per corredare l’articolo di commento.
Insomma un resoconto fedele di quanto abbiamo visto di persona.
Di cui siamo stati, incontrovertibilmente, testimoni diretti.
Non vi dico cosa è successo nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione!
Mi aspettavo una telefonata di scuse, un “mea culpa” doveroso, il riconoscimento di aver commesso degli errori discriminando il nostro giornale e che l’esperienza sarebbe servita per il futuro, invece….
Apriti cielo!
Persone interessate ed “indignate” che mi hanno scritto di “articolo spregevole”, “sgarbo immeritato”, “mancanza di rispetto”.
Qualcun altro ha aggiunto “dopo aver letto il tuo articolo, se così può definirsi, sono rimasto basito per gli attacchi frontali, di bassissimo profilo, inspiegabili e fuori luogo….”
E allora? Niente!
Con il solito garbo e l’assoluta consapevolezza di non essermi mai fatto influenzare dai pregiudizi, dai rapporti amicali, come in questa occasione, di essermi limitato a fare la cronaca fedele di quanto visto, ho ribadito, con una serie di messaggi privati, gli stessi concetti espressi nell’articolo incriminato.
Capisco che essere destinatari di rilievi, di critiche non è sicuramente piacevole ma è altrettanto vero che mai e poi mai potrei sottrarmi al mio dovere professionale, tacendo o scrivendo solo quello che può fare piacere ai protagonisti. Non rientra nella mia formazione professionale e morale!
E poi, essere oggetto di contestazioni, rientra nei “rischi” quotidiani e fisiologici, di chi riveste un ruolo pubblico e di chi si cimenta nell’organizzazione di qualunque iniziativa non a carattere esclusivamente privato.
Gran Galà della Moda compreso!
Ciò che comunque mi rattrista di più è che alcuni personaggi, poco accorti e non lungimiranti (per fortuna il confortante numero e la qualità dei nostri lettori dice altro) si ostinano a considerare la nostra testata giornalistica, come un qualsiasi blog.
“Figurarsi ….nuovitalia. Chi lo legge?
Questo avranno pensato.
Perchè sprecare tempo ad inviare i comunicati anche a loro o invitarli alle conferenze stampa o alle manifestazioni?
E Carrara? “…un ex giornalista che ha ormai fatto il suo tempo e che non rappresenta alcun giornale di quelli che contano”
Sbagliato!
L’essere stato per un lungo periodo di tempo “lontano” dalla tastiera, per varie circostanze di carattere personale e, soprattutto, di salute, limitandomi a fare solo desk, impaginazione, titolazione, e probabilmente, lo riconosco, senza grande entusiasmo, a taluni era sembrato che mi fosse passata la voglia di scrivere.
Nient’affatto!
La misura ormai è colma!
Non posso tollerare più chi ha pensato di snobbarci, di considerarci di Serie B o anche meno.
E mi viene in mente quando la voce di una signorina dalla segreteria del sindaco: “l’assessore l’aspetta ad una conferenza alle ore 12 del giorno “tot” (non ricordo esattamente e non voglio andare a verificare perchè mi viene troppo da ridere) nella Sala consiliare per presentare una iniziativa.
Abbassata la cornetta ho verificato che l’appuntamento era quel giorno e meno di dieci minuti dopo dal “gradito invito”
Così quindi ritengono di poterci considerare?
E allora? E allora niente. Abbiamo sopportato con pazienza ma ormai ci siamo stancati!
Da ora in poi vogliamo essere considerati come tutti gli altri. Pretendiamo pari opportunità!
Nessuno dovrà più permettersi, soprattutto se riveste un ruolo istituzionale, di sottovalutare il nostro giornale che, da 20 anni, con impegno e sacrificio, tra mille difficoltà, continua ad andare avanti. E lo fa in punta di piedi e con grande dignità!
Lo devo a questa testata che, con pochi amici, l’abbiamo pensata, messa in piedi e portata avanti da tanto tempo. Lo devo a Nuovitalia ed a me stesso a cui mancherei di rispetto se dovessi continuare a passarci sopra, a lasciar perdere a far finta di nulla!
Ciò che mi ha più amareggiato è il “passaggio” finale di un'”amabile” scambio di messaggi in cui il mio interlocutore chiudeva con una frase sibillina: “capisco che sarai occupato a scrivere per altre figure che rivestono un ruolo più adeguato”. Una imperdonabile caduta di stile, una “chicca” che poteva sicuramente essere risparmiata….. ma questo attiene al buon senso ed all’educazione!
E per chiudere e non tediarvi oltre, vorrei ricordare a me stesso, ai miei amici, ma loro lo sanno bene, ma, soprattutto al mio occasionale interlocutore e a tutti coloro che ritengono di potersi permettere di non avere alcun rispetto per il mio lavoro e la mia persona, che io sono un libero professionista.
Professionista da quando ho cominciato a fare questo lavoro, oltre 40 anni fa e sicuramente fino a che la voglia e le forze non mi verranno meno.
E poi libero… anzi …prima libero!
Non ho mai avuto padroni!
Libero da quando sono nato, 60 anni fa e fino al momento in cui il Buon Dio non deciderà che la mia esperienza terrena dovrà concludersi.
Libero!
E libero….forse …anche dopo!
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