“Una donna dalla forza e dalla caparbietà fuori dal comune”, è una delle frasi che Irene Ricciardello, il sindaco, ha pronunciato durante i funerali della Lacchese in una chiesa colma di gente, mentre il paese si fermava per l’indetto “lutto cittadino”. A parlare, cercando di dare una parola di conforto ad una famiglia affranta, e sopratutto a Nino, il marito, oltre al sacerdote anche l’amica-alunna Cettina e la nuora Sofia. In aggiunta due contributi, quelli di Salvo Messina e Azzurra Ridolfo.
C’erano emozioni forti, in Chiesa, quelle degli amici, dei parenti e della gente comune.
C’era la politica locale, i colleghi, presenti e passati, gli alunni, altri docenti.
Tutti per dare l’estremo saluto, un omaggio avvertito, necessario, di cuore, per il “Preside”, la professoressa Nunziatina Lacchese.
C’era un paese fermo per il Lutto Cittadino.
Lei era stata Presidente del Consiglio Comunale, e forse per la famiglia negli anni novanta aveva rinunciato all’esperienza politica quella verso un’elezione “sicura” al parlamento, come anche aveva sempre rifiutato di candidarsi a sindaco della cittadina, ricevendo, in tal senso, inviti in maniera trasversale.
E’ stata una grande professoressa di matematica, una “bersagliera” nella vita e negli impegni sociali e di lavoro.
Una grande Dirigente Scolastica, di quelle citate ad esempio, che non si è mai arresa, neanche davanti l’inevitabile.
Un bell’esempio, come detto da tanti, di coraggio, forza e coerenza.
Curiosa. Attenta, nella vita e nella scuola. Interessata ai suoi alunni, anche quando questi crescevano.
Intelligente, forse intransigente, ma lo era di carattere, autorevole e a tratti autoritaria, certamente tra le ragazze prima e donne poi più belle del paese, che passava interi pomeriggi a dar ripetizione a stuoli di ragazzi, con i quali come ha detto Cettina Gianlombardo, “instaurava un rapporto speciale, lei sapeva essere al tempo giusto severa ma giusta e comprensiva”.
Mandava sempre a dire quel che pensava. Era diretta, e spesso era lei stessa a proporre anche le soluzioni.
Nel 1994 – ricorda Basilio Germanà, allora sindaco “abbiamo vinto le elezioni amministrative a Brolo, e mi ha suggerito di nominare la prima giunta a maggioranza “rosa””.
Lei amava definirsi, semplicemente, pedagogista.
E lo era. Formidabile.
Una testarda educatrice che da giovane aveva anche sognato di far la rivoluzionaria, partecipando a quel movimento popolare di giovani vicini all’UPB.
Lei era figlia del popolo e ne andava fiera.
Negli ultimi anni aveva coltivato altri impegni, con sapienza, senso civico, amando la vita, sperando sempre in un futuro migliore per tutti, con grande umanità, tra libri e cultura, e l’aver sospeso la manifestazione della consegna delle borse di studio in memoria di Nunuccio Raffaele ne è la prova provata.
Lei aveva suggerito e invogliato la famiglia a fare questa scelta si altruistica solidarietà.
Mancherà tantissimo anche ai colleghi.
Era rimasta un punto di riferimento anche per stilare documenti e ricorsi contro quello che non è al meglio ottimizzato nella nuova “buona scuola”, ma anche in questo nuovo corso politica locale spesso amava dir la sua.
Mancherà alla Scuola e questo si può sintetizzare nel commento di un’insegnante:”Sarà dura proseguire senza la tua mano sulla mia spalla”.
In tanti, che non hanno potuto seguire la messa funebre, sono stati in ossequio, a renderle omaggio, a casa..
Una fila interminabile di persone, di amici che sono giunti da tutta la provincia.
Lascia il marito, Nino Scaffidi, tre figli, generi e nuore, e le nipotine che in chiesa davano conforto al nonno stringendogli le mani.
Ma a sentirsi orfani sono tutti i suoi studenti, i professori e i suoi colleghi, gli amici.
Fai buon viaggio Preside.
Altri contributi.
Irene Ricciardelo, Cettina Gianlombardo, Sofia Ricciardo, Azzurra Ridolfo e Salvo Messina.
Dal discorso pronunciato in chiesa da Irene Ricciardello, il sindaco.
Non avrei mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato, nonostante la malattia, che diventava ogni giorno più grave, mai avrei pensato di trovarmi qui, oggi a ricordare la bella persona che era, adorata Signora Nunzia.
Il Suo coraggio, la Sua determinazione, il Suo entusiasmo, la Sua forza, la Sua grinta e la Sua allegria, la Sua generosità, il Suo altruismo. Mai avrei pensato che tutto ciò potesse spegnersi. Una donna dalla forza e dalla caparbietà fuori dal comune. Il pilastro della sua splendida famiglia…
Tutti abbiamo conosciuto la bellezza del suo sorriso, le sue parole sempre rassicuranti.
Il mio ruolo qui, oggi si unisce, le mie parole si mischieranno. Non sono solo il Sindaco che ricorda la grande persona che, Lei Signora Nunzia è stata per il nostro paese, ma sono anche Irene, figlia dei suoi amici, che fin da piccolissima, entra ed esce da casa Sua.
L’istituzione e il cuore, oggi, si mescolano a ricordare le Sue grandi virtù nell’immenso vuoto che lascia in ciascuno di noi e nella comunità intera.
Per la mia generazione, la professoressa di matematica… quanti pomeriggi io stessa mi recavo da Lei per colmare le mie difficoltà con l’algebra. E la trovavo sempre disponibile e sorridente. E, come me, decine e decine di ragazzini si alternavano sedendosi attorno a quel tavolo a studiare matematica. E per ciascuno di loro, con i chiarimenti, arrivavano sempre sorrisi e affettuosi gesti. E’ riuscita anche a farmi amare la matematica!
Poi, la dirigente, attenta, precisa, caparbia.
Un pilastro fondamentale per la nostra scuola, che ha rappresentato, assieme alla sua famiglia, tutta la Sua vita.
Andata in pensione non ha mai smesso di occuparsi e preoccuparsi dei problemi dei nostri ragazzini. Amava la politica, spessissimo ci sentivamo, voleva sempre essere aggiornata sulla vita amministrativa del paese ed era sempre prodiga a darmi saggi consigli.
Partecipava collaborando attivamente e fattivamente ad ogni iniziativa dell’Amministrazione. Quando la cercavo per coinvolgerla, accettando con entusiasmo, sorrideva e mi diceva “Certo che ci sono. Io ti supporto e ti sopporto!”
E adesso, chi mi sopporterà Signora Nunzia?
Signora Nunzia, è stato un onore per me conoscerla, ha arricchito la mia vita e, sono certa, quella di tutti coloro che l’hanno incontrata.
Mancherà a tutti, ai più grandi e ai più piccoli, agli amici di sempre e a quelli conosciuti da poco.
Mancherà soprattutto la Sua sincerità, il suo modo di vedere la vita e di affrontare il mondo, la sua serietà che diventava simpatia e ironia all’occorrenza.
Mancherà il suo essere amica. Ci mancherà in tutti i modi in cui una persona può mancare.
Ciao Signora Nunzia, grazie per essere stata presente nella mia vita.
Così ha parlato l’amica-alunna Cettina Gianlombardo
“Ho conosciuto la nostra cara Preside quando avevo 12 anni e frequentavo la terza media a Ficarra, il mio paese.
Lei era stata trasferita in quella scuola e sarebbe stata appunto la mia docente di matematica e scienze.
Ricordo ancora perfettamente mentre avanzava verso di noi, la sua figura elegante, l’espressione solare del suo viso e il suo particolare fascino mediterraneo.
Instaurò subito con tutti un rapporto speciale.
Lei sapeva essere, allo stesso modo, severa ma giusta e comprensiva.
L’ho rivista diversi anni dopo in un contesto a me familiare ed ho avuto modo di apprezzare, col e nel tempo, le sue infinite qualità“.
Aggiungendo: “In ambito scolastico, diventata dirigente di vari istituti comprensivi, ha sempre affrontato con decisione e risolutezza le varie situazioni, più o meno difficili, che le sii sono presentate.
In questi ultimi anni, oltre a dedicarsi a molte manifestazioni culturali, aveva riversato tutte le sue cure ed il suo affetto nei confronti dei nipotini riuscendo ad essere veramente una nonna speciale“.
Ed ancora:” Sono certa che oggi quando le sarà chiesto il rendiconto dei talenti che ognuno di noi riceve al momento della nascita li potrà rispondere di averli fatti crescere tutti quanti, mettendoli al servizio degli altri”.
Concludendo, dopo aver citato una frase di sant’Agostino “” Grazie Preside di avermi fatto dono della sua grande amicizia” , pensandola in “un luogo incantevole da dove continuerà a vegliare su tutta la sua famiglia ed a amare, con l’intensità di sempre, Federico, Diletta, Ludovica, Alessandro e la piccola Emma”.
E proprio sul ruolo che Nunziatina Lacchese ha avuto per la sua famiglia si è soffermata, parlandone, la nuora Sofia Ricciardo, rammentando come lei era davvero il pilastro sul quale si fondava questa grande famiglia che lei guidava, anche nelle piccole cose, con saggezza, amore e passione. Ecco per lori questo sarà un grande vuoto, impossibile da colmare.
Il pensiero di Azzurra Ridolfo un’alunna speciale.
L’asilo delle suore era un luogo incantato: ai piedi del castello, disposto su più livelli, uno slargo esterno in cui si poteva correre, saltare, giocare, due stanzette interne anguste ma enormi agli occhi di noi bambini.
Un eden magico, come tutti i luoghi dell’infanzia.
Percorrendo la stradina che lo costeggiava, ci si ritrovava a casa della famiglia Lacchese.
Dalla porticina dei signori Tindara e Basilio ogni mattina vedevo spuntare Katia e Veronica, le mie amiche del cuore, mi venivano incontro sorridenti, tenendosi sempre per mano, pronte a scorribande e giochi sempre diversi.
E’ questa l’immagine che mi è venuta in mente stamattina, quando il risveglio è stato accompagnato da un pugno allo stomaco e non dal solito caffè. Ho ripensato a quei giorni, alle corse per rintanarsi sotto il tavolo della cucina di nonna Tindara, certe di non essere trovate, allo sguardo severo di Nunziatina quando le suore le raccontavano dell’ennesima fuga, al suo sguardo inceneritore che non aveva bisogno di parole.
Nella sua casa di Brolo e in quella di Calanovella mio fratello ed io abbiamo trascorso buona parte dell’infanzia e dell’adolescenza collezionando momenti e ricordi che, adesso, diventano preziosissimi.
Severa ma ironica, a volte aspra ma sempre coerente, colta e curiosa, versatile, la ricordo cucire insieme a mia nonna i nostri abiti di carnevale e, nel contempo, spiegarci una regola di matematica che non ci entrava in testa, il sopracciglio destro alzato, gli occhi vispi e attenti che guizzavano dalla cucitura di un orlo ai nostri quaderni. Cuoca eccellente, amante della campagna, della natura, del bello, della famiglia, degli amici, Nunziatina Lacchese è andata via proprio nel giorno che lei stessa aveva scelto per la consegna delle borse di studio intitolate a Ninuccio Raffaele, di cui era stata promotrice, e che oggi avrebbe compiuto diciotto anni.
Con voce flebile ma decisa, come sempre, nonostante la malattia, aveva vinto le ritrosie di Mimma che avrebbe preferito una cerimonia privata: “Deve essere una grande festa, come quelle che organizzavi per lui quando era ancora con noi!”.
E chi poteva dirle e di no?
Sono certa, però, che avrebbe compreso le ragioni che inducono Mimma e me ad annullare la manifestazione organizzata per stasera alla Sala Rita Atria.
Non sarebbe stata la festa che desiderava. Oggi è tempo di abbracciare Katia, Mauro, Mirko, il “Segretario”, i nipotini e tutta una famiglia che ha perso la sua roccia, la sua “dirigente”.
Anche Salvo Messina, già sindaco di Brolo, ne ha ricordato doti, qualità, impegno e passione politica.
Lui l’ha avuta anche di fronte in confronti politico-amministrativi zeppi di pathos e tensioni, ma ne ricorda la competenza, la correttezza, il senso del bene comune, il senso della parola data, cosa dice ” non comune”, ma anche la disponibilità, il piacere di mettersi in gioco e le forme di collaborazione che al tempo resero amministrazione e scuola binomi vincenti.