Una giornata all’insegna di una vera e propria alfabetizzazione all’antimafia quella del 1 giugno 2011; senza ombra di dubbio un’esperienza indelebile che rimarrà per lungo tempo impressa nella mente dei giovani protagonisti.
Un progetto che va avanti da tempo.
Già il paese di Brolo, nel corso della manifestazione “l’Alba di una nuova primavera” (evento promosso dall’Associazione “Impastato” e dall’ACIB nel mese di Maggio) aveva avuto modo di ospitare i giovani studenti dell’istituto “Gepy Faranda” di Naso/Brolo.
Ed è proprio in quella occasione che essi si erano rivolti ai proprio interlocutori, chiedendo ulteriori concrete occasioni di confronto; e giunge la tanto attesa “Gita della Legalità”, un evento promosso dell’Associazione ACIB (Ass. Commercianti e Imprenditori Brolesi) che ha supportato l’iniziativa.
I giovani, guidati nel corso dell’anno scolastico appena conclusosi dal professore Salvatore Schepis, avevano già iniziato dal mese di ottobre un percorso storiografico che li aveva portati dagli albori del fenomeno mafioso ai giorni nostri.
Pervasi da uno spirito di iniziativa nuovo e da una irrefrenabile voglia di apprendere, sono partiti, la mattina del 1 giugno 2011, alla volta dei “luoghi” che avevano immaginato tra le pagine dei libri.
Appuntamento di buon mattino. Sono tutti assonnati i visi dei giovani che, salendo sull’autobus, si preparavano a vivere una esperienza singolare. Lungo il viaggio non di rado li si sente parlare, dibattere, discutere sui luoghi che avrebbero visitato di li a qualche momento.
Prima sosta dei baldi “picciotti” a S. Cipirello, dove si accoda alla gita una giovane guida di “Libera” (associazione nata con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere la legalità e la giustizia e con lo scopo di gestire i beni confiscati a Cosa Nostra).
I giovani iniziano così a prendere “familiarità” con i “volti nuovi”. Sono curiosi; vogliono apprendere. Ed ecco la prima tappa: la cantina “100 Passi”, gestita dalla Cooperativa Placido Rizzotto. Il luogo sorge su terreni confiscati al boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca (detto “ù scannacristiani”). I ragazzi hanno potuto ammirare così un’importante cantina, guidati nelle varie fasi della lavorazione del vino.
Immediatamente dopo si procede per Portella della Ginestra, dove il 1° maggio del 1947 la Festa dei Lavoratori si trasformò in tragedia a causa di un attentato sul quale riversano tuttora molteplici dubbi. Durante quella giornata persero la vita 11 persone.
Ed è proprio nella suggestività del luogo che i giovani hanno potuto vivere un’esperienza di singolare importanza a diretto contatto con una natura incontaminata e splendidamente pura. Subito dopo, per sedare anche i bisogni corporei, i giovani hanno potuto degustare un pranzo singolare, presso un Agriturismo gestito sempre da Libera, che sorge fiero su terreni confiscati a Cosa Nostra. I prodotti che i ragazzi hanno avuto modo di degustare, sono frutto del progetto “Libera Terra” che si propone di sfruttare al meglio le terre e le risorse agricole, gestendo un piccolo commercio solidale di prodotti BIO. Riempite le pance si parte alla volta della fiera Corleone dove i ragazzi hanno potuto vivere, respirare quegli stessi luoghi che hanno dato i natali ai più grandi boss della storia della mafia.
A Corleone i “picciotti” hanno avuto modo di poter vedere il busto di Bernardino Verro, primo sindaco socialista di Corleone, assassinato dalla mafia nel 1915 per la sua attività di equa distribuzione del latifondo. Nello stesso contesto i giovani hanno potuto visitare la “bottega della legalità” di Corleone, sorta in un immobile confiscato a Bernardo Provenzano. Sempre a Corleone i ragazzi hanno avuto modo di intrattenersi con alcuni singolari cittadini che hanno bene accolto gli ospiti.
Ed ecco che si riparte alla volta di Brolo.
Durante le due ore di viaggio i giovani, in un clima di scherzo e di vivacità, hanno asserito di aver vissuto una delle giornate più singolari della propria esistenza e che, di sicuro, l’esperienza non rimarrà fine a se stessa.
Giovani, meno giovani che hanno iniziato un percorso serio volto ad un cambiamento radicale di tutti quegli assetti prestabiliti legati al disinteresse più sfrenato o alle attività illusorie e parventi.
Ed ecco che una giornata diventa monito di esempio e risveglia coscienze. Un lavoro durato un anno, nel quale il prof. Schepis ha avuto l’opportunità, in orario extracurriculare, per solo amore del sapere e della promulgazione sociale, di intrattenersi con i suoi “picciotti” per approfondire gli argomenti legati al tema mafia.
Un risveglio radicale? Un percorso destinato a continuare?
“Un ringraziamento mio al professore Schepis” precisa Ioppolo “per la sua grande capacità di promulgazione di questi valori di fondamentale importanza volti al cambiamento della società. Mi sono ritrovato innanzi giovani approfonditamente documentati, il che non può che renderci orgogliosi di essere cittadini di questa nostra giovane Sicilia che chiede un riscatto”
La certezza è che a distanza di pochi giorni alcuni di questi giovani hanno presentato formale richiesta per entrare a far parte dell’Associazione “Peppino Impastato” di Brolo. Ed ecco che l’associazionismo, lo scambio reciproco di esperienze vere e di voglia di crescere, diventano un monito di fondamentale importanza per tutta la comunità nebroidea, protagonista di un risveglio di fondamentale importanza
Comunicato
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