Nuove professioni, requisiti e formazione
Dall’ecobonus, il 110% per le ristrutturazioni, alle nuove comunità energetiche, sembra proprio che in Italia si registri una netta ripartenza del mondo del lavoro. Si tratta di un settore che ha le sue regole, da rispettare, anche in materia di sicurezza sul lavoro. Un tema, quello dalla sicurezza sul lavoro, affrontato già dalle prime battaglie sindacali, che nel tempo si è evoluto, divenendo complesso e che spesso, purtroppo, cattura l’attenzione dopo notizie di cronaca inerenti gravi incidenti o per l’insorgenza di malattie professionali.
Oggi si richiedono, dunque, nuove professionalità che generano opportunità lavorative, figure professionali di elevata specializzazione, come appunto: il consulente per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Chi è e cosa fa il consulente per la sicurezza
Il consulente per la sicurezza è un professionista qualificato in materia di sicurezza sul lavoro, che spesso le aziende ricercano anche al di fuori del loro organigramma, si tratta di un trait d’union importante tra i lavoratori – e le loro esigenze di sicurezza – e l’azienda; deve vigilare, far sì che le norme e le direttive vengano rispettate sia dal personale che dall’azienda, col chiaro scopo di ridurre al minimo l’incidenza di infortuni e malattie professionali.
Questa figura professionale opera direttamente sul campo, sta a stretto contatto con i lavoratori, per comprenderne meglio esigenze e risolvere problematiche, opera come una sorta di elemento regolatore, utile a smussare tensioni, nel segno del rispetto di normative e ruoli operativi.
Non ultimo, il consulente per la sicurezza, ha il compito di controllare costantemente l’ambiente di lavoro, dei cantieri, la salute sul posto di lavoro, la prevenzione degli incendi, (valutazione e elaborazione dei rischi), ma è anche incaricato, aspetto quest’ultimo molto importante, a curare la formazione dei lavoratori, a partire dall’importanza dell’uso dei dispositivi di protezione individuale.
Come si diventa consulente per la sicurezza
Il decreto legislativo 81/08 dispone che: “l’RSPP deve essere nominato esclusivamente dal datore di lavoro” e in base all’articolo 17: “la persona che andrà a ricoprire il ruolo di RSPP deve avere i requisiti stabiliti dall’articolo 32”.
Requisiti
Essere in possesso almeno di un diploma di scuola superiore, preferibilmente materie tecniche, quindi non necessita una laurea specifica. Bisogna essere iscritti al registro Praticanti ed aver svolto un tirocinio formativo di almeno due anni presso uno studio di consulenza o un’azienda specializzata. Aver sostenuto un esame di stato che permette l’iscrizione all’Albo Ufficiale Regionale.
Ed infine, essere in possesso di attestati che dimostrino di aver seguito la “formazione” del RSPP – ma questa è continua e deve essere effettuata con cadenza regolare -.
Per gli assunti in piccole aziende il corso sarà di 32 ore, per assunti in grandi aziende spetta all’azienda stessa la formazione, mentre per la libera professione sono previsti 3 moduli di formazione e una Partita IVA.
Diventare un libero professionista
Chi non verrà assunto direttamente nel pubblico o nel privato, può optare per la libera professione, ambito che apre ampi spazi alla gratificazione economica e professionale, compresa quella di lavorare nel ruolo di consulenti per assicurazioni e tribunali.
Scegliendo questa strada è necessario attivarsi per ottenere una Partita Iva: per chi non sa come procedere o, magari, teme di commettere errori, Fiscozen è una soluzione low cost fortemente consigliata, poiché offre assistenza online per tutto ciò che concerne apertura e gestione della vostra attività.
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