Ad Antonello Caporale di Repubblica il ministro Gianfranco Rotondi spiega le misere condizioni delle nostre istituzioni: “Propongo che il 2012 diventi l’anno del parlamentare a chilometro zero. A costo zero. Ridotto a vero proletario: dal prossimo 1 gennaio al successivo 31 dicembre lo lasciamo senza busta paga e senza uno straccio d’auto blu su cui salire e pavoneggiarsi”.
Di lei si apprezzava la sobrietà e la misura.
«Infatti aggiungo: dal 1 gennaio del 2013 tutto torna come prima. La politica ha un suo decoro e la democrazia è un valore supremo».
Resterebbe comunque denso di significato anche spirituale un’astinenza così assoluta.
«Però poi l’astinenza termina. Non dimentichi questo passaggio altrimenti la proposta perde di forza propulsiva ».
Affamare il deputato ma solo per dodici mesi.
«Lei crede che il parlamentare navighi nell’oro?».
La sua domanda fa dubitare.
«Conosco colleghi che valutano se possono restare a Roma un giorno in più. Costretti a fare il conto della serva ».
Siamo addirittura all’afflizione.
«8000 euro di indennità più 4000 di portaborse. Fanno dodicimila».
Forse c’è qualcosina ancora da aggiungere.
«E vabbè. Uno che ti apre l’ufficio a Roma lo devi pagare. E devi fargli un contrattino, per quanto leggero. Un altro che ti apre l’ufficio nella città di residenza lo devi pagare».
Anche se con un contrattino leggero.
«Un terzo che magari ti segue».
E sono bruciati i primi quattromila euro.
«Duemila euro per dormire a Roma ».
Infatti.
«E poi devi mangiare: vanno via altri duemila euro»
E devi pure mangiare, certo.
«Per la famiglia ne restano quattromila ».
Insomma.
«Da sempre faccio le vacanze al lido Miramare di Pineto degli Abruzzi. La casa di vacanza dei genitori».
Che vita di stenti e privazioni, no?
…. quando manca il senso del pudore.
fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/131493/poveri-noi-parlamentari-ci-restano-solo-4mila-euro-per-vivere/