Assegnate le risorse economiche per la redazione dello studio geologico. Questo è tra gli atti propedeutici necessari per la revisione del PRG. Alcune riflessioni
La Giunta comunale diretta da Pippo Laccoto, il sindaco, guarda avanti verso l’adozione del nuovo Piano Regolatore Generale, i cui vincoli risultano decaduti.
L’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente (ARTA) ha richiesto al Comune di Brolo di “fornire urgentemente notizie” sullo stato della procedura” sullo stato delle procedure relative allo revisione del PRG”, avvertendo che “nell’assenza di riscontro motivato entro quindici giorni dallo ricezione” della nota di richiesta, si sarebbe provveduto “allo nomina di un commissario ad acta per procedere al’adozione degli atti occorrenti alla definizione del procedimento”.
Quindi la macchina amministrativa si è messa in moto e già l’ARTA ha avuto comunicato che “nel breve orízzonte temporale” sarebbero state “adottate le direttive in Consiglio comunale” e dunque, si sarebbe proceduto all’affidamento degli incarichi professionali relativi all’aggiornamento dello studio geologico e della relazione agricolo-forestale”.
Per quanto riguarda l’indagine geologica che con questa assegnazione delle risorse diventa cosa fatta e così l’esecutivo ha assegnato al Responsabile dell’Area Tecnica la somma di €.26.000,00 al fine di acquisire il servizio tecnico finalizzato alla redazione dello studio geologico necessario per la revisione del PRG del Comune di Brolo.
I tempi sono dunque maturi anche per avviare in seno al paese un dibattito su quel che sarà il nuovo PRG che non può essere certo demandato solo all’agire del consiglio comunale e degli uffici comunali.
Ma cosa significa P.R.G.? Beh gli addetti ai lavori rispondono subito: Piano Regolatore Generale.
Se poi si chiede di cosa si occupa il P.R.G.? la risposta si articola in maniera più complessa.
La stragrande maggioranza risponde: Si occupa di regolare le costruzioni all’interno di un territorio. Quindi per molti, e forse per la stragrande maggioranza, è solamente una questione tecnica, di competenza quindi di geometri, ingegneri, architetti, periti, politici etc.
Pochi sono quelli che riflettendo sulle parole “Piano”, quindi progetto, “Regolatore” che regola e “Generale” che riguarda tutti, comprendono che il Prg non è una vicenda legata esclusivamente al mattone, poiché da quel mattone dipenderà la vita sociale ed economica di una comunità e da quel mattone, si afferma una identità storica e sociale che altrimenti potrebbe essere condannata a scomparire.
Ed è questo il punto di partenza.
La posta in gioco è alta, e che non si sta discutendo del semplice mattone o se sul mio fazzoletto di terreno mi permetteranno di mettere un solo mattone o dieci, ma se io – come cittadino di questo paese – potrò continuare a riconoscermi nella comunità in cui sono nato e cresciuto, che abito e che voglio continuare ad abitare, e se la storia, non mia, ma della mia comunità è destinata ad essere conosciuta dalle future generazioni oppure è condannata a scomparire.
Ecco perché il Prg, o il suo schema, non può essere affrontato come una semplice delibera che arriva sui banchi del Consiglio comunale per essere approvata.
Ma sono concetti, idee, sviluppo … appunto un “PIANO” che deve essere dibattuto e discusso con cittadini, associazioni, tecnici, partiti politici per recepire quante più idee possibili prima di essere adottato.
Un Piano che deve fare i conti con gli sbagli del passato, magar metterci “una pezza”, che deve rimodulare crescite anagrafiche – in termini di numeri di abitanti – che non ci sono stati, metricubi di abitazioni invendute, strade di piano non fatte e non ultimo la questione annosa e mai risolta dell’abusivismo, quello costiero.
Con il nuovo PRG si parla di una Brolo che sarà, che potrebbe essere, che è il paese di tutti, con l’isola pedonale che non c’è, l’area commerciale che latitata e quella industriale zoppicante, del centro storico, del costruire a “cemento zero” dei palazzi che parlano della storia del paese pronti per essere demoliti e poi di “rispetto” per le contrade e che si interessi del Cittadino anche in prospettiva dei rischi idrogeologi.
Si sta parlando del futuro del nostro comune, senza speculazioni edilizie, quelle che hanno massacrato il territorio dagli anni settanta a venire,, di un futuro che dobbiamo consegnare alle nuove generazioni alle quali dobbiamo dire cosa vogliamo consegnare.
Bisogna parlare con i cittadini di come riqualificare il paese, (vedi Ficarra per esempio, senza andar troppo lontano). La politica deve smettere di prender in giro i cittadini, parlare chiaro, progetti fattibili, trasparenti, chiari, con scelte ben definite. con uso di materiali che si sposano con l’ambiente, volumetrie idonee, vivibilità a misura d’uomo.
Discutere, dibattere, confrontarsi.
Non sprechiamo questa occasione se vogliamo bene al nostro comune.
Nella foto di copertina, un edificio che era un esempio di architettura urbana\industriale, ci facevano lo “spirito”, il sapone, si lavorano le arance… resta solo una foto, quella dell’archivio storico dei Pidonti.