OGGI E L’ANNUNZIATA – Brolo e Ficarra onorano la “Patrona”

Oggi si rinnova il culto dell’Annunziata, che nel giorno del 25 marzo, unisce Brolo e Ficarra nel festeggiare la Madonna, Patrona della Città. A Brolo la festa, la prima dell’anno, coincidendo con l’arrivo della primavera, assumeva un valore che andava anche oltre quello prettamente religioso. Tipica era l’esposizione delle “coperte”, che testimoniavano della ricchezza della dote per le “figlie da maritare” e la Madonna sfilava per le vie del paese recando appesi al suo Manto tutti gli ex-voto. A Ficarra la “festa” ha tanti riferimenti alle tradizioni ed alle consuetudini del luogo. In preparazione alla festa del 25 marzo con l’approssimarsi della Novena, la statua della Madonna Annunziata viene posta nella vara e collocata al centro del Santuario. Da non perdersi la processione che arriva anche “alle Logge”e la suggestiva incoronazione in piazza Umberto I. Un rito che ha più di 500 anni. A Brolo la processione, ormai da anni, è “spostata” ad inizio estate, ma questa sera da seguire ci sarà la Via Crucis che si diventa particolarmente suggestiva quando si inerpica e si snoda lungo le viuzze del castello. Quest’anno, a causa della Pasqua, la festa dell’Annunciazione si celebrerà sotto il profilo liturgico religioso l’8 aprile.

 

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La festa dell’Annunciazione  cade, di solito, il 25 marzo.

Quest’anno, a causa della Pasqua, la festa dell’Annunciazione si celebrerà sotto il profilo liturgico religioso l’8 aprile., Ma a Brolo e Ficarra, due paesi uniti non solo geograficamente ma anche da questa devozione, satrà festa comunque, in quanto uffici pubblici resteranno chiusi in quanto la festa della Patrona è giorno riconosciuto “rosso”.

Comunque, l’Annunziata è sempre stata considerata come la Madonna di Marzo.

Una coincidenza che spesso vede cadere questa festività in un periodo liturgico quasi sempre dominato dalla Quaresima e dalla preparazione della Pasqua cristiana che ha- in un quadro generale – ridotto le processioni in onore dell’Annunziata, eccetto in alcune chiese a Lei dedicate, come appunto Brolo e Ficarra, che nel tempo ne hanno fatto l’anima vera della tradizione popolare-religiosa del luogo.

Tramutando, sopratutto la processione della vara, in espressione e sintesi di quell’antico, variegato e multiforme patrimonio di religiosità popolare siciliana.

Così a Brolo la festa, patrimonio collettivo, diventa anche occasione di incontro, e del “mostrare” la figlia da maritare. Questo era il significato delle coperte esposte in segno di devozione alla Madonna, ma altro non era che presentare la dota che si sarebbe portata dietro.

E la festa dell’Annunziata, ma questo si riscontra maggiormente a Ficarra, che ha subito – fortunatamente – meno contaminazioni e mantiene un nucleo popolare più coeso in tema di tradizioni e cultura popolare, è segnata da rituali forti, “in grado di comunicare autentici sentimenti di fede e di devozione – come ben scrive Franco Tumeo – che si configura ancora oggi come luogo privilegiato della memoria e dunque occasione preziosa di recupero e di conservazione dell’identità collettiva”.
Lo stesso giornalista, cultore delle tradizioni popolari evidenzia che “Per il paese – Ficarra – dunque, la festa della Patrona rappresenta l’evento più significativo e importante dell’anno, più ancora del Natale e della Pasqua, assumendo il titolo di principale solennità  dalle valenze ad un tempo sociali e religiose. Due le celebrazioni annuali in calendario dedicate all’Annunziata: il 25 marzo e il 3, 4 e 5 agosto”

E poi addentrandosi nella ritualità popolare spiega”Comuni ad entrambi gli appuntamenti sono i preparativi della festa: cominciano molti giorni prima con la collocazione della statua della Madonna sulla vara, un rituale che richiede l’intervento di molti uomini, forza fisica e antica perizia. In tanti, secondo tradizione, rispondono all’appello del parroco, anziani e giovani in una sorta di continuità a perpetuare la plurisecolare manifestazione di fede. Una breve preghiera propiziatoria davanti alla vara e un bicchiere di vino in sagrestia scioglieranno la tensione e la fatica che hanno accompagnato l’impegno dei portatori: per il momento, il loro compito si è esaurito, ma tra qualche giorno saranno nuovamente chiamati a prestare le loro gambe alla vara.

Collocata la statua, il fercolo nel transetto viene esposto al culto dei fedeli per la tradizionale novena durante la quale immancabilmente ogni ficarrese porterà  la sua devozione alla Signora dal manto azzurro. Successivamente, il parroco provvede ad adornare la statua con l’oro votivo e con il bellissimo manto di seta azzurra trapunta di stelle dorate, autentico capolavoro di artigianato locale. Un’atmosfera pregna di sacralità avvolge questa antica gestualità , una grande commozione pervade i pochissimi privilegiati che vi assistono. Ancora più suggestiva è l’imposizione della corona, un gesto che rinnova la devozione dei Ficarresi alla Madonna”.

Ma a parte le evoluzioni\involuzioni, a seconda da quale lato si osservino i riti di questa festa – A Brolo anche caratterizzati dalle “chiusure” della Chiesa, dedicata alla Madonna, per i crolli che la stessa, nel 1800, subì –  le sacre statue vennero ospitate in una sorta di tempio di legno, mattoni e lamiere ubicato nella piazza che ora ne porta il nome – rappresenta un momento di grande coinvolgimento emotivo che sorprende che affascina e che definisce lo stretto rapporto filiale, intimo, e molto familiare, che le due comunità hanno instaurato con la “Madonna” che rimane una presenza “concreta” alla quale affidarsi nel momento del bisogno, chiedere aiuto e soccorso, con devozione .

Questa è la festa che oggi qui si festeggia e che diventa per ognuno qualche cosa di unico e particolare, quasi esclusivo.

Ma tornando a quel che è la Festa che proprio per il suo posizionamento sul calendario su alcuni “buoni punto” catechistici francesi dell’inizio del XX secolo, si identifica espressamente l’Annunziata con la Madonna di Marzo.

E alla Madonna che riceve “la comunicazione” sono dedicate molta  raffigurazione che ne illustrano la vicenda,

Negli edifici sacri la scena dell’angelo che si inginocchia davanti a Maria è abbastanza comune e sovente si trova dipinta ad affresco in alto, ai lati dell’altar maggiore, quasi a segnare come l’accaduto si collochi a metà fra cielo e terra, uniti dal Crocifisso posto di norma sopra al tabernacolo. È un’immagine che ricorre con una certa frequenza nei messali dal secolo  XVII al XIX, anche quando vi sono soltanto tre o cinque immagini calcografiche ed è ovviamente presente nelle raffigurazioni dei 15 misteri del Rosario.

A livello popolare è raro trovare la scena dell’angelo inginocchiato davanti alla Vergine a meno che non sia inserita nell’ambito di una particolare devozione riconosciuta a livello ecclesiastico, come appunto è il caso del Rosario, oppure nelle immagini che supportano l’insegnamento catechistico (carte da gioco religiose, giochi dell’oca e cartelloni catechistici). Sembra quasi che questa devozione sia stata particolarmente favorita a livello ecclesiastico ed abbia tuttavia ottenuto nei secoli meno “successo” rispetto ad altre quali l’Immacolata, l’Assunta o anche Maria Bambina (il cui culto sembra aver goduto di particolare fortuna dal XVIII secolo sia in Piemonte che in Lombardia) che pure risultano festività più recenti rispetto a quella dell’Annunciazione.

A riprova di quanto affermato si può rilevare che nei numerosi testi agiografici o relativi alle feste del popolo cristiano del XVIII e del XIX secolo si insiste molto sull’antichità di questa festa; si citano più volte, come testimoni, i Padri della Chiesa ed i loro scritti e si accentuano i riferimenti a vari Concili, primo fra tutti, quello di Nicea.

In alcuni testi si rileva addirittura che, malgrado il “malaugurato scisma”, anche l’Inghilterra riconosce l’importanza di questa festa.

Certamente, nelle immagini popolari si riscontra una minore attenzione alla colomba, simbolo dello Spirito Santo, rispetto alla pittura colta, dove, in più di un caso, si trasforma in un fascio di luce che porta il Bambino nel grembo di Maria.

Una devozione ancor oggi abbastanza viva (almeno all’interno delle chiese), che ha prodotto in passato un’iconografia popolare caratteristica, è quella della litanie lauretane. Va rilevato come in queste litanie non si insista particolarmente sull’Annunciazione.

D’altronde la recita delle litanie, a livello comunitario, di solito, segue quella del Rosario. In più di un titolo possiamo trovare un riferimento a questo mistero cristiano, ma la scena “tradizionale” non è presente.

Nel testo più conosciuto e comune del XVIII secolo, edito da Cath. Klauber (secondo il Benezit, Cath. è da leggersi come cattolico, e non Caterina anche se, stando ad altri studi, sembra esistere una Caterina attiva ad Asburgo ed in Francia nel XVIII secolo. In ogni caso i Klauber risultano fin dal XVI secolo con una continuità che va fino ai primi decenni del XIX secolo), imitato ben presto dai Remondini di Bassano, ed interpretato da più autori nel XIX e nel XX secolo, mentre troviamo la rappresentazione dello zodiaco sul capo della Vergine Immacolata e riferimenti in altri punti ai segni zodiacali, i cenni all’Annunciazione sono per lo meno poco evidenti. Gli unici elementi legati a questo evento sono costituiti da un’accentuata presenza della colomba come simbolo dello Spirito Santo, che in un caso giunge a Maria solo dopo essere stata riflessa in uno specchio; ed i passi tratti dalla Bibbia che riguardano le profezie dell’Antico Testamento.

Le immagini dell’Annunziata presenti sui santini, se non fanno parte della “serie” del Rosario, in generale sono riprese da quadri conservati in Toscana. Attraggono particolarmente il Beato Angelico, Simone Martini ed il Lorenzetti i cui dipinti sono ampiamente riproposti sulle immaginette devozionali e non solo in questo caso.

Un’ultima nota: i testi dell’Ottocento fanno notare come l’importanza dell’Annunciazione sia stata particolarmente sottolineata da Urbano II (1088-1099), infatti questo papa stabilì che al mattino, a mezzogiorno e alla sera, le campane delle chiese suonassero tre volte per ricordare ai fedeli la recita dell’Angelus in onore di Maria, tradizione che permane ancora, malgrado la ricorrente disputa sul suono delle campane.

L’Ave Maria, inoltre, è a tutt’oggi la preghiera più diffusa fra i cristiani unitamente al Padre nostro. Forse, proprio perché così comune, non si riteneva necessario riproporre immaginette che facessero meditare su tale mistero.

Anche quest’articolo entra nella sezione che Scomunicando dedicata ai Brolesi Altro su storie e note di Brolo, brolitani e brolesi nell’archivio del nostro giornale.

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OGGI E L’ANNUNZIATA – Brolo e Ficarra onorano la “Patrona”

 

Redazione Scomunicando.it

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