Dare al tempo una forma, sia pur simbolica, attraverso una selezione di scatti di due fotografi siciliani d’eccezione: Casimiro Piccolo di Calanovella e Girolamo Manetti Cusa.
Hanno animato il salotto letterario, insieme all’autore Girolamo Alagna Cusa, il giornalista Massimo Scaffidi, la docente Nunziatina Bartolone e Carmelo Germanà, che da perfetto padrone di casa, ha introdotto l’incontro.
Scrive Nunziatina Bartolone
Dare al tempo una forma, sia pur simbolica, attraverso una selezione di scatti di due fotografi siciliani d’eccezione: Casimiro Piccolo di Calanovella e Girolamo Manetti Cusa.
Questo l’intento del libro “La forma simbolica del tempo” di Girolamo Alagna Cusa – edito da D. Flaccovio – e presentato sabato 24 giugno nella suggestiva cornice di Villa Piccolo a Capo D’Orlando.
Il testo, dedicato ad Aurelio Pes, indimenticato consigliere d’amministrazione della Fondazione Piccolo, ripercorre l’evoluzione della tecnica dei due artisti che probabilmente si conobbero senza però frequentarsi né influenzarsi sulle sperimentazione e competenze tecniche che via via acquisivano, offrendo entrambi un contributo straordinario allo sviluppo di un’arte che svolse una funzione di analisi sociologica, ambientale, naturalistica e urbanistica nella fase della Belle Epòque siciliana.
Un impianto verista, quello di Casimiro Piccolo, che immortalò volti di contadini colti nel loro ambiente naturale, quasi selvatico e sempre assolato, ritratti nella quotidianità della loro atavica fatica, ma anche bambini sorpresi nei loro giochi come nell’imitazione del mondo adulto che li circondava, animali domestici e non che si configurano quasi come mitologici e, al pari degli uomini, esseri derivanti da una metamorfosi naturale in cui il legame ancestrale tra natura ed esseri viventi non si spezza nella specificità della forma da questi assunta.
Quel mondo che sembrava condannato all’immobilismo, secondo la visione di un pessimismo storico espresso dai contemporanei scrittori dell’epoca, via via si trasformava, invece, sotto l’obiettivo attento di un curioso analista della realtà, fisica e metafisica, quale fu Casimiro offrendo l’opportunità di sperimentazioni audaci come quelle di fotografare le immagini trasmesse dalla televisione.
Quasi contemporaneamente l’architetto Manetti Cusa ritraeva un contesto urbano che si apriva a nuovi spazi ed idee avviandosi verso la fase della modernità e del progresso che avrebbe avuto le città sullo sfondo e nuove forme di operosità come soggetti, senza trascurare le suggestioni ambientali e gli sfondi naturalistici che rendono i suoi ritratti unici nella loro spontanea raffinatezza o fissano in uno scatto, sapientemente ricercato, un oggetto in movimento come la ruota del luna park cittadino.
Un’analisi accurata della tecnica fotografica impiegata e una ricerca meticolosa da parte dell’autore del libro dunque con cui si offrono nuove opportunità di studio e approfondimento sui due artisti/narratori che seppero rendere quei soggetti eterni e straordinariamente veri, senza l’arroganza di manipolare il reale con l’intento di renderlo perfetto e nell’attesa di conferire loro quel giusto merito che altri, talvolta indegnamente, ricoprono.
Nunziatina Bartolone
Nel corso della serata – divagando anche tra tecniche fotografie, su come le fotografie sono forme architetturali del tempo, facendo incursione tra libri e cinema (citato anche Inceptio di Christopher Nolan) è stato ricordato, oltre ad Aurelio Pes, al quale è stato dedicato il caloroso applauso, anche Bent Parodi per il suo essere un attento “visionario” che ha creato i presupposti affinchè la Fondazione svolgesse quel ruolo che ha avuto e che ha per la promozione di grandi eventi culturali e porsi al centro di una grande opera di Memoria e Tradizione. Un impegno anche per la conservazione, la tutela, e la divulgazione del patrimonio artistico-culturale-fotografico della famiglia Piccolo di Calanovella, grazie al quale oggi è stato possibile la realizzazione dell’interessante opera presentata ieri a Villa Piccolo.
L’autore
GIROLAMO ALAGNA CUSA è discendente del grande architetto Manetti Cusa.
Laureato presso la Facoltà di giurisprudenza a Palermo e successivamente specializzato alla Johns Hopkins University – Bologna center, dopo avere frequentato a Palermo il corso dell’Isida (Istituto superiore dirigenti d’azienda) ha lavorato presso aziende del gruppo Finmeccanica e Italtel.
Autore di saggi ed articoli giornalistici è appassionato di arte con particolare riferimento alle tematiche di architettura e fotografia.