– di Claudia Lentini –
1 settembre 2010 – Capo d’Orlando riparte dal PalaFantozzi, dal duro lavoro in campo, dal sudore, dalla fatica, da piani tattici, strategie, da alchimie utili a colpire il bersaglio, a rendere merito. E’ la serie B dilettanti, è Peppone Condello, uomo simbolo e rivelazione dei campionati dilettantistici 2009/2010, al coach paladino chiediamo di raccontarci la sua Orlandina Basket.
PEPPONE CONDELLO: head coach Orlandina Basket
C dilettanti alle spalle, ottimi risultati, campionato vinto con ampio margine di tempo e punti
Grandissima soddisfazione! Dovevo allenare la serie D, mi sono ritrovato in C – con responsabilità di vittoria – aggiungo, che vincere non è mai facile a qualsiasi livello e per qualsiasi squadra, le variabili sono sempre tante. Ci siamo riusciti perdendo una sola partita, abbiamo vinto la Coppa Italia con gran soddisfazione ed onorato il campionato fino alla fine, vincendo fino alla fine, senza regalare niente a nessuno com’era giusto fare. C’erano molte squadre che nelle ultime gare giocavano per un posto play off ed abbiamo voluto onorare il campionato fino all’ultima giornata. Non è stato facile se pensi che abbiamo chiuso il nostro campionato a marzo, tenere alta la tensione fino all’ultima partita è stato difficile – forse è stata la cosa più difficile da fare, ossia affrontare il campionato sotto il profilo psicologico più che tecnico – sì, perché poi si andava in campi assurdi, gli arbitri erano quelli che erano, tutte queste cose unite a giocatori che venivano da altri livelli, insomma, ci potevano essere serissimi problemi, per esempio Amaretti, palla in mano spalle a canestro, marcato da un atleta di 1.80 h, certe volte non sapeva cosa fare, ecco, problemi di questo tipo da affrontare, però è andata bene. Sono molto contento per la Coppa Italia, esperienza stupenda, tre partite in tre giorni con tutte le difficoltà già dette, senza Amaretti, ma anche problemi fisici – la Coppa è venuta in un momento in cui la c’era chimica di squadra, i giochi funzionavano automaticamente – è verissimo, si era formato un grandissimo gruppo.
Soddisfazioni anche sotto il profilo tecnico, l’Orlandina ha costantemente imposto un gioco intelligente e composto anche quando era difficile farlo per le forze in campo, anche in presenza di gioco sporco, sei andato dritto per la tua strada
Ho chiesto subito ai ragazzi di adeguarsi al campionato, lo conosco bene per averlo giocato, vinto, conoscevo tutte le variabili negative, dovevamo essere noi ad adeguarci ma dal nostro punto di vista. Come ti ho detto lo scorso anno, abbiamo vinto il campionato nelle prime cinque partite, giocate in due settimane, senza i ragazzi campani, con tanti problemi fisici per Amaretti, ritardo di preparazione, tanti problemi tutti superati.
Sei stato bravo in allenamento e bravo in campo, non è una caratteristica che accomuna molti coach, sei la rivelazione di quel campionato e non solo di quello
Grazie.. – non è emerso nessun giocatore particolare, niente di rilevante, solo tu – non è emerso nessuno, è vero, erano giocatori noti, di cui si sapeva – ma neanche in B2inizi un nuovo campionato con ambizioni di vittoria, mai tranquillo?! – campionati tanto per partecipare? Mai! obiettivo play off? Nemmeno a parlarne, sempre e solo vittoria. Si usa così da queste parti – conosco molti coach a cui questa cosa non dispiacerebbe – è vero, molti allenatori lo vorrebbero, però siamo in una piazza storica dove è necessario, sei costretto a vincere, è un fallimento se non vinci, bisogna ritornare al più presto in serie A, serie che ci hanno rubato. E’ vero, ogni allenatore vorrebbe essere al mio posto – vorrebbe una squadra per vincere o per retrocedere, mai in mezzo – però nella maggior parte dei casi si parte per fare un campionato di vertice, qua no!.
– come primo anno è andato bene, speriamo di ripeterci, anche se è più difficile –
Qua si parte per vincere, non è un campionato di vertice, qua devi vincere a tutti i costi – questa è una mentalità che attiene a Capo d’Orlando, ma soprattutto alla tua società – è così, indubbiamente… Io ci Sto!.. me l’accollo!
Non ti sei inventato niente come fanno quelli bravi, né sotto il profilo tecnico, né sotto il profilo tattico, hai semplicemente sfruttato il materiale umano a disposizione e letto con attenzione le situazioni di gioco che, via, via ti si presentavano davanti. Sembra banale dirlo, ma in quel campionato molti non fanno le cose semplici e non leggono gli avversari
La cosa importante per un allenatore, secondo me, è non far danni. Quando non fai danni sei già a metà strada, comunque, venivo dalla serie A dove ho fatto l’assistente, una buona esperienza nello scoutizzare le squadre, gli avversari, ero a mio agio – potevi essere tentato a fare qualcosa di stravagante anche in considerazione della squadra che avevi – alla fine la stravaganza non credo paghi, non c’era bisogno, ho fatto le cose necessarie, mentalizzare i ragazzi a difendere, a sbucciarsi le ginocchia, poi in attacco comunque avevamo 11 sistemi di gioco, non eravamo disorganizzati, forse non avevamo un gioco così spettacolare – era meno brioso di quanto poteva essere – è vero, però è andata bene.
Cosa resta al coach di quest’esperienza?
Il rapporto con i ragazzi, li sento, persone splendide. Siamo stati bravi a fare in tre giorni una squadra forte, fatta di grandi persone, ci siamo informati su chi stavamo prendendo – ti riferisci a quando si è saputo di dover giocare in C dilettanti anziché in D – Esattamente. C’era una lista di 80 giocatori, avevo già fatto le mie scelte insieme a Giuseppe Sindoni, però chiamavamo per sapere com’era il carattere degli atleti, ci siamo informati anche sulle loro qualità umane prima di effettuare gli acquisti, stessa cosa quest’anno. Bene le doti tecniche di un giocatore, ma soprattutto quelle umane. Poi è chiaro, abbiamo fatto una squadra forte, ma c’erano nomi più importanti in quella lista degli 80, che sono stati esclusi perché teste calde.
Peppone uomo, cosa tieni stretto dentro di quel campionato, di questo rimettersi in gioco dell’Upea?
Quando siamo stati esclusi dalla serie A ho vissuto un lutto. Giuro, un lutto familiare. Per un mese mi sono sentito strano, stavo malissimo, tengo ancora dentro questa cosa e spero un giorno di potermi sfogare se riuscirò ad arrivare in serie A, con questa società.
Casa sogni, speri, progetti per il tuo personale futuro, come uomo e come allenatore?
Volo basso ma sono anche ambizioso – ogni tanto guardi in alto – si, volo basso guardando in alto. Faccio questo mestiere e voglio andare avanti, avere soddisfazioni, il mio sogno è, ribadisco, quello di arrivare in serie A, capo allenatore, a Capo d’Orlando – Capo allenatore in serie A, a Capo d’Orlando. Suona bene. Ne riparleremo senz’altro, tra qualche anno ti farò riascoltare la registrazione di quest’intervista – speriamo…
Parliamo del Campionato di B dilettanti 2010-2011, girone D, tecnicamente interessante ma anche duro, molto fisico, che mette alla prova i nervi degli atleti e degli allenatori in panchina
Partendo dal presupposto che il nostro girone è quello più duro, è sempre stato così, vuoi per i campi difficili dove andremo a giocare, vedi quelli pugliesi, Campobasso, Bernalda, insomma campi caldi dove non è facile giocare, dove l’arbitro ha paura di fischiare ecc., vuoi poi per la presenza di squadre che investono rispetto agli altri gironi, quindi non sarà facile, ci sono insieme a noi altre tre o quattro squadre che hanno allestito buoni rosters, vedi la Viola Reggio Calabria, Catanzaro – è strano il mercato della Viola – se trova un lungo buono non è male – ho qualche perplessità sui loro acquisti – si però le guardie, il playmaker, Zampogna, De Gregori, Cavalieri, sono ottimi giocatori. Tra le squadre temibili aggiungo Campobasso, forse anche tutte e due le squadre di Campobasso, una ha preso La Bella, insomma giocatori d’esperienza anche di categorie superiori; Catanzaro ha un buon quintetto, le altre non le conosco ancora bene perché, dico la verità, per il momento sto pensando più a me che alle avversarie, seguo solo la Viola e Catanzaro, vado su un sito di Reggio Calabria – citiamolo, www.reggiocanestro.it, lo seguo anch’io – per le altre non so – diciamo che a differenza dello scorso anno ci sono quattro o cinque squadre papabili, contro cui poter giocare bene – sicuramente – va aggiunto che le squadre di questo girone sono esperte perché permangono lungamente in questa serie – sono società che militano da anni, quindi conoscono benissimo campionato, giocatori, arbitri, insomma tutto quello che può girare intorno a questa categoria. Non è facile – la B2 è veramente il campionato più difficile da affrontare, più della B1 – è verissimo, non è facile vincerlo, poi con la formula di quest’anno, ossia sale solo una squadra passando dai play off, non è come lo scorso anno quando la prima in classifica veniva promossa direttamente e le altre si giocavano i play off, quindi maggiore tensione – puoi arrivare primo in classifica, disputare i play off ed essere… escluso – esattamente, una formula che odio – scongiuri a parte, è una cosa tosta – stimolante. – Tra le squadre che hai citato, chi trovi più interessante da incontrare – la Viola, sono di Reggio Calabria, ho uno stimolo in più – riassumendo, vincere, vincere contro la Viola, vincere a Reggio Calabria contro la Viola – Sì! – vuoi mandare un messaggio ad Alessandro Fantozzi? – Nessun messaggio, siamo amici, lo saluto di cuore, conosco molto bene anche il suo assistente, massimo rispetto.
Preparazione atletica, programma svolto in due settimane e fasi ancora da affrontare
Il prof. Pippo Ferrarotto, nostro preparatore atletico, portava la squadra al campo sportivo, poi in piscina, pomeriggio pesi e Basket. Adesso facciamo al mattino pesi e piscina da Santino Neri, pomeriggio basket. – Nell’amichevole di sabato 28 agosto contro l’Amatori Messina, ho osservato gambe legnose, corpi ancora molto legati, insomma, carichi pesanti – carichi pesanti, andiamo ad alleggerire, ci vuole ancora quasi un mese per l’inizio del campionato – ma la Coppa Italia è vicina – tra undici giorni, l’11 settembre e forse la prima non la giocheremo – per via del ritiro del Catania, quindi incontri subito la Viola Reggio Calabria – Si!.. come esordio non è male.
Preparazione tecnica, parola d’ordine: concretizzare il gioco tanto in difesa quanto in attacco, sei al secondo passaggio
Stiamo inserendo nuovi sistemi offensivi, anche perché quest’anno, a differenza dello scorso, abbiamo giocatori che sanno giocare bene spalle a canestro, è importante far capire alla squadra che la palla deve andare dentro, abbiamo giocatori interni importanti che sanno giocare appunto all’interno dell’area, ma sanno anche aprire spazi per gli esterni – lo scorso anno avevi forse solo Ariel Amaretti – si, comunque Ariel era fortissimo fisicamente in difesa, faceva spazio, ma in attacco non era bravo tecnicamente, perchè non l’aveva mai fatto, il suo compito anche in serie A, era quello di entrare, difendere sull’americano, prendere rimbalzo in attacco e qualche scarico per andare a schiacciare. Adesso dai la palla ai nostri lunghi spalle a canestro e se la giocano da quella posizione, appunto spalle a canestro – C’è carenza di mercato, mi riferisco a cinque che giochino fronte e spalle canestro – si è vero, comunque volutamente ho preso un quattro ed un quattro e mezzo, non amo i cinque pesanti, preferisco lunghi che sappiano giocare spalle a canestro con piedi veloci perché in difesa mi permettono di fare tante cose, su pick & roll li faccio uscire, insomma, adeguamenti difensivi di cui non sto qui a parlare, mi permettono di fare più cose. – Sempre uomo in difesa, difficoltà forse con qualche esterno che non ha caratteristiche da guardia, studierai aiuti, compensazioni – Stiamo lavorando sulla difesa, non c’è gente che non sa difendere o che non vuole difendere, forse qualcuno non ha grossissime caratteristiche, ci stiamo lavorando su e comunque compenseremo in attacco.
Il tuo staff, Pippo Ferrarotto per la parte atletica, Calogero Paparone ed il gradito ritorno di Nino Coppolino
Pippo Ferrarotto, è ormai rodato, è il nostro preparatore di fiducia da più di dieci anni, non ha toppato mai, tanto di rispetto a Pippo che fa parte della famiglia Orlandina, è bravo sia come preparatore che nella gestione dei giocatori, non è facile sai, all’inizio c’è tanta fatica da fare, lui è bravo a stimolarli, gli sta vicino, c’esce insieme, è bravo a coinvolgerli. Durante l’anno poi riesce a mantenere costante la forma della squadra. Calogero Paparone, detiene l’assistentato più corto della storia – ci scherziamo su – l’anno dell’esonero dell’Orlandina dalla serie A, lui era arrivato da soli due giorni, poi è andata come sappiamo, ogni tanto lo prendo in giro per questo. Lo scorso anno l’ho richiamato, era giusto farlo – che responsabilità gli hai dato? – si occupa di tutta la parte video, montaggi vari, io guardo i video, glieli scoutizzo e segnalo cosa montare, oltre a questo mi da una mano in campo, ci confrontiamo. Nino Coppolino non si discute, l’ho già detto in un’altra intervista, l’ho presentato alla squadra come uno degli assistenti più vincenti d’Italia, ha vinto tanto, è nato per fare l’assistente – penso solo buone cose di lui – Nino Coppolino è l’assistente!. La prima parte dell’allenamento dopo averla concordata, è di sua competenza, la struttura lui, non ha bisogno di suggerimenti – è molto autorevole con i giocatori – certamente, anni di lavoro. Sono strafelice d’averlo accanto. Pensa, era il mio assistente anche da giocatore, il mio coach quando giocavo a Barcellona.
Parliamo della squadra, un mix tra gioventù ed esperienza
E’ strutturata per essere coperti in ogni ruolo, oltre a quando detto, aggiungo la riconferma di Pablo Albertinazzi, Giuseppe Costantino e Carmine Moccia, reputiamo ci possano dare un grande aiuto, possano avere un ruolo importante in B2. Avevo poi bisogno di un play-guardia ed abbiamo preso Luca Rossi che faceva al nostro caso, bravo a giocare pick & roll, cercavamo proprio questo, mi piace giocare quasi con due playmaker in campo, lo scorso anno avevamo Antinori ed Albertinazzi. – Hai certamente bisogno d’esperienza in campo ma il “campionato di sviluppo” apre la strada ai giovani, agli under – Abbiamo preso tre under, Tomas Di Dio, che ci aveva ben impressionato lo scorso campionato ed è stato il nostro primo acquisto, poi Tomas Caula, argentino, molto interessante, molto futuribile, un playmaker con buonissime qualità atletiche e che sa giocare bene a pallacanestro. Infine Peresini, il quarto lungo. C’è da lavorare su questi ragazzi, ma promettono benissimo. Per Peresini e Caula lo spazio è poco, avevamo bisogno di due ragazzi che ci dessero agonismo in allenamento e che non chiedessero grandi spazi in campo – massimamente allenanti – in fondo sono due ragazzi del ’90 e ’92. – Panchina lunga per un campionato ricco d’insidie, forse siete l’unica squadra costruita così, gli under possono sopperire bene – Abbiamo Costantino – che non starà seduto a lungo in panca – Presumo anch’io, abbiamo tre lunghi, nelle rotazioni giocheranno tutti e tre. Dalla panchina parte anche Moccia, che conosce bene questa serie e poi ha la così detta “cazzimme” che ci vuole in questi campionati. Ottima panchina.
Come sarà la nuova Orlandina, aggressiva, veloce, concreta?
Difesa aggressiva. Il nostro gioco è difesa e contropiede anche perché abbiamo dei lunghi non statici ma dinamici, che corrono e possono andare in contropiede – difesa uomo – uomo, ma costruiremo anche delle zone perchè il campionato lo richiede, sistemi di gioco che coinvolgano tutti, è importante che tutti tocchino la palla, nel quintetto tutti hanno punti in mano, sia i lunghi spalle a canestro, che i lunghi fronte canestro, quest’ultimi riescono ad avere uno contro uno frontale che può dare fastidio agli avversari. Non è facile difendere su Alessandro Agosta, né su Martin Caruso fronte canestro, hanno un primo passo veramente buono e lo sfrutteremo. Abbiamo poi ottimi tiratori, Marco e Carmine. Marco Caprari può darci tanto e costruiremo dei sistemi per sfruttare il suo tiro da tre punti.
Descrivimi in una battuta i tuoi giocatori, personalità e tecnica
Pablo Albertinazzi.. Estroso, riesce in alcuni frangenti ad inventare canestri che ti chiedi come ha fatto; penetrazioni strane, palla che spunta fuori in mezzo a tre difensori, tabellone e canestro.. bho!.. bravo.
Luca Rossi.. gli piacce tantissimo giocare in contropiede, a differenza di Pablo che è meno veloce, gli piace lanciare la palla, andare dentro, giocarsi l’uno contro uno. Direi.. Pungente, riesce ad insinuarsi, a spaccare le difese.
Tomas Caula.. Il Futuribile. In alcune movenze, in piccolo, ricorda Ginobili che ho visto crescere a Reggio. E molto bravo, ha limiti caratteriali e va stimolato, deve mettere più intensità in gioco ma ha buone potenzialità, c’è da lavorare sulle sue lacune – è giovane – 18 anni. Cerco di stargli addosso, di fargli uscire un po’ di cattiveria.
Boom Boom Caprari.. il mio amico.. Il Capitano. Deve darci esperienza, dove darci l’esempio e lo sta facendo in maniera egregia, stimolare, incoraggiare gli altri, lo fa in allenamento lo fa in campo e fuori.
Carmine Moccia.. mitico Carmine.. O Pazzariell. Ha dei momenti d’agonismo cestistico impressionanti, così come è in grado di farti dieci punti consecutivi in un minuto, può farti tre falli consecutivi in difesa perché gli è andato in corto circuito il cervello. Gli sto addosso, deve imparare a gestire questo temperamento che se incanalato in una determinata direzione ci può dare tanto – le sue reazioni, nel bene e nel male, sono dettate dalla tanta voglia di fare – assolutamente si, è certamente un eccesso d’agonismo.
Tomas Di Dio.. l’uomo del cellulare.. quando lo incontri è sempre attaccato al telefono, Telephone Man. Forte fisicamente, bravo nell’uno contro uno, dobbiamo lavorare in difesa e sul tiro da fuori, ma è uno che s’impegna moltissimo, ha voglia di lavorare, è un under, gli dobbiamo stare addosso.
Giuseppe Costantino.. è diventato papà da poco – quindi? Non sembra essersi addolcito, in amichevole ha fatto un paio d’entrate per nulla tenere – si è vero, Giuseppe è il Gladiatore. Vorrei avere 12 giocatori come lui. E’ un uomo eccezionale, sempre puntuale, corretto, di un educazione incredibile, il primo ad arrivare, l’ultimo ad andare via, mai una parola fuori posto, gli puoi dire qualsiasi cosa. E’ di una bontà, di una professionalità che non ha eguali.
Alessandro Agosta.. Il Pazzerello. E’ un professionista, s’impegna, ma ha un suo modo di fare pazzerello, se posso fare un paragone direi CJ Wallace, pazzarello appunto, faceva la cosa estrosa che fa ridere, che fa gruppo, la battuta pungente – è lui l’uomo spoiatoio? – è ancora da definire, Pablo però si fa voler bene. Tornando ad Alessandro, come giocatore non si discute, è un vero professionista, ha un buon carattere, è simpatico, un atteggiamento che mira a coinvolgere il gruppo.
Martin Caruso.. Il Padre di Famiglia. Si allena, non dice una parola in più del dovuto, lavora e va via. In campo parla poco, è abbastanza introverso – ti preoccupa? – assolutamente no, ognuno ha il suo carattere, abbiamo già trovato il giusto equilibrio, è un giocatore molto bravo, la sua carriera non si discute, forse è uno dei giocatori più rappresentativi che abbiamo insieme a Marco Caprai. Ragazzo d’oro e giocatore super.
Mariano Peresini.. si deve tagliare i capelli – No! Mi piacciono gli uomini con i capelli lunghi – Sarà costretto a tagliarsi i capelli prima dal Presidente e poi da me. Lo scorso anno il Presidente ha fatto tagliare i capelli perfino a Vasile, Mariano dice che non li taglierà, io credo che lo farà. Lui è.. Argentino Tipico. L’abbiamo preso per darci una mano in allenamento, deve crescere, ha molto da lavorare, ma da noi ha la possibilità di migliorarsi con compagni esperti quali Agosta e Costantino.
Prossimi appuntamenti gare amichevoli
Patti, in casa e fuori, dopo il primo turno di Coppa Italia giocheremo in amichevole contro Agrigento sempre A dilettanti, se passiamo il primo turno di Coppa, il 18 settembre ci sarà la seconda partita.
Coppa Italia
Coppa Italia, 11 e 12 settembre a Capo d’Orlando, forse non giochiamo per via del ritiro del Catania ma è anche possibile che spostino Catanzaro nel nostro girone, quindi la prima partita potrebbe essere contro loro, altre squadre, Team Basket Viola Reggio Calabria e Ragusa. 18 e 19 settembre, da stabilire il luogo, le gare per il secondo turno di Coppa Italia. – Quante partite conti di giocare prima del campionato? – Abbiamo messo in conto di passare la prima fase di coppa, quindi con le amichevoli saranno una decina, 2 partite contro Patti, 1 contro Agrigento e 4 di coppa. – Facciamo un altro regalo a Capo d’Orlando con la Coppa Italia? – Speriamo, è tra gli obiettivi, il Presidente lo esige, si può passare sia da questa porta, ossia i concentramento di settembre, che in qualità di capilista del girone d’andata – Però.. si potrebbe passare sia dalla prima che dalla seconda porta – non male.. la seconda porta però dovrà aprirsi per forza.
Messaggio ai tifosi:
E’ perfino inutile dire che devono venire a sostenere la squadra. L’Orlandina è di Capo d’Orlando, la rabbia dello scorso anno è questa – il basket è basket, a prescindere da nomi e serie – esatto, il basket è basket, se è C1 o serie A è comunque importante se ti piace veramente questo sport. Se poi deve essere una passerella, perché in serie A era diventata una passerella.. magari è anche giusto, alla Viola era pure così come anche negli altri palazzetti, però credo che il paese debba sentire la squadra come sua, e tutti insieme dobbiamo riuscire a fare rinascere, cresce, questa società, a far ritornare quello che ci hanno preso ingiustamente, abbiamo finalmente appurato che è stato ingiusto, quindi a maggior ragione, ci deve essere anche rabbia per il torto subito. So che abbonamenti e biglietti non sono aumentati rispetto allo scorso anno, cinquanta euro per un abbonamento in gradinata – passi un bel pomeriggio – il costo di una cena per un anno di partite. – Hai bisogno del sesto uomo – è importante, ho bisogno del sesto uomo in campo. Confido in una buona affluenza al PalaFantozzi.
Il basket è semplicemente.. basket!
In bocca al lupo all’Orlandina e.. coach, Io ci Sto!.. me l’accollo!
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