Basket

ORLANDINA BASKET – Upe..ATAR, trasformazioni genetiche in corso. Stiamo lavorando per voi!

di Claudia Lentini

30 punti in classifica, 8 di vantaggio sulla diretta inseguitrice Basket Acireale, 15 vittorie, 1 sconfitta, è il computo meramente numerico di un campionato che vede trionfare l’Upea in serie C girone H.
L’Orlandina Basket è certamente una corazzata fortissima che marcia con determinazione verso la meta, ma al giro di boa è possibile dare anche un’occhiata più attenta ai contenuti del progetto Sindoni.

upeatar_def_470_x_600Se si trattasse di Pandora si potrebbe pensare che solo un doppio cibernetico è in grado di convivere con la tossicità del sistema, ma la nostra storia si svolge a Capo d’Orlando, nessuna trasformazione genetica sul pianeta terra, Jake Sully qui ha deciso di rimboccarsi le maniche e provare a fare. La nostra storia è fatta di uomini semplici che hanno reagito alle perverse logiche di annessione al sistema nell’unico modo possibile, ricominciando da zero. Se talvolta l’Orlandina Basket ci appare come un modello superiore, un nostrano Avatar, è perché grandi sono le nuove forze, le energie intellettuali e morali, spese al servizio di un disegno solo apparentemente visionario, perché contiene in se molto più del semplice desiderio di riscatto, ritornare in breve tempo in serie A è una metafora, il cui senso recondito, sfuggendo ai più, per dolo o semplice limite, apparterrà indelebilmente all’intimità dei suoi protagonisti.

Dal canto nostro, ci limitiamo a raccontare, registrare le imprese di questa squadra, nell’unico modo possibile, incontrando i protagonisti e parlando con loro di pallacanestro, con la consapevolezza che tra un pick & roll ed un pressing tutto campo, emergerà molto più che la mera analisi tecnico-tattica di una squadra di basket.

Di seguito l’intervista rilasciataci da coach Peppone Condello alla vigilia della prima gara del girone di ritorno.

Facciamo il punto sul girone d’andata. Un tuo commento

Devo dire che è andata bene – meglio di così?! – peccato per quell’ultimo quarto a Gela, altrimenti a quest’ora il campionato era veramente chiuso, però non mi posso lamentare. Abbiamo fatto le prime cinque partite in deficit, proprio l’altro ieri riguardavo la partita contro l’Adrano in casa, ad un certo punto avevamo Massimo Vigorita e Luca Sgrò in campo – gran partita di Vigorita se non sbaglio – Sì.. è stato un dramma rivederla! Bello.. perché comunque abbiamo vinto, quelle cinque partite sono state fondamentali per noi, per fare gruppo – tra l’altro, giocavate ogni due o tre giorni – si, ogni tre giorni. Veramente nulla da dire su questo girone d’andata. – C’è una squadra che ti ha incuriosito, un giocatore che ti ha colpito particolarmente? – I miei giocatori, gli altri.. – non li guardi? – no, onestamente non mi ha colpito nessuno.

Girone di ritorno, qual è la preoccupazione maggiore, forse il fattore campo?

Credo proprio di sì, dobbiamo andare a Gioia Tauro – anche a Pianopoli che ha la fama di ammazza prime – ma sarà l’ultima partita, infatti, l’allenatore domenica mi ha detto “speriamo possiate festeggiare prima” speriamo quindi di festeggiare prima! Dobbiamo andare a giocare a Gioia Tauro, ad Acireale, poi, la partita contro Gela in casa. Secondo me, vincendo ad Acireale… Tutti mi insultano perché dico che bisogna andare avanti partita per partita, ma per me può veramente succedere di tutto, non sono uno che pensa d’aver già vinto. La storia sportiva mi insegna che può succedere di tutto, ci sono tante variabili, non è detto che se hai anche 8, 10 punti di vantaggio, hai già vinto. Poi è chiaro, sei il favorito, hai lo squadrone – la squadra da battere – sicuramente, la squadra da battere.

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Visto che se ne parla sempre bene, facciamo le pulci a questa Orlandina, a me il ruolo della cattiva. I numeri non dicono tutto ma danno delle indicazioni, quelli relativi alla classifica danno ragione all’Upea, 6 punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice Basket Acireale, 12 vittorie, 1 sconfitta, ma se andiamo ad osservare le percentuali, sia individuali che di squadra, il computo non è così eccellente come quello della classifica. A cosa lo attribuisci, quali le cause dei cali di tensione?

Cali di tensione. Sai, alla fine mi sono anche arrabbiato nella partita contro Pianopoli. I cali di tensione ci stanno, perché non c’è mordente, magari sei sopra di trenta e cala la tensione. Anche l’ambiente che si era creato, il pubblico, quell’atmosfera, tu c’eri alla partita, già al terzo quarto – confermo, una grande noia – ecco vedi, alla fine si trasmette ai giocatori, cerco di stargli addosso, ma è innegabile e si creano queste situazioni di calo. Per ciò che attiene le percentuali siamo in tanti ed abbiamo avuto diversi problemi fisici – ritardo atletico – ritardo atletico ed altro. Ci basiamo, contiamo tanto sulla difesa, siamo la prima difesa del campionato, alcune volte in attacco non riusciamo ad esprimerci bene, non riusciamo a giocare bene in gruppo ma – quarto, quinto passaggio – si, comunque nelle partite importanti, Gioia Tauro in casa ad esempio, abbiamo sempre giocato bene, con le squadre più tecniche riusciamo ad esprimerci meglio. – Infatti, l’altra motivazione potrebbe essere che questa è una squadra troppo forte. Ho visto l’amichevole con Barcellona, due i campionati di differenza, e mi sono resa conto che l’Orlandina è veramente superiore – Si questa è indiscutibilmente una squadra forte, non troppo forte – troppo forte per il campionato in cui milita – senza dubbio è una squadra forte, considera però senza Ariel Aimaretti, la nostra forza è che abbiamo un lungo di alta categoria, 2.06 d’altezza, che nessuno ha in squadra. I ragazzi di Sarno dovevano giocare in C1, Giuseppe Costantino giocava in B2 come Pablo Albertinazzi, Federico Antinori ha sì giocato in serie A, ma anche lui viene da anni di buona pallacanestro, uno specialista, soprattutto difensivo. E’ chiaro, questa è una squadra forte ma se togli Ariel.. non credere che Gioia Tauro abbia speso meno di noi, forse avrà speso male – stando ai risultati – cifre che girano intorno ai 45-40 mila euro di stipendio, fino ai 30-25 della panchina, Gramajo, Ricci e Trentino sono giocatori che prendono un bel po’ di soldi, così mi hanno detto, quindi non pensare che gli altri abbiano speso meno – ho notato che forse, le società sono troppo preoccupate a spendere soldi per i rosters e poco per gli allenatori – Anche la nostra ha fatto così – No, la società ha visto lontano. Tu ogni domenica proponi dei giochi tanto in difesa quanto in attacco, non tantissimi, o particolarissimi, due, tre, – Ne abbiamo 10 per l’attacco – ma in ogni partita, più frequentemente ne usi due, tre – è chiaro, ci sono schemi che usi di più, poi in questo campionato trovi spesso queste zone miste e storie simili – però non ho mai visto, magari è un mio limite, non ho mai visto una reazione decisa alle tue situazioni d’attacco – le cambio spesso però, non sono solo due o tre – ci ritroviamo spesso a proporre efficacemente lo stesso schema, magari per tre, quattro azioni consecutive, senza che l’avversario ponga rimedio – si questo capita spesso, ma è ancor più vero per la nostra difesa. In difesa faccio sempre le stesse cose fin dall’inizio, mi preparo domenica dopo domenica ma niente. Sul pick & roll laterale faccio fondo, tecnicamente, spingo verso il fondo chi porta la palla, ancora nessuno ha preso le contromisure, nonostante i video, nonostante ormai si sappia, mi aspetto sempre una reazione, ma niente. Difensivamente è come dici tu, in attacco, ti ripeto, abbiamo tanti giochi, usiamo molti schemi, magari Pablo ne preferisce uno più di altri, gli piace, ci sta.

Usi due quintetti, quello base, un’altro più alto, nel senso che qualche volta scegli di affiancare ad Ariel l’altro pivot, non rendono però alla stessa maniera pur essendo sfruttati tatticamente bene, ossia tenendo conto del materiale umano in campo. Questa differenza a cosa è attribuibile, comunque parliamo di giocatori di pari livello o quasi

Alcune volte abbiamo difficoltà, vedi Battipaglia, a difendere su i lunghi avversari, lunghi spesso molto più veloci di noi, più piccoli, vedi Esposito che ci ha fatto 28 punti, lungo atipico, un 3/4 difficile da tenere per Ariel e Gigi, non si sono mai trovati in queste situazioni soprattutto Aimaretti, Brunetti tutto sommato gioca da “poco”, ma Ariel ha difficoltà in questo campionato perché trova giocatori che non ha mai incontrato, che gli sfuggono da tutte le parti, ha difficoltà a seguirli, lui è quello da sportellate col lungo, quello che hai visto contro Barcellona. Abbiamo queste difficoltà, ci troviamo in questa situazione, l’ho detto fin dall’inizio, è importante adeguarsi al campionato, brutto, da schifo, nel quale i giocatori d’altra categoria devono abbassarsi a questo livello – qualche tuo giocatore lo patisce più di altri – Ariel – sotto il profilo nervoso anche Carmine Moccia – però Moccia sta facendo un bel campionato – e becca vere e proprie “mazzate” – di Carmine Moccia non posso dire niente, sta facendo un bel campionato – lo vedo però molto nervoso e tu opportunamente lo metti a sedere – ne ho parlato con lui, questo è il suo modo di reagire alla tensione, arrabbiarsi, rispondere all’avversario è il suo modo per mantenere alta l’attenzione – magari reagire agonisticamente senza parlare – è quello che gli dico sempre, cerco di farglielo capire – dovrebbe parlare con Costantino – Giuseppe Costantino è un ragazzo d’oro – mi piace molto il suo modo di giocare, estremizza l’uso del corpo per mettere pressione all’avversario tanto in attacco quanto in difesa – Giuseppe è uno fisicamente forte e sa usare bene il suo corpo, ha gioco interno, gioco esterno – attento, presente ovunque – sì, è veramente un gran giocatore.
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Parliamo dell’attacco. Buoni i movimenti, tagli e blocchi veloci, qualche volta manca il quarto passaggio. Cosa funziona e cosa no in attacco?

Dobbiamo migliorare, lavorare di più sul contropiede, lo dicevo ai ragazzi, perché, eccetto Carmine ed un pò Peppe Milone, che preso rimbalzo, partono nelle corsie laterali, gli altri aspettano di giocare a metà campo e questa è una cosa che non va, siamo tanti, quindi non dobbiamo risparmiarci, parlo delle guardie, quando un lungo prende la palla, prende rimbalzo ed apre ad un playmaker, le guardie devono subito scattare nella metà campo avversaria per vedere se c’è il contropiede primario – Anticipo una domanda che ti avrei fatto in seguito. Non vedo questa propensione, come soluzione primaria, da parte del playmaker titolare, sembra più a suo agio giocando palla a terra che ad aprire il contropiede – Sì, anche se tante volte è proprio lui a lanciare la palla, però è vero, a lui piace avere la palla in mano, quando l’abbiamo preso sapevamo che era così, non è uno che spinge molto il contropiede – solitamente questa è la prima cosa che un play dovrebbe fare -  è vero, però lui è molto bravo a leggere le situazioni di pick & roll, molto bravo a capire dove deve dare la palla, se un compagno sta giocando bene continua a servigli palloni, insomma uno molto intelligente, ha comunque la propensione ad avere la palla in mano – la tua è una squadra che potrebbe giocare sempre in contropiede, ovviamente tranne nelle situazione in cui c’è da gestire il vantaggio – sì, considera però che siamo grossi e tante volte ci troviamo a giocare anche con le guardie molto alte – ma hai degli esterni oggettivamente preparati per farlo – ripeto, è una nostra pecca, giochiamo poco in contropiede, stiamo lavorando per questo.

A proposito del pick & roll, l’Upea è in grado di proporre un bel gioco grazie a questa soluzione, ma non sempre la sfrutta

Abbiamo molti giochi che finiscono col pick & roll, alcune volte non ci arriviamo perché troviamo una soluzione prima, avendo Pablo a disposizione che lo sa giocare molto bene, quasi tutti i miei giochi finiscono col pick & roll, qualcuno inizia così, anche Federico Antinori è molto bravo in questo – Federico Antinori lo utilizzi più come esterno – giocano insieme, comunque è vero, gioca più da esterno – del resto il fisico glielo consente – tante volte decidono loro in campo. Per me non cambia lo sanno, accetto situazioni particolari nelle quali Federico è marcato da uno più basso, in questo caso ci piace dargli palla sotto per farlo giocare spalle a canestro.

Tiro da tre punti. In linea di massima schemi efficaci che producono la giusta distanza per il tiro, nessuno specialista nel roster – c’è Moccia, se guardi le statistiche, sta segnando col 48, 45% circa, comunque più del 40%, l’abbiamo preso come tiratore e non ci sta deludendo – l’Upea possiede comunque più individualità in grado di sfruttare questa opzione d’attacco. Che pensi di fare per il tiro da tre?

Di continuare così – confidiamo su Moccia? – No, forse Pablo e Di Lauro non riescono a tirare bene da tre punti, lo stanno facendo con brutte percentuali, però ci alleniamo e pure tanto e facciamo anche tiro. Sai, ci sono dei periodi in cui il tiro non va e non sai spiegarti perché.
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Difesa, la pensiamo allo stesso modo. Credo sia il vero punto di forza di questa squadra, grazie ad un buon reparto guardie, vedi Costantino, che difendono, cacciano palla, grazie all’occupazione in area di volumi massicci, vedi Aimaretti, pressione fisica ma anche tattica. L’Upea vince in difesa?

Si, vince in difesa, a me piace giocare con la difesa, mi piace preparare le partite, studiare gli avversari, chiaramente ho anche la squadra per farlo. Il mio gioco preferito è difesa e contropiede. Stiamo lavorando per questo.

Usi per lo più l’uomo e qualche classicissima zona, non sei uno che ama troppo match – no per nulla dire, uomo per lo più. Adesso usiamo anche una zona pressing –sulla rimessa – dopo il tiro libero. Se realizzano facciamo 2-1-2 che poi diventa 2-3 – per lo più difendi uomo – si classico uomo – mentre molti tuoi colleghi non amano questa soluzione.
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Per ciò che attiene l’Upea, ho visto buoni cambi di marcatura, aiuti veloci, senza sbavature, almeno per un quintetto. Qualcuno però ogni tanto si distrae. Possiedi certamente qualche giocatore che comanda difesa, che parla in difesa, mi riferisco a Costantino, ad Aimaretti, nel secondo quintetto non è così.

Ecco, secondo quintetto. In mezzo c’è l’esperienza, stai parlando di Ariel che ha sempre giocato, la cui caratteristica primaria è essere un “difensore”, Peppe è uno che si è sempre prodigato in difesa, giocano da anni quindi sanno muoversi – li vedo attenti, chiamano i tagli, chiamano il compagno – Ti faccio l’esempio di Gigi Brunetti che gioca da poco – spiega il poco – rispetto agli altri è giovane, 21 anni, lo scorso anno si è infortunato alla schiena ed è rimasto fermo, l’anno prima era in B1 e non giocava, giovanili a parte, gli manca il gioco vero, l’esperienza.

Forse quello che manca in questo campionato, mi riferisco alle squadre avversarie, è la difesa, si tende a privilegiare l’attacco, il gioco esterno ed in particolare il tiro da tre punti. I tuoi colleghi sembrano essere più concentrati nell’organizzare l’attacco ma con lo scopo di creare metri utili al tiro da tre punti, per altro cosa difficile contro l’Orlandina, poco uno contro uno, pochi i giochi che prevedono l’utilizzo dell’area dei tre secondi, fermo restando la forza indiscussa della tua squadra

E’ questo il punto, noi riusciamo comunque a metterli in difficoltà, ripeto, mi piace giocare sugli schemi degli avversari, visiono le gare, cerco di organizzare tatticamente le partite per scombinargli i piani, accorgimenti difensivi che fanno saltare gli schemi – ripeto, capisco che entrare su Ariel è certamente angosciante, però provare delle situazioni di gioco da due, quando il tiro da tre non va, mi sembra quantomeno opportuno – sì, e poi Ariel non c’è stato sempre, c’è mancato tanto, non è sempre in campo – è comunque un limite – sono d’accordo con te, si gioca così in questo campionato, è vero, tirano molto da tre punti, l’ho notato anch’io, scelte loro.
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Analizziamo i reparti, play, esterni, lunghi. Playmaker, tu utilizzi in questo ruolo Albertinazzi, Di Lauro ed Antinori, prima o poi anche Gianmarco Pozzecco, ma questa è un’altra storia. Parlami di questo reparto, cosa ti piace cosa no? Cosa manca?

Assortito! Non mi manca niente, ho il ragazzo giovane che mi può dare difesa, più estro, che è Peppe Di Lauro, ho Antinori che è alto, difende bene, mi dà la possibilità di giocare anche spalle a canestro con playmaker più piccoli e poi Albertinazzi, che dire di lui, molta fantasia in attacco, tiro da tre punti, da due, assist, quando poi parte in contropiede, alcune volte, riesce a fare anche cose particolari – ho visto un suo sottomano delizioso, ho molto apprezzato e l’ho scritto – sì, fa anche questo.

Giuseppe Di Lauro, domenica ma anche in altre partite, è sembrato poco sereno, forse la sua miglior prestazione casalinga quella contro Salerno, per altro sua ex squadra – domenica era più che altro debilitato, è stato male tutta la settimana, mercoledì e giovedì aveva la febbre a 40, non gli si abbassava con niente, era proprio debilitato, venerdì poi si è voluto allenare ma era distrutto. 
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Di Federico Antinori abbiamo già parlato quindi passiamo agli esterni, ruolo 2 e 3, parliamo di Moccia, Milone, Leggio e Costantino. Quest’ultimo però viene spesso impiegato da 4. Parlami di questo reparto

Moccia è quello che si sta esprimendo meglio di tutti, nel girone d’andata sicuramente, mi dà intensità difensiva, tiro da tre punti, è bravo, come hai detto prima, a correre in contropiede, spesso riusciamo a fare canestri facili grazie a lui – segue molto il gioco, i compagni – è certamente un buon giocatore. Poi Milone – un guerriero in difesa, qualche volta fin troppo – da sgrezzare, lui dà tanto, alcune volte come dici tu, troppo, va fuori – perde la misura – esattamente, va fuori, sia in attacco che in difesa – però mi piace – anche a me, è uno che si sbatte, difende, in attacco aiuta i compagni, niente da dire su di lui. Ciccio Leggio l’avevamo preso per fare l’undicesimo, l’abbiamo poi tenuto e ci è servito soprattutto nelle famose prime cinque partite, in attacco non è abituato a prendersi tante responsabilità, comunque è un’agonista, va sempre a rimbalzo, difesa, ci dà intensità negli allenamenti e ci ha dato una grossissima mano d’aiuto quando ne abbiamo avuto bisogno. – Giuseppe Costantino? – Niente da dire su Costantino. E’ un professionista incredibile, uno che arriva sempre prima, mezz’ora prima dell’allenamento e va via trenta minuti dopo – difficilmente parla sia con gli avversari che con l’arbitro – non si lamenta, in campo non molla mai, mi dà gioco interno ed esterno, difesa, prende tantissimi rimbalzi – discreto tiro da tre punti – sì, proprio niente da dire su di lui.
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Numeri 4, Vasile, Brunetti

Vasile – è coriaceo – coriaceo? gn’aa fa..! Lavora quindi arriva abbastanza stanco. S’impegna – lo vedo molto nervoso in panchina – lo è – ma in campo fa il suo – fa il suo, ha un buonissimo tiro da tre punti che riesce a sfruttare bene, non so se ricordi la prima partita – ma anche domenica – infatti, mette sempre una bomba, ci dà una grossa mano anche in allenamento, gioca da una vita quindi sa stare in campo. Gigi Brunetti, su di lui bisogna lavorare – sembra troppo pulito per questo campionato – questo non è un campionato che fa per lui, qua ci vuole cattiveria, ok in qualunque campionato ci vuole un po’ di cattiveria, però è quello che gli manca, un briciolo di personalità in più, la voglia di prendere la palla, di andare a schiacciare, la voglia di prendere rimbalzo, un attimo di.. in campania la chiamano “cazzimme”, la voglia di essere più furbo, di essere meglio degli altri, lui si siede, però è anche un gran lavoratore – ha un buon tiro bordo campana – anche da tre punti, dobbiamo migliorare sul gioco interno, spalle a canestro. C’è tempo, con lui abbiamo un biennale, quindi sarà dei nostri anche il prossimo anno – In difesa? – tende ad essere un po’ in ritardo, ma questo lo addebito soprattutto al fatto che, come Ariel, deve marcare sempre gente più piccola.

N. 5, Ariel Aimaretti. Inadeguato, un pesce fuor d’acqua in questo campionato che non gli consente di esprimersi al meglio. Nell’amichevole contro la Sigma Barcellona gli ho visto fare due o tre cose veramente GIUSTE.. facendo fare, per altro, una pessima figura al suo marcatore ed alla squadra avversaria.

E’ indubbio che si trova male in questo campionato, perché marca e viene marcato da gente più piccola e più veloce, tante volte viene raddoppiato e triplicato, non è abituato a questo modo di giocare. Considera che non è mai stato chiamato per fare la differenza – condivideva le responsabilità con tutti gli altri – ed in questo c’è differenza! Un buon lungo di B1, un buon cambio per gli americani in A2, ma non è mai stato chiamato per fare venti punti e tanti rimbalzi a partita, quindi non è abituato a fare questo, dirai, ma gioca in serie C, ma c’è chi non riesce a fare il “gregario” – più son forti le squadre che incontri, meglio giochi – lui si trova meglio con quelli grandi perché si fa il suo tiretto, i suoi giochi, con gente grossa come lui è abituato a muoversi spingendo – movimenti da pivot – e si trova molto, molto meglio.
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Under, utilizzati nelle prime partite ma sacrificati dal talento dei compagni in campo

Sacrificati ma hanno una grande fortuna, quella di potersi allenare con la prima squadra. Ci hanno dato una grossissima mano nelle partite iniziali. – forse è anche poco opportuno per loro giocare perché questo campionato è più fisico che tecnico – Comunque a loro fa bene, considera che hanno 16 anni, di certo gli fa bene allenarsi con la serie C.

Condizione fisica dei tuoi giocatori?

Sicuramente meglio, a Natale abbiamo fatto un richiamo atletico, è chiaro, la preparazione ci manca e ci mancherà più avanti, però non possiamo lamentarci. Siamo in tanti, fisicamente stiamo bene e non ci sono infortuni.

Prossima avventura, salvo sorprese da parte di Enzo Sindoni, il campionato di B Dilettanti ex B2. Segui questo campionato?

Poco, so che Siracusa è prima in classifica con cinque seconde. – Segui la Viola Reggio Calabria? – Poco, non ho tempo – non hai dato una sbirciatina in su? – No. Però devo cominciare. Voglio cominciare – aspettiamo le prime quattro, sei partite? – Sì! – ci andiamo a dare un’occhiata insieme? – Ok! Quattro, cinque partite e poi andiamo a dare un’occhiata in giro!

Buon lavoro coach!

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28 Gennaio 2010

Autore:

admin


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