“L’art. 32 vale anche per le Regioni a Statuto speciale, quindi anche in Sicilia!”
Quanto sopra sicuramente doveva essere motore traente dell’azione politica ed amministrativa del Governo regionale, anche se in verità abbiamo assistito solo ed esclusivamente a tagli orizzontali della spesa pubblica sanitaria, che non sempre sembrano ispirati da criteri di economicità ed efficienza.
La rimodulazione dei servizi ospedalieri previsti nell’ultima riforma della sanità pubblica regionale, proposta dall’assessore Russo, avrebbe dovuto avere il duplice ruolo di eliminare gli sprechi pubblici e rendere più efficienti i servizi, anche se in realtà ad oltre un anno dalla sua attuazione, di benefici non ne abbiamo visti, anzi si è assistito al propagarsi di un malessere diffuso e persistente, da parte dei cittadini siciliani, costretti in taluni casi, per difendere il proprio diritto alla salute a scendere in piazza.
Le criticità più evidenti sono quelle nella gestione dei servizi di emergenza – urgenza regionale, che addirittura hanno costretto l’intera classe politica provinciale ed i cittadini del comune di Ucria, ad una vera e propria disputa pubblica col direttore regionale del servizio dott. Alagna in merito alla chiusura della postazione notturna del 118.
Il dott. Alagna nella suddetta occasione, è stato addirittura “ingenuamente” invitato a dimettersi dal ruolo, non avendo saputo cogliere le difficoltà denunziate dai cittadini e politici del comprensorio messinese, fermo restando i nostri grandi dubbi sulla suddetta eventualità di dimissioni, in considerazione degli importanti compensi che mensilmente lo stesso percepisce.
Ma il vero disagio e paradosso nell’attuazione della riforma regionale, viene evidenziata dalla gestione di talune strutture ospedaliere sul nostro territorio, in primis le incredibili e discutibili scelte gestionali dell’Ospedale San Salvatore di Mistretta, dove è prassi il ricorso ad autisti e mezzi privati per ottemperare alle necessità di trasporto d’urgenza, nonostante la disponibilità di due ambulanze attrezzate ed efficienti, in uso alla struttura e la regolare presenza o reperibilità del personale autista.
Stranisce ancor di più, che a niente siano valse le nostre diverse sollecitazioni al direttore dell’ASP 5 di Messina Salvatore Giuffrida, per tentare di organizzare e rendere efficiente il servizio di pronto soccorso nella suddetta struttura, ancora oggi con un solo cardiologo, sui tre previsti in organico, e costretto per le urgenze a ricorrere costantemente alla reperibilità di cardiologi su tutto il territorio della provincia di Messina, con i consequenziali “rischi, lentezze e costi”.
La cosa che rende il tutto ancora più inaccettabile, è l’assoluta inerzia di chi gestisce la struttura, che consente il perpetuarsi di queste incredibili situazioni di disagio e di pericolo per i cittadini della provincia messinese.
Pertanto la nostra ufficiale diffida dal continuare a perpetuare il suddetto anomalo atteggiamento amministrativo, che oltre a provocare inutili esborsi economici per le casse pubbliche, mette in seria difficoltà l’efficienza dei servizi di sanità pubblica nel comprensorio nebroideo, da cui ne possono derivare “rischi per la vita e la salute dei cittadini”.
f.to IL SEGRETARIO PROVINCIALE
(Dott. Salvatore Mercadante)
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