PACE TERRA DIGNITÀ – “Io Firmo!” Partita da Messina la campagna per la lista alle europee di Michele Santoro
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PACE TERRA DIGNITÀ – “Io Firmo!” Partita da Messina la campagna per la lista alle europee di Michele Santoro

– di Corrado Speziale –

 Messina ha ospitato il Firma day per la lista Pace Terra Dignità, promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle, in vista delle prossime elezioni europee, che li vede anche come principali candidati, in testa alla lista in tutte le circoscrizioni, assieme a Benedetta Sabene. Con loro, nel pomeriggio domenicale in Piazza Unione Europea, è intervenuto Nino Mantineo, candidato messinese nella circoscrizione Isole. L’evento è stato seguito in diretta streaming nelle piazze di Roma, Napoli e Torino dove sono state allestite altre postazioni per la raccolta firme. A Messina sono giunti gli interventi video degli altri candidati, Ginevra Bompiani e Vauro Senesi. Testimonianza anche dello street artist Jorit.

“Pace Terra e Dignità sono i tre beni comuni primari di una politica che restituisca innanzitutto ai giovani la speranza e la fiducia nel futuro, e possa promettere l’ancora inattuato diritto al perseguimento della felicità”. Si legge così in testa al programma elettorale della lista per le elezioni europee promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle.

La campagna nazionale per la raccolta firme è stata lanciata ieri pomeriggio a Messina.

In piazza Unione Europea, Michele Santoro, Raniero La Valle, Benedetta Sabene e Nino Mantineo, nei loro interventi, appassionati e approfonditi, davanti ad un buon pubblico accorso ad incontrarli e ascoltarli, hanno trattato in pieno i temi del momento che attengono al manifesto elettorale di “Pace, Terra, Dignità”. L’evento è stato condotto da Maria Zanghì, giornalista messinese che opera a Roma per Servizio Pubblico, canale web di Santoro. Adesso, occorre che le iniziative si propaghino quanto più possibile sul territorio nazionale, al fine di raggiungere quota 75 mila firme. Intanto, il giornalista ed ex conduttore televisivo ha raccontato di disguidi con il ministero degli Interni per l’invio ai comuni dei moduli per la raccolta firme.

Gli interventi.

“Diciamo basta alla guerra attraverso l’unica parola possibile: pace”, ha esordito Maria Zanghì in apertura dell’incontro tra i candidati e il pubblico, mentre la fila al banchetto delle firme iniziava ad allungarsi.

Nino Mantineo: “Mi sento un cittadino a servizio di questa comunità”. Sul dramma del momento: “Questa guerra è uno scempio, un oltraggio alla vita umana. Sembra impossibile che questa logica possa essere superata”. Il perché dell’avvio della campagna a Messina: “Ci sono tante ragioni, prima fra tutte il nostro legame con Raniero La Valle che da oltre 25 anni ci educa da maestro di vita, giornalista e politico, richiamandoci sempre alla coerenza”. Sulla città: “Messina la dobbiamo amare profondamente – dice Mantineo – perché è crocevia di culture tra oriente e occidente, il Mediterraneo e l’Europa. Il luogo dove nel 1955 si tenne la conferenza tra i padri dell’Europa, fondata sulla pace, sulla risoluzione negoziata dei conflitti. Politiche che adesso fatichiamo a riconoscere”. Lo stato attuale: “I potenti della Terra sono asserviti alle lobby delle armi, che fanno prendere decisioni ai governi e ai parlamenti, compreso quello europeo. Tutto questo non ci fa stare bene. La guerra non è lontana da noi. Ne siamo coinvolti”. La Sicilia: “È terra di tante culture, ma vittima di scelte scellerate dei potenti della Terra e delle industrie delle armi che hanno realizzato basi militari da cui partono tutte le operazioni di guerra nel Medioriente e nel Mediterraneo. Ne è esempio, tra l’altro, il MUOS di Niscemi. Non ci può essere la difesa della Terra se non c’è soprattutto la pace. Pace, terra e dignità – prosegue Mantineo – sono tre elementi strettamente connessi”. A proposito di difesa della Terra: “Il ponte sullo Stretto è il frutto di un prezzo da trattare con le cosche… L’altra ragione che ci suggerisce Antonio Mazzeo è che gli americani avrebbero individuato nel ponte anche un affare per consentire la mobilità su terra dei mezzi militari. Cittadini e cittadine di Messina non accetteranno mai che il ponte possa servire ad operazioni belliche più di quelle viste nel passato. Il No al ponte avrebbe mille ragioni”. La riflessione: “Ho una certa età e voglio continuare a sognare, ma voglio credere che i giovani possano profetizzare, perché un altro mondo è possibile, fatto di giustizia, fratellanza, amore, benevolenza, tenerezza e non di amici/nemici” La promessa: “Saremo accanto a voi perché, comunque sia, il sogno di un mondo diverso lo vogliamo coltivare”.

Raniero La Valle: “Iniziamo una grande impresa con Michele Santoro: riuscire a smuovere questa società così intorpidita, sorda ai veri problemi, alle varie esigenze che ci premono”. L’attacco terroristico a Mosca: “È un fatto doloroso. Non è un puro evento come tanti di cronaca, è rivelativo del corso storico. Ci fa capire a che punto siamo arrivati nella disgregazione, nella distruzione di questo mondo in cui noi siamo. Questo attentato dimostra il punto di caduta di un intero sistema, di un’intera cultura, di un intero modo di governare i popoli, di concepire il rapporto tra le nazioni e i popoli. Dimostra che ormai la guerra e il terrorismo sono due facce della stessa medaglia. Terrorismo e guerra si uniscono per la stessa capacità di distruzione del nostro futuro. Sono collegati. L’unica cosa che li differenzia è che la guerra si fa con le armi pubbliche, mentre il terrorismo si fa con le armi private, ma per il resto sono uguali”. Domanda a sé stesso: “Chi ha dato quegli euro ai terroristi? Chi li ha mandati? Quando c’è guerra, crisi, inimicizia, il nemico lo si può attaccare in qualsiasi modo, sia con la guerra che col terrorismo. È la guerra che provoca il terrorismo. Dobbiamo liberarci della guerra, la vera struttura portante di questo mondo che abbiamo creato”. Il breve appello: “Bisogna firmare con entusiasmo, perché qualcosa possa cambiare, affinché l’Europa possa cambiare la sua scellerata politica di guerra. I sogni sono troppo evanescenti – ha concluso La Valle – pensiamo a quelli che riguardano l’avvenire, progetti e impegno nella società. Il mondo così com’è va cambiato, va rovesciato”. L’ideale: “Stare al mondo senza eserciti, senza armi, senza odio”.

Per Benedetta Sabene, romana, oggi è un giorno particolare:80 anni fa c’è stato l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il nostro motto è ‘335 spine nei nostri cuori’. Cosa ci è rimasto di quel messaggio? Di quella testimonianza? Che mondo abbiamo ereditato e costruito? Una terza guerra mondiale a pezzi. In tutto questo, qual è il ruolo dell’Unione europea? Dovrebbe essere un ponte tra i popoli ma non ha un ruolo. Dovrebbe stabilizzare i conflitti per avere stabilità economica”. La sua riflessione, da ventottenne: “Noi siamo la prima generazione più povera di quella dei nostri genitori, e l’Unione Europea spende soldi per produrre munizioni. Ci chiedono di spendere il 2 per cento del PIL per la NATO, di costruire ponti (quello sullo Stretto, ndr) e sperperano miliardi di risorse pubbliche per 10 anni. Nel frattempo, per noi non viene fatto assolutamente nulla. Questo ordine internazionale ci sta portando dritti verso il baratro. Se gli europei non risolvono, non trovano il loro posto nel mondo, non riusciremo mai a stabilizzare i conflitti. Non abbiamo una politica estera indipendente. Ci siamo suicidati economicamente. Vogliamo una pace al centro del dibattito pubblico che includa tutti gli interessi ad essa connessi. Pace… Che non è semplicemente volemose bene, bensì mettere al centro gli interessi dei popoli”.

Michele Santoro si presenta così: “Potremmo essere l’inizio di un movimento molto importante. Una specie di urlo in queste elezioni europee, perché è stato consumato un tradimento ai danni dell’umanità. La grande promessa fatta alla fine della Seconda guerra mondiale: mai più guerra…” La considerazione: “Ci viene raccontata una grande bugia, quella che le guerre si fanno per esportare la democrazia, per ragioni umanitarie. Il fine di una guerra non è solamente quello di conquistare la vittoria, bensì di annientare il nemico, soprattutto sul piano ideale, spirituale. Umiliarlo, finirlo”. E, porta l’esempio di Hiroshima e Nagasaki: “Dentro una guerra c’è sempre una strategia di potere che si consuma”.

La guerra in Ucraina: “Un vincitore non lo può avere. Non sarebbe una situazione definitiva per la nostra Europa. Non viviamo in un mondo super controllato, come poteva essere ai tempi dell’Unione sovietica e gli USA. Ora siamo in un mondo con guerre frammentate”.  Cosa è controproducente: “Destabilizzare un paese come la Russia con tutte queste armi. Io non sono pacifista – sottolinea Santoro – sono contro la guerra. Dobbiamo capire che la guerra crea un’economia dentro la quale si formano i profitti”.

Il parere degli italiani sulla guerra: “Vogliono cancellare il fatto che la maggioranza della popolazione italiana pensi che queste guerre non servano all’umanità, ma sono contro l’umanità. Per questo siamo qui. Dobbiamo chiedere che il mondo respiri. Dobbiamo capire che quella decina di migliaia di morti servivano a creare un muro di morti e di sangue tra noi e la Russia. Putin ha le mani sporge di sangue ma non è l’unico colpevole. Se noi abbiamo mandato armi che gli ucraini non avevano, questa guerra l’abbiamo voluta per creare quel muro, perché il mondo è governato dai signori della guerra e dai signori del debito”. Con un appunto non trascurabile: “Putin c’ha i soldi, è un creditore, mentre l’occidente è debitore, a partire dagli Stati Uniti”.

Un salto nell’agenda locale: “Qui siete molto immersi in questa vicenda del ponte. Vi ho seguiti dall’inizio e vi seguirò sempre con simpatia. Sul debito si costruiscono le vere fortune del capitalismo attuale. I soldi non si fanno con la produzione, bensì scommettendo sul debito. Il debito ci strozza i sogni e ci toglie la speranza”. Un messaggio alla politica, Pd e 5 Stelle: “Se si raccolgono le firme, le acque le voglio smuovere per convincerli finalmente ad abbandonare la strada che hanno intrapreso e avere il coraggio di immaginare una rivoluzione civile nel nostro Paese”

Contro l’operato del Governo: “Assieme alla schifezza dell’autonomia differenziata, il vero problema è il degrado dell’istruzione, dell’università, della sanità, perché imprigionate dal debito. Allora dobbiamo liberarci dalla guerra e dal debito. Queste due cose si tengono l’una con l’altra”.

Il pensiero finale ai bambini di Gaza, in virtù dell’iniziativa politica, al di là del risultato: “Restituiamo loro la speranza. Se ciò che faremo servirà ad accendere nel cuore di qualche bambino anche un solo grammo di speranza, quella nostra sarà stata un’opera fruttuosa”.

25 Marzo 2024

Autore:

redazione


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